Polaris è il titolo del nuovo disco dei Casino Royale, disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire da venerdì 4 giugno, pubblicato da Believe e in vinile da Aldebaran Records.
Il progetto affronta il tema dello smarrimento e quello della ricerca di una direzione, attraverso un racconto di otto tracce che spaziano dall’elettronica europea, al groove di matrice black, all’orchestra.
Polaris vuole essere una riflessione comune per capire come leggere, attraversare e superare un momento in cui un buio accecante sembra oscurare la prospettiva del nostro domani.
Casino Royale
Tutti i brani sono composti da Casino Royale e Francesco Leali, gli arrangiamenti sono a cura di Francesco Leali e Alessandro Branca, beat seeds di DJ Tennis e Blue Mondays, master a cura di Stabber e art direction grafica di DeeMo.
In Tra noi Casino Royale esaspera la linea vocale satura su un beat che si muove tra electro e dub. Il pianoforte accompagnato dalle arcate dei violini cambiano di netto le carte in tavola per introdurre il brano successivo che è un’esasperazione degli elementi del primo. Tra noi Dis-version riprende la matrice della prima traccia distorcendola e facendo affiorare ansie e speranze tra le parole ed il respiro di Alioscia. Contro me stesso e al mio fianco è un episodio a sé, composto da Giorgio Mirto ed eseguito dall’Orchestra ad Alta Felicità. Ho combattuto si sviluppa attorno al tema del pianoforte con un beat ripetitivo costruito da percussioni e sintetizzatori.
FVDL Interlude anch’esso composto da Giorgio Mirto è un interludio orchestrale con pianoforte, archi e fiati che ha la funzione di introdurre il brano successivo della tracklist.
Fermi alla velocità della luce è il pezzo più pop dell’intero disco. Strofa e ritornello si alternano su un riff di basso aggressivo che dialoga con un beat complesso, elettronico ed organico allo stesso tempo.
In Scenario Alioscia interpreta le parole di un messaggio ricevuto attraverso la connessione con uno spirito guida, Josh. Le liriche sono recitate su una strumentale basata su archi ed echi di flauto traverso.
Fame d’aria chiude il disco. Un beat che ha reminiscenze drum’n’bass arricchito da vocalizzi di Patrick Benifei.