
Il 28 maggio 2021 Scaglia pubblica l’album STARLIGHT, prodotto interamente da TRKillua. Avevamo già avuto modo di conoscere questo talentuoso ragazzo grazie alla nostra Unità Cinofila, che lo ha inserito nella playlist dedicandogli la copertina per l’uscita del singolo Bende. Quello che abbiamo davanti è un perfetto esponente di un nuovo modo di fare rap e, soprattutto, di fare musica. L’artista si spoglia di una maschera da duro e tenebroso e si mostra al pubblico con un lato più umano, se vogliamo, riuscendo così a coinvolgere meglio l’ascoltatore, superando il becero intrattenimento. E questo è uno dei motivi che ci ha spinto a realizzare questa intervista: la possibilità di parlare con un artista che non si cela dietro la sua arte.
Ciao Scaglia, benvenuto su lacasadelrap.com. Starlight è il titolo del tuo ultimo progetto, ti va di spiegarci il significato che si cela dietro questa scelta?
AYYY! Dunque, Starlight è traducibile come “La luce della stella”. Il nome è appunto composto da due elementi, La stella – “Star” – che rappresenta in questo caso me, ma in generale ognuno di noi. Le stelle sono visibili nel cielo solo quando è buio, e lo illuminano con la propria luce. Il secondo elemento è appunto la luce – “Light” – collegata in questo caso alla capacità di una stella di illuminare, rendendola anche visibile. Il punto, tuttavia, è che quando una stella illumina vuol dire che è viva, e che quindi “il suo cuore sta pulsando”. Metaforicamente, siamo anche noi come quella stella: quando permettiamo al nostro cuore di pulsare, ovvero, quando seguiamo i sentimenti che ci guidano e non i pensieri creati nella nostra mente che sono prettamente materialistici, allora stiamo vivendo davvero. Ed è in quel momento che illuminiamo le nostre vite, e di riflesso, anche quelle degli altri e il mondo circostante. Nel mio caso, Starlight – “La luce della stella” – è un progetto musicale, una raccolta di tracce, perché niente più di creare musica mi illumina e mi permette di illuminare il mondo. So che SEMBRA tutto un MEGA TRIP che mi sono fatto, o che ci abbia riflettuto giorno e notte, ma in verità vi assicuro che è venuto tutto in maniera ultra spontanea. L’unico vero sforzo è stato proprio invece quello di spegnere la mente e comprendere cosa avessi da esprimere realmente attraverso il mio cuore.
Ascoltando la title track, la frase che mi ha maggiormente colpito è stata “accogli la luce se vuoi essere ricco”, che credo faccia riferimento a “We=Light”, progetto del 2019, da cui hai ricavato un mantra. Qual è il significato della frase “We=Light”?
“WE=LIGHT!” nasce come progetto musicale, appunto, nel 2019. Il nome è in riferimento a un percorso attraverso il quale ho identificato al mio interno la presenza di una “forma di luce”. Essendo ai tempi totalmente nel mio “lato ombra” a livello interiore, ho stabilito che quella luce fosse una caratteristica propria di ognuno di noi. In altre parole, ognuno di noi ha accesso a una forma di luce all’interno di sé, nonostante la vita che si sta conducendo. Dopo l’uscita del progetto, “WE=LIGHT!” si è iniziato a manifestare oltre la musica come una realtà in cui i miei fan hanno iniziato a riconoscersi spontaneamente, per poi caratterizzarci come un vero e proprio movimento. Starlight possiede “WE=LIGHT!” come label mark, anche se questo non è ancora realtà, aspiro a renderla anche una vera e propria casa discografica, un brand di vestiti, e molto altro.
Viste le analogie tra Starlight, We=Light, e volendo anche la traccia Dark, dobbiamo quindi intendere questi due progetti come uno il seguito dell’altro?
