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Recensione

J-Ax, “SurreAle”: un viaggio musicale tra Magritte e pop-punk

surreale cover

Il vocabolario afferma che “surreale è tutto ciò che supera, che oltrepassa la realtà sensibile e che evoca il mondo dell’inconscio della vita interiore“. Una definizione che esprime in pieno il concetto dell’ultimo album di J-Ax, uscito lo scorso 27 agosto sui canali dedicati e sulle più note piattaforme streaming – da Spotify a YouTube – insieme al videoclip del singolo Sono un Fan.

SurreAle nasce dopo questo lungo stallo pandemico come un’idea di continuare a dire ciò che, per più di un anno e mezzo, era rimasto in sospeso. Il camaleontico Ax non si è risparmiato in questo e partendo dagli album dello scorso anno, ReAle e J-Axonville – Uncool and Proud, ci ha voluto dare ulteriormente dentro con inediti e collaborazioni. Quello che ne è uscito fuori è un re-pack tra vecchio e nuovo, come a voler parlare un linguaggio universale musicale spaziando tra i vari generi, crea di fatto una dimensione d’ascolto a più livelli e destinata un po’ a tutte le orecchie.

Per non lasciare nulla al caso, la copertina stessa dell’album appare come una sorta di tributo a J-Ax: un surrealismo pittorico che sottolinea lo status onirico e, dunque, surreale, che l’artista ha voluto dare allo stesso – una sorta di Dalì misto Magritte che veste di pelle e borchie l’uomo con bombetta e mette vinili sciolti al posto degli orologi.

Testi

L’album SurreAle in sé si compone di tre parti ben distinte: gli album ReAle e J-Axonville –Uncool and Proud, pubblicati rispettivamente a gennaio e settembre dello scorso anno e, in aggiunta, 11 brani inediti – salvo per Salsa, già uscito precedentemente all’inizio dell’estate come singolo.

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Composto da ben quarantadue canzoni spalmate su oltre 2 ore di ascolto, pare evidente che l’ascolto di SurreAle possa sembrare qualcosa di piuttosto impegnativo: a scongiurare ciò compaiono brani come Salsa, in collaborazione con Jake La Furia, Un tera di felicità (con Ermal Meta), Che classe (con Francesco Sarcina) e Canzone Country (con Federica Abbate). Questi nuovi elementi rendono l’ascolto complessivo del tutto godibile: senza sbalzi si passa da una sonorità più pop e, a tratti, rockeggiante ad una tipicamente rap, in puro stile J-Ax.

J-Ax

In brani come Amo l’odio, Tifo Italia e I film di Truffaut riscopriamo il rap di un suono che ci riporta nel lontano 2002, ai tempi di Domani smetto – quando gli Articolo 31 erano in grado di far tremare la community musicale italiana con testi che non la mandavano certo a dire.

SurreAle dimostra che questo Ax non si è perso: in un perfetto connubio tra vecchio e nuovo, Alessandro ci offre un ensemble di testi “di protesta” social, senza però la voglia di voler far tanta polemica, e introspezioni personali di vita vissuta a carattere moralizzante dal quale trarne una sorta di insegnamento edificante, senza rinunciare a spolverare citazioni della cultura pop qui e là.

Strumentali

Rivolgendo l’attenzione alla strumentalità della tracklist, anche per un ascoltatore medio risulta facile notare che tra un brano e l’altro c’è una differenza di musicalità abbastanza marcata. Il passare con nonchalance da una ritmica sudamericana fatta di trombe, congas e bonghi a una chitarra acustica e un banjo picking riconducibile al tipico south bluegrass viene reso gradibile anche grazie al sequencing dell’album che, dando egregio flusso ai brani sommati alle liriche più o meno aggressive di cui si compone, trattenendo e rilasciando tensione, conserva l’interesse nell’ascolto.

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Tutto ciò si somma ulteriormente a sonorità e stili di brani con beat strettamente hip hop, e di brani punk riconducibili a Ramones e Rancid, facenti già parte di ReAle e J-Axonville di cui SurreAle nella totalità si compone, senza fare a cazzotti.

