Noyz Narcos non ha bisogno di presentazioni: Virus era l’album più atteso di questo gennaio 2022. Il motivo è semplice: tutti aspettavamo del buon rap, violento e senza filtri. E di fatto le nostre attese non sono state affatto tradite. La nuova impresa di Emanuele Frasca ha tutti i connotati per affermarsi come un nuovo importantissimo tassello della discografia di “doppia N”.
Prima di proseguire, però, è necessaria una premessa: l’impressione che Virus ci ha trasmesso è quello di un disco diverso da altri lavori della sua produzione musicale – ed è anche molto diverso dal precedente Enemy, con cui il “narcos rap” rimaneva legato ad un certo tipo di approccio al microfono. Quello che sembra è che Virus riesca ad inquadrare perfettamente tanto il momento storico, quanto quello dell’artista: una fase di passaggio verso una maggiore consapevolezza, con un’analisi della realtà sicuramente meno cruda ma più matura.
Con Virus, Noyz Narcos conclude quel percorso cominciato anni fa – basti pensare alla riproposizione di un cult come Verano Zombie; dall’altro lato, si affaccia a sonorità differenti da quello che ha sempre proposto, pur rimanendo fedele alla sua identità artistica.
Noyz Narcos è lo Slender Man del rap italiano
Uno degli appellativi che Noyz utilizza per autodefinirsi è “secco”: in Dope Boys ad esempio scrive “Dici secco facce n’altro album” o, ancora, “Batti er ciak, moro (Secco)” in Uomo a terra. Se è vero che negli anni siamo stati abituati da Noyz a figure con una certa potenza comunicativa, quando Emanuele utilizza la parola “secco” riferendosi a se stesso, l’immagine che si figura nella mia mente è sempre una: lo Slender Man di Victor Surge.
Facciamo un passo indietro. Lo Slender Man è una figura pop creata nel 2009: è stata particolarmente in voga per alcuni anni, nonché protagonista di diversi creepypasta e/o storie dell’orrore. Lo Slender Man è una figura “secca” appunta, priva di volto.
Fra gli elementi caratterizzanti c’è la statura imponente e le dita acuminate, oltre a diversi tentacoli che fuoriescono dalla schiena. Secondo l’anatomia fiabesca del personaggio, questo non è in grado di parlare, però sarebbe in grado di portare alla pazzia le sue vittime attraverso visioni e instillando paranoia.
Perché diciamo che Noyz Narcos è lo Slender Man del rap italiano? Il paragone è chiaramente evocativo – e con quel pizzico di reverenza verso uno dei rapper più crudi del genere. Negli anni, Noyz ha fatto della paura, della violenza linguistica e figurativa il suo punto di forza. È lo Slender di ogni altro rapper italiano, con cui è difficile confrontarsi, perché espressione di tutte le nostre “perversioni” che mai avremo il coraggio di dire.
Le liriche del “secco” sono spesso acuminate, proprio come le dita di questo personaggio di fantasia: Noyz ha portato lo splatter e la tensione dell’horror nella musica italiana, e noi dobbiamo solo ringraziarlo.
Virus, ovvero il passato di Noyz Narcos in vista del futuro
Noyz Narcos con questo disco ci ha regalato una vera chicca per un momento storico estremamente particolare: il Covid ha cambiato le nostre vite e di questo l’artista ne è ben consapevole. Tutti stanno cercando di mettersi alle spalle questo momento, Noyz invece ha un atteggiamento estremamente “reazionario”. La scena è immobile, bloccata dalla paura. Emanuele se ne frega. Tira dritto per la sua strada: chi abbraccia la notte, non potrà mai sentirla propria come chi nella notte – nel peccato, nel dubbio, nelle difficoltà – ci è nato.
Virus descrive il nostro tempo e lo fissa per sempre: il rapper romano ha voluto rendere eterno questo momento di difficoltà; chiaramente, il valore di ciò non è il puro masochismo bensì fare scorta del proprio passato in vista del futuro. Ed è anche un po’ quello che abbiamo sempre apprezzato di “doppia N” che, negli anni, ha sicuramente cambiato stile, modo di approcciarsi al microfono, pur rimanendo fedele a se stesso.
Virus fa proprio questo: ingloba in sé il passato dell’artista, ma lo ripropone in grande stile. Non è un caso infatti che il brano di apertura presenti una citazione proprio a Sinnò me moro. Il messaggio è chiaro: riprendiamo da dove ci siamo lasciati, ma guardando a cosa ci aspetta in futuro.
Noyz Narcos fa (ancora) scuola
Molti hanno criticato la grande quantità di featuring presenti in Virus. Ma è veramente così deprecabile come decisione? Direi proprio di no. Andare a criticare questo tipo di scelte significa non rapportarsi alle dinamiche del mercato, ma ragionare esclusivamente come amanti di un certo tipo di rap – invecchiato anche piuttosto male.
In questo caso, le collaborazioni sembrano essere perfettamente calzanti tanto con lo stile di Noyz, quanto con quello dell’album: non abbiamo mai un tipo di sonorità che è totalmente altro da quello proposto dall’ex-Truceboys. Ad onor del vero, il personaggio che risulta essere etereogeneo – o quanto meno poco attinente al resto – è Sfera: il ritornello di Cry Later, scanzonato e melodico, stride con le sonorità proposte da Noyz, sicuramente più grevi e cupe.
Molto convincenti invece sono le collaborazioni di Franco e Ketama, un Luchè particolarmente ispirato, o ancora Geolier. Tutti contribuiscono a creare un suono estremamente sfaccettato ed audace, che non stanca.
Capitolo a parte per i featuring internazionali di Cam’ron (Dipset) e Raekwon (Wu-Tang Clan): per la prima volta, si avverte che c’è stato un lavoro di ricerca da parte dei due ospiti internazionali, un segno di autentica stima nei confronti dell’artista capitolino. Noyz Narcos è riuscito in qualcosa in cui altri nomi blasonati hanno fallito.
Noyz Narcos ci manda ancora una volta a lezione di rap: fare rap è una cosa, fare rap fatto bene un’altra. E Noyz Narcos sa farlo veramente bene, fuori da ogni misura.
Lunga vita al suono di Roma
Come dice lo stesso Noyz, ogni sanpietrino della città eterna ha sentito almeno una volta il suono di una sua canzone: Emanuele Frasca è una figura importantissima per la cultura urban della capitale, è innegabile. Il motivo è piuttosto semplice: con il truce ha portato Roma alle luci della ribalta; con la sua carriera solista ha sdoganato il sound romano fuori dalle strade collocandosi nel mercato nazionale.
E con Virus? Si potrebbe pensare che voglia puntare ancora più in altro. Assolutamente no. L’obiettivo di Noyz è sempre stato solo uno, a prescindere dalla fama e dalla popolarità: far “esplodere” la testa di ogni ascoltare con le sue rime uniche e taglienti. Questo è il suono romano. Questo è il suono di Noyz Narcos.