Salmo è tornato con FLOP, il suo “peggior disco” che, in fondo, non è poi così tanto male. Negli scorsi giorni lo abbiamo ascoltato ossessivamente e ne abbiamo scritto una recensione. Oggi, invece, ci concentriamo su una traccia che ci ha colpito: L’Angelo Caduto.
In questo brano prodotto da Luciennn fa la sua comparsa anche la giovane Shari. La sua eterea e tremolante voce è la ciliegina sulla torta di un brano che fa del testo il suo grande punto di forza. Per questo motivo, in questo articolo faremo un’analisi del testo de L’Angelo Caduto di Salmo, cercando di capirne il significato.
Nessun fantasma ha mai scritto una poesia (o perlomeno non abbiamo mai avuto la possibilità di leggerla). In questa canzone, Salmo si impersona in un fantasma, un “Angelo Caduto” che viene a far visita ai propri cari. Buona lettura!
Verso la quarta dimensione
Siamo esseri umani, e come tali ci muoviamo nelle tre dimensioni che compongono lo spazio (lunghezza, larghezza e profondità). La quarta dimensione – il tempo – per noi è come un fiume che scorre inesorabile: non possiamo fermarlo, né tornare indietro. Possiamo solo andare avanti.
La natura ci ha fornito i cinque sensi, grazie ai quali interagiamo con il mondo che ci circonda. Per questo motivo siamo abituati a dare per reale solo ciò che possiamo vedere, sentire o toccare. Ma vi siete mai chiesti cosa ci sia oltre i cinque sensi?
Flatlandia è un romanzo del 1884 che risponde proprio a questa domanda. Il libro narra la storia di un universo a due dimensioni, popolato esclusivamente da figure geometriche come triangoli, quadrati o cerchi. A un certo punto, in questo mondo 2D accade qualcosa di incredibile: compare una sfera, e le figure bidimensionali scoprono così l’esistenza di una terza dimensione. La notizia è sconvolgente e la realtà di Flatlandia viene messa in discussione.
Cosa differenzia noi esseri umani dagli abitati di Flatlandia? Nulla. Se degli esseri della quarta dimensione – come degli angeli – ci venissero a far visita, noi ne usciremmo allo stesso modo sconvolti.
E se fossero già qui? Se ci stessero già osservando, e vegliando su noi? Non possiamo saperlo con certezza, ma di certo ci possiamo porre una domanda: tu ci credi agli angeli?
“Tu ci credi agli angeli?
Credi che qualcuno ti veda dall’alto?”
L’Angelo nello specchio
“Quando meno te lo aspetti
So che non ci crederai, ma quel giorno mi vedrai nei riflessi degli specchi”
Nell’immaginario comune, fantasmi e specchi sono sempre andati d’accordo. Pensate per esempio alla leggenda di Bloody Mary, in cui si dice che ripetere di fronte a uno specchio “Bloody Mary” faccia comparire uno spirito.
Si pensa che gli specchi catturino le anime. Per questo motivo, in seguito a un lutto, in alcune culture è tradizione coprire gli specchi con un panno. Così facendo l’anima del defunto non rischierebbe di rimanere intrappolata nel nostro mondo, e sarebbe libera di viaggiare nell’aldilà.
Se gli angeli esistono, allora li possiamo vedere nei riflessi degli specchi. Non a caso, alcune persone sviluppano sin da bambini il timore che, in uno specchio, possa comparire l’inquietante sagoma di un fantasma. “Poveri spiriti”, mi verrebbe da pensare… chi lo ha detto che vogliano per forza farci del male?
L’Angelo Caduto e la donna
“Che da quando ci rifletti non ti chiedi come stai, sei finita in mille pezzi
e credi solo agli spettri.
Volevo farti sapere che non sei sola
quando hai il cuore in gola, io sarò al tuo fianco come una pistola”
In questa canzone sono presenti due protagonisti: l’Angelo Caduto e una donna. Un tempo questi due personaggi vivevano insieme e si volevano bene, ma a un certo punto è successo un brutto imprevisto. Il cielo ha chiamato, e l’uomo si è trasformato in un angelo.
Non ci è dato sapere cosa abbia causato la morte dell’uomo, ma una cosa è certa: quando si perde una persona cara è difficile capirne il senso. Mi spiego meglio: c’è sempre una ragione dietro a ogni avvenimento, e c’è sempre qualcosa da imparare nel dolore. Il lutto, tuttavia, viene visto solo come un’enorme ingiustizia che strappa via le nostre certezze.
Questi versi descrivono in poche parole questo straziante dolore. Nel buio della casa, la donna spera di avvertire la presenza del suo compagno defunto – dell’Angelo Caduto che ora scrive questi versi e che fa una promessa: “sarò al tuo fianco” e non sarai mai sola.
Speriamo che lo spettro riesca a venir ascoltato.
