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Intervista

Dentro l’ “Anima digitale” di Akes: l’intervista

Aakes

Dal 1 febbraio 2022 è possibile ascoltare Anima digitale, il nuovo progetto di Akes. Questo lavoro è la commistione di tanti elementi che in lui, ora, trovano perfetta quadratura. Il sound di Anima digitale affonda le radici nel passato rap dell’artista, ma si orienta verso un immaginario nuovo: distorsioni nu metal, tastiere dream pop e tanto altro costituiscono il (nuovo) suono di Akes.

Il titolo vuole racchiudere un po’ questo significato: la struttura di un qualcosa costruito passo dopo passo, istante dopo istante, suono dopo suono. E sicuramente grande merito – in tal senso – lo hanno rivestito i produttori (Dr. West, Vince Lion, Cirilli, Ancora by 94hermanos, Erika Greys & Mario Bross Team e Fabiano Rivolta) che hanno saputo cucire perfettamente il tappeto sonoro di Anima digitale.

Come è possibile capire, tantissime sono le menti che hanno lavorato al progetto permettendo di toccare sfumature inedite del suono e che si sono perfettamente incastrate al mondo di Akes. Questo si è evoluto mescolandosi ad una componente electro che, nel corso delle 14 canzoni, emerge prepotentemente. Abbiamo deciso di intervistare Akes e abbiamo parlato con lui del rapporto tra elettronica e rap. Prima di continuare, ascolta ancora una volta Anima digitale!

Ascolta Anima Digitale su Spotify

Come nasce artisticamente Akes?

Akes parte dai graffiti a 14 anni, e da lì a un anno intraprendo il percorso rap, perché mi appassionava il genere e venendo da una periferia, ho sentito mio questo modo di esprimermi. Tutto è nato come uno sfogo e poi piano piano è divenuta passione e poi un lavoro finalmente.

Nel 2021 sono usciti alcuni singoli e hanno anticipato al pubblico un assaggio di quello che è il tuo nuovo percorso musicale. Dallo stile che avevi assorbito in passato, attualmente hai intrapreso una strada diversa che viaggia verso nuovi orizzonti, oltre la musica rap. Come ci sei arrivato e cosa ti ha influenzato maggiormente in questo percorso?

È una storia che parte nell’estate 2020, quando ho pubblicato l’album Hitch. In quel momento mi sono accorto che stavo facendo un passo indietro. Mi ero arreso alla mia quotidianità e trattavo argomenti già affrontanti (l’universo femminile) con le sonorità che capitavano, non mi stavo più spendendo per la musica e stavo anche valutando l’idea di spostarmi nella categoria influencer.

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Dopo però un videoclip di cui ometto il titolo, ho realizzato che non stavo seguendo la mia anima e per progredire dovevo finalmente accettare il mio lato più aggressivo. Una cosa che avevo cominciato a fare negli album Amore 2.0 e Me nel 2019. Poi facendo un attento studio sui miei gusti musicali (new metal, elettronica e rap) e sul mondo estetico che volevo rappresentare (quello sci-fi), ho pubblicato dapprima l’album Revolution a inizio 2021 e poi i vari singoli estratti dal recente Anima digitale

Akes
Akes

Tra le produzioni prevalgono sonorità anche e soprattutto elettroniche e la lista dei nomi dei produttori è davvero interessante. Quali sono stati i criteri con i quali hai scelto gli artisti con cui collaborare? 

Tutti sono stati scelti per le loro doti nel saper rappresentare meglio il mio immaginario. Cirielli ottimo produttore techno, ideale per le tracce complottiste, Erika Greys & Mario Bross capi indiscussi della psytrance, mi hanno tirato fuori il lato più ignorante da pista. Dr. Wesh ormai è di famiglia per produrre le tracce più commerciali, ci si intende al volo dopo tanti anni passati in studio assieme.

Con Fabiano Rivolta ho collaborato spesso in passato, soprattutto per i suoi brani acustici e volevo assolutamente chiudere l’album con una canzone non elettronica. Ringrazio anche Solei per le backvocal della traccia Dating e Vince Lion per le chitarre del beat.

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Anche le tematiche trattate nei pezzi catturano l’attenzione dell’ascoltatore e si sviluppano attraverso temi importanti e riflessivi, come per esempio il ruolo dell’uomo nella società, e descrivi alcuni sentimenti contrastanti riguardo il mondo globalizzato. Non è da tutti affrontare temi del genere nella musica: da dove proviene questa volontà di affrontarli?

È stata una necessità, la pandemia ha portato ad amplificare il mio odio verso il sistema, quindi ho dato sfogo a tanti pensieri sopiti sul controllo che stiamo subendo. Dalle app di dating alle assurde restrizioni, anche quando non ce n’è bisogno. Inoltre negli anni ho proprio scoperto che il flusso di parole scorre da solo quando mi metto in questo mood.

Akes
Akes

Questo mood traspare anche dal tuo immaginario e dall’estetica che hai scelto di adottare per i tuoi videoclip. Come vedi davvero il futuro sia nella musica che per l’uomo? Per Akes, come saranno le generazioni future?

Sicuramente ci stiamo spostando verso una musica che coinvolge due sensi, udito e vista e di conseguenza l’immagine è strettamente legata al contenuto, se crolla una crolla anche l’altra. Viviamo dentro degli NFT oramai.

Le nuove generazioni comunicano a emoji e video, forse perderemo anche l’uso della parola, non so quanto le canzoni potranno evolversi in questa direzione muta, io spero sempre in un’inversione di tendenza.

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È uscito da poco il doppio video che accompagna il progetto, il primo dei due intitolato “Anima digitale“ con la regia di Daniele Iannini è un tributo alla saga di Matrix. Nel video interpreti il ruolo del protagonista Neo/Keanu Reeves. Sei un appassionato di film fantascientifici?

Sì, assolutamente, da Matrix passando ad Equilibrium e tante altre influenze di fantascienza come i manga che mi appassionano molto. Recentemente ho apprezzato molto il film “Anon” ed “Ex machina”.

Akes, il Videoclip di Anima Digitale / 2077

Il secondo video invece “2077” ha decisamente un altro stile anche se ha come minimo comun denominatore il futuro distopico. Ha avuto il risultato che ti aspettavi? Come è avvenuto il processo creativo per arrivare a questo contrasto tra i due videoclip, mentre in cosa si somigliano? 

Sta piacendo a molti creativi e a chi mi segue da tempo che conosce la mia passione per il futurismo. Anche per chi si approccia ora alla mia musica può essere un buono spunto per rimanere colpito dai riscontri che sto notando. Il primo videoclip rappresenta la costrizione, il secondo la liberazione e perciò rappresenta me dentro il sistema, con una location più urbana e un outfit da tutti i giorni anche se pur sempre futuristico.

Cosa ti aspetti da questo album?

È sicuramente una base da cui partire, consideriamolo come la cementazione delle fondamenta che ho gettato con Revolution. Come tutti i miei album incentrati sul futuro, non mi aspetto che vengano compresi nell’immediato, tempo al tempo, però sono sicuro che Anima digitale di Akes avrà il suo posto di rilevanza nel panorama musicale italiano.

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