
Black Pulcinella è il nuovo album di Clementino per Sony Music. Un racconto dalle tinte malinconiche e dal riso facile: una storia di amore per la città, ma anche di profonda rinascita artistica. Ebbene si, perché Clementino era semplicemente stanco di ruotare attorno ai soliti cliché e ha deciso di tornare a fare rap – duro e crudo – con quella verve tragicomica che da sempre lo contraddistingue.
Alle volte però è importante andare oltre la superficie e, per meglio comprendere questo fantastico disco, abbiamo chiesto a Clementino di spiegarci brano per brano le varie canzoni che compongono il quadro di Black Pulcinella. Questo si presenta, fin dal primo ascolto, come un prodotto diametralmente opposto rispetto a Tarantelle, ma al contempo, complementare ed in grado di sorprendere costantemente l’ascoltatore tra cambi di flow e metriche taglienti. Prima di procedere, riascoltiamo insieme Black Pulcinella
BLACK PULCINELLA: IL TRACK BY TRACK
1. Dark side of iena white
Prodotta da LDO, è una presentazione di quello che è tutto l’album: rime da battaglia molto violente. È un brano di rivalsa, per mettere i puntini sulle “i”, in particolare sulla “i” di Iena, per dire “io sono anni che faccio questo e vi voglio dimostrare che un vero rapper non è soltanto quello che fa gli streaming o che va di moda, ma è anche quello che negli anni riesce ad essere una leggenda”.
Un bravo rapper è quello che riesce a fare 20 live di seguito senza perdere mai la voce, non magari fare una canzone per cui tutti vanno matti e dopo un mese non essere più nessuno. È un pezzo da veterano del rap con un contenuto freestyle, che parla del mio passato, delle gare di rap e continua nel futuro.
2. Univers
È il “sangue” dell’album, alla fine del brano dico “Mani che si stringono all’unisono/ un tappeto rosso come il sangue mio offerto in sacrificio/ La storia di una marionetta che ride ed è triste/ The Black Pulcinella pronto per l’apocalisse”.
La canzone è un invito a seguire l’universo, a fare le cose proprie senza guardare ciò che fanno gli altri. Bisogna pensare alla propria evoluzione e non essere una copia della copia. Prodotto da 2nd Roof, è sicuramente un brano molto introspettivo ed è uno dei miei preferiti.

3. ATM
Prodotta da LDO, non è solo una canzone, è letteralmente uno “schiaffone hip hop” in sano stile boom bap senza se né ma, quasi un ritorno alle origini del rapper napoletano, con rime taglienti, divertenti e provocatorie e con un ritornello che rimbomba nelle teste del pubblico, proprio come fa un MC che coinvolge tutti.
Il testo è di denuncia sociale, parla del disagio di una società che va a pezzi e in cui l’unica regola è il Dio Denaro, per questo ATM, che in gergo napoletano vuol dire fratello (fr-ATM) ma nello stesso tempo è il nome dato al cosiddetto Bancomat.
4. Revenge (feat. Enzo Dong)
Prodotto da Endly, è un pezzo che mi fa rabbrividire, che ho scritto a Roccaraso. Nel brano c’è Enzo Dong, che secondo me ha tirato fuori una delle strofe più belle della sua carriera e dell’intero album. Anche questo è un brano molto introspettivo.
5. Sound of Napoli
È nata a Los Angeles, precisamente a Sherman Oaks. Prodotta da Scoop DeVille, richiama molto lo stile boom bap americano, ma si chiama Sound of Napoli e basta ascoltare la canzone per capirla. È piena di punchline, rime da battaglia contro altri rapper, ma fa parte del grandissimo spirito di essere un MC.