Stile

Tenendo fede al titolo dell’album, stilisticamente parlando, il tutto ha in pieno una conformazione “surreale”, conferendo a J-Ax il titolo di artista o, come preferisce definirsi, Sono solo un artigiano musicale. Per alcuni versi visionario, che partendo dal Rap ha esteso le sue radici in altri bacini musicali, rimanendo comunque fedele al suo personal style – ma pur dimostrando voglia di uscire dal mainstream e da quello che “tira” al momento.

Rimanendo comunque a sguazzare nella commercialità, con il singolo Salsa – in collaborazione con Jake la Furia – collocandosi ottimamente nella dimensione di tormentone estivo reggaeton, sulla scia delle estati precedenti, il dinamico duo cavalcando l’onda della sonorità leggera e della “f-estività” si racconta in dinamiche e situazioni che vengono definite dagli stessi avventure da Una notte da leoni

Dimensione festaiola sottolineata ancor più dal videoclip dove tra Mariachi, schiuma party in piscina, bikini, outfit decisamente appariscenti e per non farsi mancare nulla anche un toro meccanico, Ax e Jake la Furia non si sottraggono certo dall’ironizzare su alcune tematiche di attualità per poi esortare a modo loro un approccio più easy al mondo senza Audemars Piguet al polso e montature Dior. C’è del trash, ma dopo due lockdown ci può stare!

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j-ax

Su un piano stilisticamente opposto a Salsa, sia per contesti che per sonorità, abbiamo Sansone: anticipando l’uscita di SurreAle di qualche giorno, come il personaggio biblico dalla forza prodigiosa, castiga in questo caso a colpi di Punk-Rock e toni che non hanno bisogno di parafrasi alcuna il sistema politico sociale, denunciando soprattutto un crescente disinteresse dei giovani nelle dinamiche d’attualità contemporanea, senza però tralasciare giudizi sull’industria musicale  e facendo della sana autoironia.

Tutto ciò dà a J-Ax l’occasione di cucirsi addosso, come toppe ad un chiodo, le caratteristiche peculiari del punk, l’astio verso la società, gli altri e verso se stessi in qualche modo. Peculiarità che vengono messe in risalto durante tutto il J-Axonville – Uncool and Proud incluso nell’album SurreAle, sebbene il “vecchio” Ax non sia nuovo a questo gioco, avendo fatto anche in passato pezzi dal carattere punk forse un po’ meno arrabbiato e dal sound più melodico e meno sporco.

7.3

J-Ax - SurreAle

Nel complesso, il punto di forza di questo album risulta essere la diversità stilistica tra le varie track, comunque ben amalgamate tra loro, che forniscono un ascolto lineare senza scossoni spalmabile su quasi tutti i mood giornalieri. Tuttavia, quello che lo rende forte è anche la sua debolezza, dimostrando di essere un album che è poco di più di una "playlist" ben fatta, dove risulta difficile mantenere un legame diretto tra un brano e quello che lo segue. Questo dovuto in parte alle multiple collaborazioni e feat presenti, con tutto quello che poi ne vien fuori. Tutto ciò ad eccezione della terza parte (J-Axonville) dove possiamo riscontrare una dimensione punk aggressive, sporco dall’inizio alla fine. Sicuramente apprezzabile è la voglia di mettersi in gioco su più realtà musicali mettendosi per forza di cose alla mercè dei cultori di genere. Le tematiche sono attuali, ma nella norma nulla che non sia stato già detto. Particolari e degni di nota sono le citazioni e i riferimenti “pop culture” che mantengono l’ascoltatore abboccato all’amo delle proprie passioni, che esse siano cinema, letteratura, cultura generale e quant’altro. Spaziare per non annoiarsi o annoiare può essere decisamente il motto di questo album.

Testi

7.5

Strumentali

7.5

Stile

7.0

Pro

  • Diversità stilistica
  • Ascolto lineare e senza scossoni
  • Riferimenti alla pop culture che rendono "familiare" l'ascolto
  • J-Axonville

Contro

  • Effetto "playlist"
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