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Intervista

Metal Carter, il Death Lord torna in scena: l’intervista sul nuovo album “Musica per vincenti”

metal carter

Metal Carter, conosciuto come il Death Lord e portavoce del death rap in Italia, torna in scena a meno di due anni da Fresh Kill con un nuovo album, Musica per Vincenti, fuori l’8 aprile 2022 per Believe.

All’interno del disco si possono trovare collaborazioni che spaziano e portano nomi che attraversano tutte le generazioni musicali: PiottaGrandi NumeriCannas Uomo e Lord Madness, e poi ancora Claver GoldGionni GranoAkranBrenno ItaniRoy Persico, e anche i giovanissimi Yanomamyy e William Pascal.

Coerente con l’immagine e il percorso musicale intrapreso dall’artista, questo nuovo viaggio messo nero su bianco è impreziosito da iconografie e riferimenti cinematografici, dettagli impossibili da non cogliere per i cinefili come Metal Carter. Le produzioni dei brani sono state affidate a Santo Trafficante, uno dei beatmaker più longevi e con maggiore influenza nel mondo del gangsta rap.

Noi de lacasadelrap.com abbiamo fatto una chiacchierata con lui in occasione dell’uscita del suo nuovo album.

Ascolta su Spotify Musica per Vincenti di Metal Carter

Ciao Metal Carter e benvenuto su lacasadelrap.com, è un piacere averti qui. Anche se sei conosciuto come il pioniere del ‘death rap’, nella tracklist del tuo nuovo lavoro si possono vedere diversi nomi tra le collaborazioni che permettono ai brani di spaziare tra diverse generazioni e di coinvolgere così più persone possibili che magari non prediligono proprio questo genere così particolare. Dove ti auto posizioneresti nel mercato attuale e cosa ne pensi della piega che ha preso il rap in Italia?

Non penso che mio genere sia in fondo così strano e particolare. Negli USA c’è un bel po’ di gente che ha punti in comune con me. Sicuramente qui in Italia sono unico nel mio stile, ma io faccio rap puro e sono totalmente integrato nella cultura Hip-Hop. Sicuramente non faccio un tipo di rap che va di moda e questo mi rende fiero. Semmai sono gli altri rapper che possono prendermi come riferimento se gli piace il mio rap. Leader, not follower. Non so collocarmi esattamente nel mercato attuale …faccio il mio senza farmi troppe domande. Non mi entusiasma particolarmente la piega che ha preso il Rap attuale… è troppo diverso dal rap che c’era quando ho iniziato a farlo io. Seguo soprattutto i miei coetanei e chi sta nel rapgame con successo da parecchi anni.

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Sei stato il primo che ha portato in Italia questo genere di rap, c’è stato qualche artista che lungo il tuo percorso ti ha influenzato nel diventare il portavoce del death rap e che ricordi in modo particolare?

Nessuno in particolare. Molti artisti mi hanno influenzato, non uno in particolare. Il termine death-rap è stato coniato dal rapper di Brooklyn Necro e si è poi diffuso un po’ in tutti gli stati dove c’è una scena rap. Il death-rap è per definizione uno stile di gangsta rap ma più folle, malato e brutale influenzato dal metal e dai B-movie. Non mi piace essere influenzato da un solo rapper: lo trovo limitante e poco stimolante. Ci sono tanti MC americani che amo e mi hanno influenzato, ma l’influenza proviene molto anche dalla mia vita, dal cinema, dalla lettura e da altri tipi di musica.

Sembra proprio che questo album per te rappresenti la possibilità di concretizzare tutto il tuo percorso musicale che ti vede incoronato nel ruolo iconico di Death Lord. Cosa ti aspetti dall’uscita di questo disco?

Sono soddisfatto del prodotto in tutti i suoi aspetti e sono uno che pretende molto da se stesso. Spero che soddisfi anche chi lo ascolta. Penso che chi non mi ha mai ascoltato bene possa solo rimanere colpito positivamente da questo prodotto. Questo disco è la mia consacrazione totale e definitiva: può, senza dubbio, non piacerti il mio tipo di rap a livello di gusto personale, ma dopo oltre 20 anni di carriera piena di concerti e album di successo, anche i miei detrattori devono arrendersi all’evidenza e guardare in faccia la realtà. Metal Carter è un rapper iconico, unico e influente.

metal carter
Metal Carter

Le atmosfere sono molto cupe, coerenti con il tuo stile e la tua immagine, e le produzioni sono state affidate a Santo Trafficante. È stato difficile unire i diversi generi che sono stati portati dagli artisti alle sonorità scelte e create dal produttore? Che tipo di conflitti possono sorgere durante la realizzazione di un disco così variegato?

Non è stato difficile. Dopo tanto tempo di dedizione al Rap mi considero un esperto e so gestire qualsiasi cosa che riguarda la musica di Metal Carter. La presenza di tanti ospiti così diversi tra loro mi ha dato input per spaziare maggiormente con gli argomenti, anche se ovviamente si tratta sempre di Rap estremo, fedele alla mia linea. Per quanto riguarda i beat sono tornato dopo un bel po’ di tempo a sonorità cupe che usavo maggiormente a inizio carriera… sono molto soddisfatto della scelta dei beat e dell’atmosfera che creano.

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Nel disco sono presenti diversi temi e, in un brano in particolare si percepisce anche una certa vena di romanticismo. In questo brano hai creato una tua personalissima iconografia della tua regina ideale. C’è stato qualcuno o qualcosa che ti ha ispirato per creare questo inusuale connubio di concetti?

Sono stato ispirato da alcune donne che ho frequentato ultimamente, ma soprattutto dal mio modo di intendere l’amore e una relazione sentimentale. Tu ti riferisci al brano: Chiamala Death-Queen. Ovviamente tutta la song è collegata al mio tipo di Rap e allo stile artistico di Metal Carter, oltre che a principi e valori a cui davvero credo e porto avanti nella vita quotidiana.

Sappiamo che sei un grande appassionato di cinema e spesso all’interno delle tue canzoni compaiono riferimenti a film che riesci ad inserire nelle strofe grazie alla tua conoscenza molto approfondita della cultura cinematografica. Quanta importanza attribuisci al cinema nel processo creativo che adotti per realizzare i tuoi progetti?

Il cinema è sempre stata una mia grande passione, ma dipende comunque dai periodi. Per esempio ultimamente mi sto dedicando poco al cinema e alla visione dei film, una certa atmosfera cinematografica si sposa perfettamente col mio immaginario. Sicuramente il cinema è una delle mie tante influenze, ma non va sopravalutata l’influenza cinematografica nel mio rap. Come ho detto prima le mie fonti di ispirazione sono molteplici, e secondo me è proprio la molteplicità delle mie influenze e il tipo di vita che ho vissuto che rendono il mio rap così unico e originale.

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Ci sono degli artisti che per fattori che non sono dipesi da te non sei riuscito a inserire ma che avresti voluto all’interno del tuo disco?

No. Ho fatto molte collaborazioni durante il mio percorso musicale ma c’è ancora tanta gente con cui mi piacerebbe collaborare, spero che ci sia modo di farlo in futuro!

È previsto un tour per questo disco adesso che sembra che il mondo della musica sia tornato a respirare?

Per ora no. Ma se ci sono promoter interessati ad avere Metal Carter sul loro palco si possono proporre e valuteremo la loro proposta volentieri! You can believe me… i’m here!

Video clip ufficale No points of me

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