Assolutamente sì! Durante il processo di creazione di Starlight feci un disegno; erano davvero i primi tempi e stavo cercando di comprendere cosa stesse scorrendo attraverso il mio flusso creativo. Disegnai un albero, alle radici ci scrissi “WE=LIGHT!” e dopo il tronco, verso i rami, mi venne spontaneo disegnare una stella. Nei giorni successivi cominciai ad attribuire a quel disegno proprio l’immagine della successione da progetto a progetto, e iniziai a “sentirmi” come quella stella, come se fossi il frutto di quelle radici. Da queste immagini inoltre nasce il logo di Starlight, disegnato da me, rivisitato da @p.ermex ed inserito dal mio grafico @smisi.psd all’interno delle varie cover in diversi contesti.
Fai parte di una nuova generazione di artisti che preferisce mostrare i propri sentimenti piuttosto che nascondersi dietro una maschera da “duri e gangster”. Secondo te come mai c’è stato questo stravolgimento di personaggi nel panorama rap?
A mio parere, a un certo punto della storia c’è stato un avvicinamento di massa al rap da parte dei musicisti. Forse ci siamo tutti accorti delle potenzialità del genere, che permette di esprimere molto sia liricamente che musicalmente. Molti di noi vengono da ambienti del tutto diversi da quelli “del rapper”, e inevitabilmente c’è stato uno scambio culturale. Io, ad esempio, ho iniziato con la musica cantando in alcune band, dal punk, al metalcore fino al deathcore. Avevo abitudini e gusti decisamente differenti da quelli “del rapper”, eppure mi sono cimentato in questa nuova cosa che sembrava offrire moltissime possibilità espressive. Negli anni 2015-2016 tantissimi artisti hanno fatto lo stesso, soprattutto all’estero, e personalmente mi ha molto influenzato. Guardate Members Only, il collettivo che fondarono XXX e Ski Mask in Florida, oppure le vibes che portavano Lil Peep, Lil Uzi Vert, $uicideboy$ ed altri fautori di questa wave musicale mista all’estero.

Nel progetto non ci sono collaborazioni esterne, come mai questa decisione di eseguire un album da solo?
Come dicevo, questi progetti sono nati da un percorso molto interiore, che si è poi riflesso sulla musica e i vari concetti che ne sono venuti fuori. È difficile trovare artisti che siano così affini a certi discorsi e tematiche. Inoltre, almeno per come la vedo io, finché non si raggiunge una certa fama è necessario che ci si affermi con le proprie idee prima di potersi allargare su luoghi comuni se si vuole costruire qualcosa di solido. Un featuring però doveva esserci: sarebbe stata una collaborazione con NEФ13, un gruppo di artisti di Torino formato da Slumpthinidle, Reakira ed il loro produttore KARASHФ. Con loro ho stabilito quel tipo di legame intimo che mi avrebbe fatto stare a mio agio; quella consapevolezza che avrebbero dato al mio progetto quel qualcosa in più, rimanendo in linea con l’energia che trasmette. Non abbiamo inserito il featuring nel progetto per una questione di tempistiche e imprevisti, ma siamo ancora caldissimi a riguardo. Inoltre, sono ad un punto della mia carriera in cui comincio a sentirmi pronto per aprire il mio mondo agli altri artisti in maniera genuina.
Una delle cose che mi affascinano maggiormente è come nasce il rapporto simbiotico tra performer e producer, quindi mi chiedevo: come hai conosciuto TRKillua a cui hai affidato la produzione e come siete riusciti a trovare, se c’è stato, un equilibrio?
Io e lui ci siamo trovati a marzo del 2020, quando misi una storia su Instagram aperta a tutti i producers in cui li invitavo ad inviare strumentali sulla mia mail per collaborare. Avevo creato una cartella con tutti i beats che erano arrivati, e ascoltandoli per vedere se ci fosse qualcosa che mi ispirasse a scrivere, partì questo beat di un tale TRKillua che mi lasciò totalmente sconvolto. Farmi provare una simile emozione non è mai stato così semplice, e lo si può dedurre dal fatto che l’80% della mia discografia è autoprodotta. Ci scrissi e registrai subito quello che sarebbe stato uno dei miei tre singoli pubblicati nel 2020 su Spotify: BENDE. In occasione dell’uscita del singolo, a ottobre, io e Killua ci siamo incontrarci a Roma, a metà strada tra dove vive lui e dove vivo io, così abbiamo avuto modo di conoscerci personalmente. Il making of di Starlight risale a Febbraio, dove in una cartella completamente piena di beats taggati TRKillua sceglievo quelli che avrebbero composto il mio nuovo album, ma un po’ anche il suo direi!

