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Intervista

Bassi Maestro non si ferma e porta avanti il suo progetto NoLo: l’intervista

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In occasione del Jazz:Re:Found Festival 2021, tenutosi a Cella Monte (Casale Monferrato) dal 2 al 5 settembre 2021, abbiamo avuto la possibilità di incontrare Bassi Maestro, per parlare un po’ di musica, di progetti passati e futuri. In verità Bassi non è affatto nuovo agli eventi targati JRF: due anni fa avevamo avuto modo di incontrarlo al Weekender per parlare del primo album del progetto North of Loreto.

Il 2 luglio ha pubblicato l’EP Changes su Bandcamp – ad oggi disponibile solo per l’acquisto in versione digitale.

Ciao Bassi, bentornato su lacasadelrap.com. L’ultima volta ci siamo lasciati che era appena uscito M (leggi qui la nostra recensione e la nostra intervista per approfondire). Qual è stato il riscontro che hai ricevuto, pur essendo un album completamente strumentale?

È un disco che ha avuto un ottimo riscontro soprattutto all’estero, perché abbiamo fatto promozione ai pezzi tramite un ufficio stampa straniero. I migliori feedback, per esempio, li ho avuti da posti come Canada, Giappone. Un po’ di gente l’ho contattata direttamente, mentre altra l’ha scoperto tramite promozione. Il grande vantaggio di questo disco è che, mettendo insieme vari mondi, non era solo monodirezionale, quindi, ogni DJ poteva scegliere quali pezzi mettere in playlist secondo il proprio gusto.

A molte testate giornalistiche è piaciuto particolarmente il brano Acid Shit, indicandolo come il migliore dell’album, ma per altri risulta quello piaciuto di meno, preferendo pezzi più con reference all’italo-disco. L’album è stato pensato così proprio per questo motivo, volevo creare un prodotto con roba diversa ma che risultasse essenziale. Ho avuto modo di riascoltarlo da poco, e rispetto al primo album che sento poco maturo, mi piace molto di più e inoltre segna l’inizio di quel (nuovo) percorso, che ho poi portato avanti con l’EP uscito quest’anno.

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In questo anno appena passato, è cambiato il tuo modo di ascoltare musica, complici anche gli ennesimi lockdown che abbiamo dovuto affrontare?

Mi sono immerso maggiormente nella musica, legato anche al fatto di aver iniziato a fare delle dirette su Twitch, e ho iniziato anche a rivisitare, riordinare tutto il patrimonio musicale accumulato in questi anni per preparare i vari set. Il canale ha fatto in modo che si aprissero ulteriori prospettive, portando anche tantissimi nuovi contatti internazionali, e a volte, discutendo di musica, avevo modo di interfacciarmi maggiormente con qualcosa di nuovo.

Bassi Maestro
Bassi Maestro al Jazz:Re:Found 2021. Credits: Erika Musarò

Infatti, hai un canale Twitch in cui proponi DJ set e vari format, come ti stai trovando? Che tipo di feedback ricevi da coloro che ti seguono durante le live?

Ho aperto un canale Twitch, il primo vynil channel italiano, costruendo una situazione di comfort e una community abbastanza forte e dove suono qualsiasi cosa. Ormai le dirette sono diventate un secondo lavoro, anche un primo in certe fasi della pandemia. Ho avuto un ottimo riscontro, essendo l’unico italiano a farlo in modo costante. A livello internazionale, ogni paese ha un DJ che fa questo tipo di contenuti, anche perché si è capito che vi è la necessità di fare questo tipo di contenuti che porta ad una prospettiva di fruizione nuova che può essere paragonata alla radio o alla televisione.

Quest’anno, con non poche difficoltà, sono tornati i live. Come li hai percepiti, sia come artista che come possibile spettatore? Cosa ne pensi della situazione italiana proprio in merito ai live?

Quest’anno ho visto pochissimi live, ho però suonato un po’ di volte e devo dire che per me rimangono incomprensibili tutti gli obblighi che non ti permettono di fruire al 100% una manifestazione artistica, che possa essere il cinema come la musica. Una cosa che gli artisti non danno più per scontato è il contatto con la gente, quando ormai ci eravamo abituati ad andare in giro a suonare e fare degli eventi. Sicuramente un vantaggio di chi si è esibito quest’anno è stato quello di poter e dover organizzare al meglio il concerto, facendo qualcosa di più ridotto ma sicuramente potenziandolo. In questo periodo si è quindi creata una sorta di ambivalenza, è vero che certe cose ormai è possibile viverle online ma la vera espressione è possibile solo dal vivo.

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A proposito di live, ti sei esibito nella terza giornata del Jazz:Re:Found. Non è la prima volta che sei ospite di questo evento; infatti, ti abbiamo incontrato quasi due anni fa in occasione del Weekender. Volevo sapere che “rapporto” hai con questo evento.

Il mio unico rammarico è stato, purtroppo, non poter portare un’esibizione al 100%, che prevedeva una band e dei visual. Per me è sempre un compromesso poter fare un DJ set, anche perché la musica che porto oggi non è sicuramente adatta a un main stage e quindi sono super contento di riprendere così. Il Jazz:Re:Found è una manifestazione talmente bella, che mi piacerebbe assolutamente ritornarci come main artist con North of Loreto, ormai è una sfida personale.

Bassi Maestro
Bassi Maestro al Jazz:Re:Found 2021. Credits: Erika Musarò

Quest’anno purtroppo sono venuti a mancare Riccardo Coccoluto, Paul Johnson e Lee Scratch Perry. Come hai preso la notizia della loro scomparsa?

Nel mondo della musica sono scomparse tantissime persone, ma la mia reazione è sempre la stessa: “Perché se ne vanno i migliori?”. Sicuramente quello che provo è un po’ di rammarico, soprattutto nella situazione in cui ci troviamo adesso, in cui vai via durante una pandemia senza sapere nulla di quello che avverrà. Purtroppo però non possiamo fare molto, quindi rest in peace a tutti coloro che hanno avuto un’importanza artistica all’interno delle nostre vite.

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Parlando del panorama elettronico attuale, che cosa ne pensi? Come potrebbe evolversi?

Il mondo elettronico, quello più legato al dancefloor, quest’anno ha avuto una larga esposizione online, grazie anche ai grossi DJ chiamati per fare eventi virtuali, cosa che sicuramente non è successa in realtà più piccole. Non mi aspetto che ci possa essere un Defected Croatia ogni mese e in ogni parte del mondo, però è bello pensare che possano esserci eventi in cui raccogliere queste energie. Al momento credo che tutti gli artisti elettronici stiano cercando di capire quali sono le dimensioni, soprattutto per i live. Infatti vedo andare avanti molti progetti che contano pochi componenti, che musicalmente suonano molto più numerosi. In questo periodo le risorse sono ottimizzate, quindi ti tende a fare bene ma utilizzando meno mezzi, dando anche la possibilità di portare in giro i live.

È passato un anno del tuo ultimo progetto, dobbiamo aspettarci qualcosa di nuovo? Stai lavorando ad un nuovo progetto?

Al momento sto facendo dei provini per un potenziale disco nuovo che avrei dovuto iniziare due anni fa, ma che ho accantonato. Rimarrò sempre nel contesto degli anni ’80 e ho le idee molto chiare su quello che vorrei fare. Sicuramente sarà indirizzato verso il mercato italiano e, se da un lato rimane per gli addetti ai lavori, dall’altro vorrei che fosse un disco con un alto livello di produzione, non necessariamente lavorando da solo ma con produttori, musicisti.

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