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Intervista

Nashley torna con “Osiride” e segna la sua rinascita

Nashley 2022

Nashley, a 4 anni dal disco di esordio Real, è tornato da poco definitivamente sulla scena con Osiride, il suo secondo album in studio. Un album che ci insegna che, a volte, quando non ci si è fatti vedere per un po’ e nel frattempo si è cambiati, il ritorno può assomigliare più che altro ad una rinascita. Occorre togliere i vestiti vecchi e indossarne di nuovi e ci vuole tanto coraggio, perché c’è l’enorme incognita di come la prenderà chi ti ha conosciuto sotto una luce diversa.

È questa la situazione che si è trovato a vivere Nashley, che ha incontrato il successo con la trap della prima ora ai tempi della Sugo Gang (assieme, tra gli altri, a Mambolosco) e ha deciso – per fedeltà a sé stesso – di avventurarsi su sonorità molto più tendenti al pop e, se vogliamo, a quell’insieme variegato che in Italia chiamiamo “indie”. Un salto nel vuoto, una scelta tutt’altro che comoda, ma che ha pagato piuttosto bene fin qui, come testimoniato dai 2 dischi di platino di Nuovi Jeans e Cenere e quello d’oro di Giovane e triste.

Osiride è, per stessa ammissione dell’artista, frutto di un periodo che gli ha permesso di fare i conti con la solitudine, un flusso ininterrotto di emozioni profonde e diverse che ha scelto di non sopprimere più. E che ha invece vissuto, abbracciato e deciso di restituirci in 13 tracce autentiche, che costituiscono un vero saggio di libertà espressiva.

E i featuring che compongono il disco non potevano che riflettere questa ricerca di libertà: si passa dalla trap sperimentale di IRBIS 37 al brano pienamente pop con Anna Tatangelo. Passando per la traccia dalla vena più rock con Fasma, al funky con Tancredi e al rap con Jake La Furia.

Attraverso Osiride accompagnerete Nashley in questo viaggio alla scoperta di sé stesso e di una nuova dimensione musicale. In occasione dell’uscita del disco, abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata con lui per conoscere meglio il progetto.

La seguente intervista è sviluppata da Pietro Possamai, editor di Futura1993: il primo network creativo gestito da una redazione indipendente. Cerca i nostri contenuti sui magazine partner e seguici su Instagram e Facebook!

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Osiride, il tuo ultimo album, è nato in un momento storico molto particolare. Quanto ha influito su di te e sulla scrittura dei pezzi?

In realtà per me la quarantena è stata un’enorme pro per il lato artistico. Ho avuto molto tempo per pensare, per stare con me stesso e per capire davvero quale fosse la strada giusta per me.

In un post di Instagram scrivi: “Sono dovuto morire per rinascere / come Osiride”. Da che tipo di emozioni è nato l’album?

L’album è un mix di emozioni che si mescolano e scorrono ininterrottamente. Tristezza, amore, solitudine, paure, malinconie, promesse, forza e riflessioni sul passato sono solo alcuni dei temi che racconto traccia per traccia. Consiglio un ascolto attento per apprendere davvero tutto quello che volevo dire.

Nashley
Nashley. © Ufficio stampa

Osiride vanta all’interno collaborazioni con nomi importanti per la scena rap e pop italiana e che mostrano la tua voglia di non essere etichettato a un solo genere. Che tipo di sonorità troviamo in questo album?

Una delle cose di cui sono più fiero di quest’album è la varietà. Passiamo dal pop con Anna, al rap con Jake, al funky con Tancredi, al rock con Fasma, alla trap sperimentale con Irbis. Mi piace la versatilità e non amo essere etichettato, credo che la chiave fondamentale sia sapersi muovere in tutti i generi, rimanendo sé stessi.

Nello specifico, come è nato il pezzo con Anna Tatangelo, che è forse l’artista che più si allontana dalla scena urban?

Il pezzo con Anna nasce da una mia idea di un pezzo super pop (e super figo) in cui sentivo l’esigenza di una voce femminile. Giordano, il produttore, mi ha proposto subito Anna e io sinceramente non ci ho pensato due volte. È stato un onore per me avere una voce come la sua nel mio progetto, spero di incontrarla presto di persona perché causa impegni e causa Covid non c’è ancora stata l’occasione.