La prima volta che ti abbiamo ascoltato è stato con il singolo Bende, grazie all’Unità Cinofila, parliamo quindi di ottobre 2020. Starlight nasce in questo lasso di tempo o eri già al lavoro sull’album ad ottobre? (ce lo chiediamo perché Bende non è nella tracklist)
Come dicevo, Bende fu concepita quasi un anno prima rispetto a Starlight, ed è il singolo che manifesta l’inizio del mio percorso verso la scoperta dei miei punti luce. Questo lo si capisce dal significato della traccia, riassumibile con la barra “Ho bisogno di equilibrio non di nuove bende”. Amo la mia musica, perché come potete vedere, io stesso riesco a ricostruire la mia storia frammento dopo frammento, in quanto ognuno di essi sia direttamente legato a una sensazione o ad una fase della mia vita. Ciò la rende autentica ed è probabilmente questo il motivo per cui sempre più persone si avvicinano al mio mondo. Chiunque può ritrovarsi in determinate parole ed immagini, chiunque può provare le stesse emozioni che ho provato io attraverso la scelta di determinati suoni.
Da quale necessità/desiderio nasce la tua voglia di fare musica? Ma soprattutto, in un periodo così statico e allo stesso tempo incerto, cosa ti ha portato a volerti aprire ed esporre pubblicando un album?
La passione per la musica fa parte di me da quando ero piccolo, ed è probabilmente la miglior cosa che mi abbiano tramandato i miei genitori. Ho sempre fatto la mia musica in un modo o in un altro da quando non ero neanche adolescente. Riguardo la difficoltà di esporsi con un album in un periodo come questo, be’, personalmente sono dell’opinione che quello che deve essere fatto vada fatto, e prima che sia troppo tardi. Questo è il mio momento di “accendermi”, il momento in cui mi sento pronto, in cui ho chiaro cosa manifestare ed in cui sento di poterlo fare al pieno della mia energy. Le mie blessings mi aspettano al di là di ogni difficoltà, l’universo trova sempre un modo per ritornarti quello che ti spetta.

Se dovessi scegliere una traccia in particolare tra tutte, quella alla quale sei più legato, quale sceglieresti e perché?
Vedete, considerando quanto ogni traccia sia autentica, è come scegliere quale momento della mia vita vorrei incorniciare ed appendere. Tra tutti, ce ne sono moltissimi che hanno la stessa intensità anche se del tutto diversi. Ad esempio, in Dopo il dialogo col diavolo riflesso allo specchio si sente un me che vede la possibilità di decentrarsi dal proprio lato ombra e che si chiede se questo sia possibile dopo tanta sofferenza. Un gran bel momento considerando a cosa a portato nel tempo! Oppure in Anima & Spirito c’è un me che inizia a perdonare i propri errori per concedersi l’evoluzione verso una versione migliore di sé. Al momento però quella che rispecchia di più il mio lato interiore è sicuramente BAD FEELINGS, quindi sceglierò quella!
Spesso e volentieri, una volta pubblicato l’album, agli artisti viene chiesto “qual è il prossimo passo, sei già all’opera su qualcos’altro?”. Io invece voglio chiederti: “se potessi ricavare uno spazio in un periodo passato qualsiasi della tua carriera per perfezionare o approfondire qualcosa, quale sarebbe?”
Credetemi, non c’è modestia né ego nella risposta che sto per darvi ma: nulla! Ogni tassello, passo dopo passo, mi ha permesso di diventare quello che sono e che sto diventando ogni giorno. Credo che la vita sia un’evoluzione continua: presto vivrò altre esperienze che andranno ad arricchirmi ancora e a mostrarmi come già, qui e ora, non fossi neanche lontanamente al massimo delle mie possibilità. Voglio lasciare, a questo punto, un ultimo spunto dopo tutte queste piccole chicche che ho inserito qua e là tra una risposta e l’altra: perdoniamo i nostri errori e concediamoci l’evoluzione, non è mai troppo tardi, possiamo farlo ora. WE=LIGHT!