Il dolore dell’Angelo
“È così freddo il mio bacio da labbra viola
Che nessuna fiamma dell’inferno mi consola
Tu sei la canzone che non so scrivere, ricordati di me per sorridere”
Nel descrivere il dolore del lutto, la poesia ha sempre preso la parte dei vivi. Abbiamo sempre scritto di quanto fosse straziante vedere quel posto vuoto sulla sedia, ma ci siamo mai chiesti quanto soffrano i defunti? Quanto possa essere tremendo per loro vederci nel dolore? E di quanto sia difficile vederci dall’alto senza poterci parlare? In questa canzone, Salmo prova a rispondere a queste domande.
Il “bacio da labbra viola” è il bacio dell’Angelo Caduto. Le labbra diventano viola quando c’è scarsità di ossigeno nel sangue – quando si muore, insomma. Questo bacio è estremamente freddo, sinonimo di tristezza, e neanche una “fiamma dell’inferno” può alleviare il dispiacere dell’Angelo.
“Nessuno mi sente, eh, nessuno mi vede, eh
Quando parli di me, non c’è nessuno che ti crede mai
Perso nell’ignoto, dormo sopra un’altalena sospesa nel vuoto”
È vero, l’Angelo Caduto ha promesso alla donna che le sarebbe rimasta al fianco, ma se lei non può sentirlo è tutto inutile. Immaginate che brutta condizione: vedere i propri cari soffrire per la vostra mancanza, avvicinarsi a loro per tranquillizzarli, ma rendersi conto che non potete essere visti.
Forse è questa la ragione degli avvistamenti dei fantasmi (veri o finti che siano): sono solo spiriti che tentano di comunicare con noi. “Era lì, l’ho visto nello specchio!” racconterà la ragazza a qualcuno. Ma nessuno le crederà, e lei si sentirà ancora più triste.
Non sappiamo cosa ci sia oltre la morte. La religione prova a dare una risposta, mentre la scienza prova a studiare le esperienze di pre-morte; ma una risposta chiara non esiste, e probabilmente mai esisterà. È affascinante e inquietate sapere che ognuno di noi, un giorno, saprà la risposta a questa domanda ma non potrà dirla a nessuno.
Nel frattempo limitiamoci a vivere le nostre vite, consci del fatto che esista qualcosa di molto più grande di noi che non siamo in grado di percepire. Esattamente come gli abitanti della Flatlandia non avrebbero mai immaginato l’esistenza di una terza dimensione.
L’Angelo nel marmo
“Hai visto un angelo nel marmo, devi scolpire se vuoi liberarlo”
Questo verso è una citazione alla già nota frase “Ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo“. Queste parole vengono solitamente attribuite allo scultore Michelangelo Buonarroti, ma non esiste alcuna prova che sia stato effettivamente lui a dirle.
Quello che è certo, tuttavia, è che queste parole sono molto potenti ed evocative. In poche lettere viene descritto il senso dell’arte, e svela un’altra meravigliosa idea: anche la cosa più semplice, come un pezzo di marmo, può diventare arte se lavorata al giusto modo. Allo stesso modo, anche la sofferenza può diventare arte se guardata dal giusto punto di vista.
La morte si trasforma in arte
“La mia morte si trasforma in arte
Un giorno ci vedremo dall’altra parte
Tu sei l’esistenza che non so vivere, ricordati di me per sorridere”
La vita finisce, il corpo si decompone, ma l’arte è eterna. Le parole scritte sul foglio vivranno finché l’umanità vivrà e, grazie a loro, l’uomo può veramente diventare immortale.
Non serve per forza essere artisti per diventare eterni. Basta mettere “poesia” e amore in ogni gesto. Così facendo, state certi che verrete per sempre ricordati con un sorriso dai vostri cari. Le vostre azioni riecheggeranno nell’eternità, e voi avrete dato il vostro piccolo ma enorme contributo all’evoluzione umana.
Tiriamo le somme
Le persone che hanno lasciato questo mondo, se potessero, resterebbero al nostro fianco per sempre. Ci guardano dall’alto, vegliano su di noi e ci proteggono. Sono sicuro che anche loro vorrebbero parlarci almeno quanto lo vorremmo fare noi.
Anzi, qualche volta sono certo che riescono a farlo, magari nei nostri sogni. Quello che dobbiamo capire, però, è che se loro se ne sono andati è perché hanno svolto la loro missione. Ci hanno dato tutto ciò che ci avrebbero potuto dare, e i bei ricordi dovrebbero bastare a colmare la loro mancanza.
La morte non è per sempre: prima o poi ti rincontrerai con il tuo Angelo Caduto. E ritornerete a parlare e a ridere insieme, come se mai vi foste separati. Che sia con una parola, un miagolio o un abbaio, il tuo Angelo Caduto resterà per sempre con te, e mai sarà perduto.
Sono sicuro che, ovunque egli sia, l’Angelo Caduto ti ascolti, e non veda l’ora di tornare al tuo fianco. Sapere ciò dovrebbe bastarti a colmare il vuoto più difficile da riempire.
“In questa noia sei rimasto solo tu
Che credi ancora agli angeli
Penso troppo forte, qualcuno mi sente, mi senti tu?”
Se ti è piaciuta questa analisi del testo di Salmo, dai un’occhiata alle altre! Puoi trovare, per esempio, l’analisi di Blu celeste di BLANCO o di Voce di Madame.