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Nashley – Osiride (cover)

Molto interessante la collaborazione con IRBIS37, gemma semi-nascosta della scena italiana, che ha regalato a Sempre di più un ritornello e una strofa semplicemente perfetti. Come sono nati il rapporto con lui e l’idea di questo feat?

Il feat. con Irbis nasce perché è uno degli artisti preferiti del mio produttore Movimento. Così ho approfondito la sua conoscenza, ho ascoltato tutto il suo album e sono rimasto impressionato per il suo progetto molto innovativo, ci siamo trovati in studio ed è nato il pezzo in un paio d’ore. Lui è una persona incredibile, un artista molto estroverso.

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Secondo te qual è il feat. di questo album che i tuoi fan aspettavano di più?

Penso il pezzo con Fasma. Ho visto tanto riscontro per quella traccia e sono molto contento.

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Nashley. © Ufficio stampa

Su 10 delle 13 tracce del disco c’è la firma di Movimento, ormai tuo fidato producer. Come nasce la vostra collaborazione artistica e quanto è stata importante nella fase di stesura del disco?

Il rapporto con Movimento per me è stato importantissimo. L’ho conosciuto due anni fa. È un produttore fortissimo di Vicenza e nel tempo è diventato anche un grande amico, che forse è la cosa che ha aiutato di più in questo disco.

Nel corso della tua crescita artistica da cosa sei stato influenzato musicalmente? Oggi hai un artista a cui ti rifai o ammiri particolarmente?

Nella mia vita sono stato influenzato da mille artisti, mille cose. Da piccolo ascoltavo i Beatles, i Rolling Stones, i Pink Floyd, gli U2, tutto il mondo più rock. Poi crescendo, grazie a mia madre ho ascoltato e imparato a conoscere il cantautorato italiano: da Battisti, a Baglioni e Bennato. Poi mi sono avvicinato al rap quando avevo 13 anni, inizialmente con Fabri Fibra ed Emis Killa e poi con tutto il resto della scena. Non mi rifaccio a nessuno ma ammiro particolarmente Mac Miller, che purtroppo ci ha lasciato, ma è uno dei miei artisti preferiti.

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Nuovi Jeans e Cenere sono stati due grandi successi che hanno segnato anche il tuo percorso verso una scrittura più conscious. Cos’era cambiato rispetto ai tuoi primi testi? Ti senti di aver dato continuità a quel filone in Osiride?

In Nuovi Jeans e Cenere parlavo di cose molte più personali e molto più vere e il pubblico se ne è accorto. Ho deciso quindi di concentrarmi su questo aspetto e infatti Osiride è tutto così. Tutto il disco è conscious, parla di me, è autobiografico, ci sono dentro tutte cose reali che ho vissuto e che ho visto.

Poco più di un anno fa usciva Giovane e triste, singolo presente anche in Osiride. Oggi è disco d’oro, conta oltre 20 milioni di stream su Spotify e continua a fare dentro e fuori dalla Top 50. Ti aspettavi un successo del genere quando è uscita?

Quando è uscito questo pezzo mi sono subito reso conto delle potenzialità che aveva. Non avrei mai pensato ad un successo così grande ma nemmeno a un fallimento, perché era un singolo molto potente e una reazione positiva comunque me l’aspettavo. Anche se non così.

Nashley – Giovane e triste

Vicenza si sta confermando in questi anni una città con una quantità di talenti musicali, in rapporto al numero di abitanti, a dir poco sorprendente. Nitro prima, tu e la Sugo Gang poi, di nuovo tu, Madame e Sangiovanni oggi. Guardando al futuro, hai da farci un nome per la prossima sorpresa made in Vicenza?

Sì, si chiama Caleydo, è un mio amico che lavora in studio sempre prodotto da Movimento. Lui è molto particolare come artista e già se ne sta sentendo parlare. Spacca.

Ti manca salire sul palco? Che rapporto hai con i tuoi fan?

Sì, mi è mancato molto salire sul palco, penso e spero succederà di nuovo molto presto. Anche perché, appunto, con i fan preferisco avere un rapporto più fisico e personale, quando li incontro ci faccio sempre due chiacchiere, chiedo anche delle curiosità su cosa apprezzano della mia musica, preferisco i rapporti di persona.

– Intervista a cura di Pietro Possamai

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