
Eccoci tra le nostre righe, sempre alle prese con le letture più interessanti di quest’anno strano e ancora lontano dalla piena libertà, anche se timidamente sta facendo capolino un po’ di vita fra concerti e altre iniziative in giro per l’Italia. Per chi fosse già sotto l’ombrellone, c’è un consiglio che vorrei darvi per farvi compagnia nelle letture quotidiane.
Il libro di cui vorrei parlarvi s’intitola Parole. Il rap a fumetti, pubblicato da La Memoria del Mondo nella collana Librifacendo-fumetti. Il libro-fumetto in questione è dedicato a Primo Brown, ma non solo: ci sono anche Marracash, Murubutu, Emis Killa e altri protagonisti in questo volume. Dopo una sintetica, ma stimolante prefazione che ne inquadra il mood, fa capolino un QR Code che apre la strada ad una playlist, in cui sono svelate le fortunate tracce, trasformate in fumetti da otto artiste e artisti.

Le storie, sceneggiate da Francesco “Ive” Lombardo, prendono vita grazie alle penne di Daria Valeria Montanari, che ha realizzato anche la copertina, Emanuele Leone, Angela Allegretti, Barbara Astegiano, Franco Luini, Toni Viceconti, Daniele Blundo, Fabio Punk Baldolini.
Rap e fumetti: un legame storico
Come si legge anche nel sottotitolo, il centro dell’opera sono appunto il rap e i fumetti. È un argomento vastissimo e che ha radici profonde. Vi consiglio di approfondire in rete: ci sono tanti articoli che trattano questo tema, vi affascinerà come ha affascinato me, sicuro.
Le persone appassionate di questo genere musicale, sanno bene che, prima ancora di essere legato con i fumetti, il rap nasce dalla parola e dalla stessa necessità di nominare, o di rinominare e di dare parole. Il rap è quindi capace di creare, di ricreare, di esorcizzare o di evocare immagini più o meno realistiche, personali o fantastiche. Il legame tra rap e fumetti non dunque è un segreto e non deve stupire. Da sempre, infatti, i fumetti influiscono sull’Hip Hop e sono intrecciati con questa subcultura globale.
Senza soffermarmi sulle radici, tempo fa avevo letto anche RAPconti illustrati in cui alcune canzoni di Murubutu erano state trasformate in racconti illustrati davvero curiosi. In parte i due libri si assomigliano, pur essendo tra loro diversi per stile e attitudine.

Parole e fumetti
In Parole. Il rap a fumetti centrali sono appunto i disegni che occupano tutte le pagine, per enfatizzare ancora maggiormente la forza comunicativa. Infatti, otto canzoni rap contemporanee si trasformano in istantanee in bianco e nero, che fanno intravedere sfumature inedite.
Il fumetto si dipana in otto capitoli. Ogni canzone è introdotta da un piccolo pensiero collegato alla canzone e da un disegno-omaggio al gruppo o dell’artista.
A questo segue un QR Code che rimanda su Spotify alla canzone. Il mio consiglio è quello di mettere in sottofondo il brano rappresentato tra le pagine per aver un’esperienza completa, intima, davvero coinvolgente. E poi, di sfogliarvi le varie tavole, così da immergervi in un altro mondo bianco e nero, capace di suscitare però varie sfumature emotive…
I disegni sono pensati per un pubblico adolescente, giovane adulto e anche maturato. Capace di cogliere gli aspetti complessi ed espliciti dei fumetti. Per questo regalerei Parole. Il rap a fumetti, a persone appassionate di rap, oppure di fumetti – o di entrambi – da 16 anni in su, visti i temi delle canzoni scelte, anche se di base e fumetti sono accessibili e un po’ a tutte le età.

Pensieri, fumetti e ricordi
Paola Zukar nel suo libro Rap. Una storia italiana, recentemente riedito, parla di mostro finale (p.336) quando analizza il rap nel suo farsi adulto. Anche io condivido questa definizione: è molto evocativa. Il rap adulto è infatti una “creatura mostruosa” complessa, variegata, tormentata, enigmatica, plurale e versatile. Per questo riesce ad essere tante cose e quindi strumento fertile e non banale sia a livello d’intrattenimento, sia denuncia sociale, sia critico-letterario, sia educativo. Le varie canzoni sono voci, e in questo caso, immagini mute e caleidoscopiche di questi tempi interessanti in cui viviamo. Queste canzoni possono essere considerate, dal mio personale punto di vista, un esempio di rap adulto.
Pertanto ho trovato questo libro molto interessante, intenso e bello. In particolare quattro tavole illustrate sono state un immergermi in ricordi, in emozioni e in riflessioni sparse, come fogli. Tra le pagine dedicate alla canzone Un mestiere qualunque, dei Cor Veleno, riascoltandola oggi, mi sono subito ritrovata adolescente nella mia provincia, quando dice:
«abito in un pezzo di provincia/ dove quello che ottieni ti deriva da un’ennesima rinuncia/ i miei mi hanno insegnato così, poche storie».
Tre messaggi in segreteria di Emis Killa, mi ha ricordato le vittime di femminicidio e di relazioni violente; Stavo pensando a te, di Fabri Fibra, ha sollevato la polvere del tempo da un amore tormentato e Capolinea, di Rancore & DJ Myke, mi ha riportata a quando scendo al capolinea di una linea sui mezzi.
In sintesi tra queste pagine, ogni tavola racconta un piccolo film senza volume, come dicono Gué Pequeno e Marracash nell’album Santeria.