6. Emirates (feat. Rocco Hunt)
In Emirates c’è il mio grande amico Rocco Hunt, finalmente siamo riusciti a fare un brano insieme. Attenzione alla terza strofa, dove c’è un botta e risposta di una frase a testa fantastica, è proprio il ritorno dei capocannonieri del sud.
Basta ascoltarla per capire di cosa parla, dice proprio “prenderei un volo e andrei lontano da qui” e ha tematiche molto conscious che parlano di momenti di depressione ma anche di rivalsa e di orgoglio, perché dice “dopo tutto quello che ho fatto, quello che era acqua è diventato champagne”. La base è di Nazo ed è un bellissimo pezzo costruito sulla chitarra.
7. Desaparecidos (feat. Geolier)
In Desaparecidos c’è Geolier, che ha fatto una strofa pazzesca. È un brano, con la base di Ettore Grenci, nato ad Hollywood e infatti dice “Napoli mi sembra Hollywood perché è piena di star”, ma in questo caso le star a Napoli sono le persone comuni del paese.
8. Eclissi (feat. J Lord, Speranza)
È una combo che forma un’alleanza tra J Lord, Clementino e Speranza, con la produzione di 2nd Roof. Parla delle notti in cui la vista si copre ed è come un’eclissi. Il pezzo è street rap ed è sicuramente uno dei più cattivi di tutto l’album.

9. La belva umana
È una dimostrazione di stile vera e propria, con la produzione di Kina, grande produttore internazionale, anche se è dell’hinterland napoletano come me. È un brano che mi piace molto perché ci sono molti stili di rap, di flow all’interno di una sola canzone e parla di me che divento una belva umana quando sono al microfono.
È anche un omaggio al grande Paolo Villaggio, invece di “Fracchia la belva umana” in questo caso ho fatto “Clementino la belva umana”.
10. Amore lo-fi (feat. Madame, Nicola Siciliano)
È la canzone relax dell’album, un pezzo lo-fi. Produzione di Endly e RNLA con featuring di eccezione, la grande Madame e il grande Nicola Siciliano. Il ritornello è stato scritto da mio fratello Paolo Maccaro. È un brano d’amore, forse l’unica di tutto il disco: “mi alzo la mattina e sto accanto a te”.
11. Capate storte (feat. Mattak)
È l’unico pezzo extra-beat, dove vado velocissimo. Prendo spunto da Busta Rhymes, che è stato uno dei miei maestri. Nel brano c’è Mattak, super rapper di Lugano, e ci siamo divertiti tanto. La produzione è di Dat Boi Dee e sarà un pezzo che farà saltare sicuramente tutti dal vivo.

12. Crazy Shit (VM18) (feat. Nello Taver)
È il brano più pazzo dell’album, volevo chiamarlo “Grosso guaio a Nola York”, ma siccome poi si è aggiunto anche Nello Taver, grandissimo rapper, non essendo lui di Nola l’abbiamo chiamata “Crazy Shit”. Parla delle nostre bravate del passato negli alberghi con le ragazze.
13. MKCNF8 (feat. Nerone)
In “MKCNF8” c’è Nerone, collega che stimo e rispetto molto e dico collega perché anche lui è stato vincitore di tante gare di freestyle. È un pezzo che dice che più passano gli anni più noi dobbiamo essere sempre al centro dell’attenzione perché così si diventa leggende, non pensare solo a quest’anno qui, ma più passano le ere noi ci siamo sempre.
14. Non passa mai (feat. Ensi, LA NIÑA)
C’è la bravissima LA NIÑA DEL SUD nel ritornello, la produzione è di Endly e RNLA. e c’è anche Ensi, amico che conosco da più tempo tra tutti i feat. dell’album. Insieme abbiamo vinto per due anni di seguito il 2theBeat e tante altre gare di freestyle insieme.
Ci siamo conosciuti nel 2004 ed è il rapper più veterano che ho invitato nell’album, era una vita che volevo duettare di nuovo con lui e finalmente ce l’ho fatta. Parla di quelle ferite che molte volte non si rimarginano, una ferita che non passa mai, delle cose che non dimenticherai. Anche dopo vent’anni se uno ha fatto degli sbagli, sono comunque ferite che non si curano.
15. Black Pulcinella
Prodotto da LDO, sono da solo davanti al microfono. È un pezzo che parte a cappella per strada e riprende proprio l’essenza del freestyler, di me che sono per strada a rappare. Parla della mia vita, del perché mi chiamo Iena White, delle gare di rap, eccetera.
Fino ad arrivare ad una delle rime più belle dell’album “è un giullare sul palco e dietro i camerini/ tu lo vedi che ride ma dietro la schiena ha le spine”. Mostra tutta la sofferenza che c’è stata per arrivare a questo punto. Questo è “Black Pulcinella”, questo sono io.
