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Digging in the web

AxOsa ci racconta il suo Manifesto

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Torna Diggin In The Web, con l’unico obiettivo di dare uno spazio ai nomi più interessanti dell’underground italiano. L’artista che oggi andremo ad approfondire è AxOsa, nato e cresciuto a Torino ma di origini nigeriane. Ed è proprio della sua città natale che parla in Manifesto, sviscerando quelle che sono le sue emozioni, spesso contrastanti, per il capoluogo piemontese. Il brano, accompagnato da un video realizzato da BlackFlow Enterprise, è stato prodotto, registrato e mixato da Dinv.

Abbiamo voluto conoscere AxOsa sotto diversi aspetti, in primis come artista e persona, ma abbiamo anche voluto sapere la sua prospettiva sul concetto di ius soli e di come si adopera, insieme al suo collettiva, alla lotta al razzismo.

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Ciao AxOsa, benvenuto su lacasadelrap.com! Presentati per chi ancora non ti conoscesse.

Ciao a tutti, mi chiamo AxOsa, ho 28 anni ed in questo momento mi trovo in Sierra Leone a lavorare con EMERGENCY. Faccio rap da quando avevo 15 anni, dalla seconda liceo. Mi sono appassionato al genere per la sua natura di trasmettere lotte sociali. Dopo un lungo allontanamento dal rap sono tornato a scrivere perché è la mia passione ed avevo tante cose da dire.

In Manifesto parli di Torino, la città che ti ha dato i natali. Nel brano si può cogliere una certa dualità tra le due anime, ben distinte e separate, della città. Ci racconti questo rapporto di amore/odio che hai con il capoluogo piemontese?

Io amo Torino, è la città dove sono nato e la trovo vivibilissima, non troppo grande, non troppo piccola. Dopo un po’ però iniziava a starmi stretta, è una città con molta potenzialità ma che richiede di allontanarsi da lei ogni tanto, alla fine è un paesone.

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Nel video si vede la città ma anche te che, da solo e in un posto buio, prendi appunti su un foglio di carta. Qual è il concept del videoclip?

L’ idea era di fare un video un po’ bohémien, senza troppi ghirigori e che andasse diretto al contenuto, mettesse il focus sul significato, il mio “Manifesto“… come alla fine fanno le mie canzoni.

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Dietro la produzione, sia audio che video, del progetto c’è BlackFlow Enterprise. Quanto è importante per te avere un team di professionisti alle spalle?

Sicuramente è un valore aggiunto per far uscire dei lavori di qualità. Sono rimasto affascinato dalla loro professionalità, cosa purtroppo spesso rara in questo ambiente. Detto ciò io il rap lo vedo come uno strumento per passare dei messaggi e nulla più.

Una metafora presente nel testo che mi ha colpito è “Gattopardo che offre anaatemi”. Potresti spiegarmi bene cosa intendi?

Non lo so neanche io (ride, NDR). Scherzi a parte il Gattopardo indica lo spirito di Torino, cambiare tutto per non cambiare niente, ed anaatemi si riferisce al dono che la città offre a chi apprezza il suo immobilismo.

Nel brano parli anche dello ius soli. Come si pone la maggior parte della popolazione torinese riguardo questo argomento? Pensi che in Italia si possa passare dall’essere un’eccezione ad essere la normalità?

Non posso parlare per la città perché non lo so, chi bene e chi male immagino. Ma più di come si pone la città bisogna porre l’accento sulle ragazze ed i ragazzi che non hanno la cittadinanza seppur sono Italiani di fatto, Torino deve semplicemente accettare la realtà. Spero che in futuro sia una cosa di cui non si debba più parlare.

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A questo proposito, con il tuo collettivo – il Collettivo Ujamaa – militi nella lotta attiva al razzismo. Quali sono le iniziative che state portando avanti sotto questo nome?

Svariate, cerchiamo di farci forza a vicenda come prima cosa. Poi organizziamo assemblee pubbliche, dimostrazioni di piazza, si partecipa ad eventi culturali e più in generale a qualsiasi iniziativa ben fatta contro il razzismo.

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Per lavoro, negli ultimi anni, hai vissuto molto all’estero. Queste esperienze hanno influito sul tuo modo di intendere e fare musica? Se sì, come?

Queste esperienze hanno definito me stesso e di conseguenza il mio modo di fare musica e di scrivere. Viaggiare mi porta sempre nuovi argomenti di cui parlare e vedere altri posti ti fa capire meglio il posto in cui vivi e di conseguenza incidere su di esso, nel mio caso anche attraverso la musica.

Tu sei di origini nigeriane e attualmente lavori in Sierra Leone, qual è il tuo legame con la tua terra d’origine?

Orgoglio sicuramente, ma è un legame troppo flebile ancora al momento. Ne riparliamo tra qualche anno (ride, NDR).

Nel 2021 hai pubblicato 4 singoli. Dobbiamo aspettarci un progetto più corposo nel recente futuro?

Penso che visto il lavoro che faccio per ora la strada dei singoli sia quella più sensata per garantirmi di stare in media con la proporzione quantità/qualità. Ma in futuro chissà.

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Conosci meglio

Classe '89, divoratore seriale di dischi e serie tv. Scrivo di rap per passione. Faccio l'hater per hobby.
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