Riproduzione Vietata è l’album d’esordio di Mattia Falcone, meglio conosciuto come Mattak, rapper svizzero della zona del Canton Ticino, di Comano precisamente. Lo scorso 25 giugno, Mattak ci ha regalato Riproduzione Vietata, pubblicato per Fenix Music.
Un album vecchio stile, per provare che l’hip hop – quello vero – è ancora vivo, e chi meglio di lui, re delle rime ad incastro, poteva farlo? Rime azzeccate, tutte in fila, una dopo l’altra, che si incastrano e si alternano piacevolmente, senza quasi l’uso dell’ormai onnipresente “autotune”, e senza il continuo menzionare cose materiali che tanti artisti di oggi rincorrono ogni giorno. L’album contiene 14 tracce ed è un insieme dei mood, delle diverse capacità e personalità di Mattak, e comprende alcuni featuring di classe come Murubutu e Wiser, e altri membri della sua crew come Funky Nano, Marteena e Limon Willis.
Questo è un album per gli amanti del rap old school, ma anche per chi ha voglia di ascoltare un tipo di rap autentico e meno appariscente, senza troppi fronzoli e coperture.
Ciao Mattia e grazie per la disponibilità! Riproduzione Vietata è il tuo primo album, nonostante tu sia nella scena da tanti anni. Come mai hai aspettato così tanto a pubblicarlo?
Ciao! Grazie a voi, non avendo mai visto la musica come un potenziale lavoro, ma come una passione, non ho mai scritto né pubblicato canzoni con grande frequenza. Detto in poche parole ho cazzeggiato molto, e scrivevo solo quando mi andava (di rado). Sognavo comunque di fare un mio disco, ma credo che non avessi la maturità artistica per poterlo fare come lo avevo in mente io, per la mia concezione di “album”. Poi, quella maturità è finalmente arrivata e non mi sento in ritardo sulla tabella di marcia. Sono convinto sia uscito quando doveva uscire.
Ascoltando i vari pezzi, la cosa che colpisce di più a parte le tue rime ad incastro (non ne sbagli una), è la freschezza dei tuoi temi. Non segui gli argomenti che gran parte della scena e degli artisti della tua età affronta nei loro progetti. È una tua decisione personale, sei un ragazzo old school?
Grazie mille, sono davvero così freschi? In fin dei conti parlo semplicemente della mia vita, nel mio disco ho parlato di insicurezza, d’amore, di perfezionismo, di narcisismo e di disturbi psicologici… Forse solo degli ultimi tre ne ho sentito parlare poco in giro, io credo che ogni artista che si rispetti parli del proprio vissuto e sfoghi le proprie paranoie, se nessuno ha mai affrontato temi del genere, vuol dire che non li vivono sulla propria pelle e sinceramente, forse per loro, è anche meglio così.
Un’altra cosa che salta subito all’occhio è l’uso, o meglio, il non uso dell’autotune, che bene o male quasi tutti usano nel 2021, chi più chi meno, come mai?
Tutti mi stanno dicendo che non ne ho usato…l’ho usato eccome ed in più occasioni, come in Starlight, Tutti in Riga, Segnavento e il vocoder in M&m’s 2, forse è perché non è fastidioso, non è spropositato alla ca**o di cane e non camuffa la mia identità vocale?
Ricollegandoci alle domande precedenti, cosa pensi dei vari generi rap in Italia attualmente, come la trap e la drill, che forse sono gli stili più usati? In Svizzera la scena rap è uguale a quella italiana attuale?
Trovo che in italia tutti seguano un po’ quelle 2/3 wave che ci sono e faccio fatica a trovare dei leader di un genere a sé, o comunque con un’identità forte. In America hanno Kendrick, come J Cole, come i Brockhampton, come Tyler The Creator, qui a parte alcuni pilastri ed alcune identità forti, abbiamo trap, drill e reggaeton. Io sogno un mercato musicale dove ognuno rappresenta la propria musica, originale, nonostante faccia questo discorso sul mercato in generale, a me piace molto la drill e ascolto sempre un po’ tutti e di ogni artista trovo sempre qualcosa che mi gasa un sacco.
Le collaborazioni all’interno dell’album sono molto equilibrate. Gran parte sono i tuoi amici di sempre, come Funky Nano, Wiser, E1S e Sinister Jerry, e poi la collaborazione di classe di Murubutu. Sono state scelte molto coraggiose che indicano grande sicurezza e voglia di essere individuali, senza appoggiarsi su nomi famosi, puoi parlarcene più in dettaglio?
Ma in realtà guarda, piacerebbe anche a me avere il nome famoso che mi fa salire gli ascoltatori mensili alle stelle, però deve avere un senso. A me piace fare musica di qualità, che resti nel tempo, ci tengo troppo e metterò sempre prima quella che il resto. Poi, detto molto onestamente, a me la scena grossa mi ha sempre snobbato a parte un paio, quindi mi sono detto sai che c’è? Faccio un disco, ci chiamo i miei amici e vi spacco il c**o comunque.
M&m’s è il pezzo trainante dell’album e hai scelto la collaborazione di Marteena, una rapper. Cosa ne pensi delle donne nella scena al momento?
Attualmente penso che Madame e Mara Sattei siano tra le artiste più forti che ci siano e le ascolto molto volentieri, anche Priestess e Leslie sono molto forti.
Cosa c’è nel futuro di Mattak, dopo questo album?
Tanto lavoro, un nuovo album in testa e mille avventure immagino, non voglio farmi aspettative, mi piacciono le sorprese.