
Da venerdì 13 maggio, su tutte le piattaforme digitali, è disponibile Pain Party, il nuovo album dell’artista siciliano Don Said pubblicato per Collater.al Label. La tracklist è composta da 14 brani e tra i nomi presenti troviamo i featuring di diversi artisti conterranei e non, come 2RARI, Don Pero, Sgribaz, Sethu, Enzo Benz, Fely, Lil Kapow e MadBuddy.
Le liriche del rapper si sviluppano su temi che affrontano concetti molto profondi e personali, come per esempio la continua ricerca di divertimento, mood in cui cercare una via di fuga come alternativa alla routine. Interamente curato dal produttore Arden, questo disco si presenta come un lavoro articolato e complesso, che mette sullo stesso piano la duplice realtà vissuta dall’artista, fra momenti di socialità e altri in cui prevale l’inadeguatezza. Ci sono diverse tipologie di sonorità, per esempio in Black Rari, il rapper americano Lil Kapow la fa da padrona sopra un boombap che rispecchia perfettamente lo stile della vecchia scuola, in Aurora invece con la presenza di Sethu l’atmosfera è totalmente diversa e Don Said riesce a mettere nero su bianco tutto il suo sgomento interiore. Sgribaz regala la sua penna a Passa da qua. Enzo Benz al microfono rende unico Esagerati, Fely porta un suono esotico a Top Model mentre, per concludere l’iconico e inconfondibile MadBuddy impreziosisce il brano I tuoi occhi con la sua attitudine (e un buon richiamo a un brano iconico del rap italiano, che vi invitiamo a scovare).
La nostra intervista a Don Said
Questo tuo disco d’esordio è la concretizzazione del tuo percorso musicale fino a qui. Come ha iniziato Don Said e come è maturato nel corso di questi anni, nella sua musica e nella vita?
Direi che il cambiamento è notevole, sia a livello umano che artistico. Ho cominciato dai freestyle marcissimi senza riconoscere molte dinamiche del gioco, la consapevolezza creativa adesso è diversa.
In Pain Party troviamo sonorità che abbracciano la filosofia della cultura hip hop più classica, mescolando il rap più puro alle logiche della trap. Quali sono gli artisti che hanno ispirato questa molteplicità di influenze nel tuo percorso?
Mi lascio influenzare semplicemente da quello che vivo. Ascolto tanta musica, soprattutto di questo genere, quindi è difficile prendere gli artisti come esempio. La più grande ispirazione è la vita vera.

I testi delle barre si sviluppano su temi molto profondi, come per esempio la ricerca di una via di fuga per staccare il cervello dalle difficoltà. Quali sono quelle più grandi per te, che hai voluto riportare nel tuo primo album, e che sono state le più complesse da mettere in musica?
Sicuramente le difficoltà più grandi sono state quelle personali riguardanti la salute psicologica. Sono riuscito a farmi forza, anche grazie alla musica, non è sempre facile ma ci si può riuscire.
Tu sei originario di Catania e sappiamo che come realtà è una di quelle a se stanti nel panorama musicale, con tanti artisti talentuosi. Ti senti più legato al tuo luogo di origine o senti che Milano ha cambiato un po’ il tuo modo di fare musica?
Catania mi ha dato un’ identità, un accento e una cadenza. Il mio trasferimento a Milano stato una conseguenza di vari eventi più che una decisione, anche qui mi trovo davvero bene e mi sento molto stimolato.

Nel disco ci sono molti featuring fra cui anche un nome internazionale. Parlaci di cosa ti ha guidato nella scelta dei nomi presenti.
Se è presente un nome nel mio disco è puramente per stima reciproca. Ci sono 3 città della Sicilia, varie regioni d’Italia un feat americano uno domenicano. Ho voluto spaziare molto dal punto di vista delle collaborazioni, mi piace la contaminazione.
Uno in particolare ci ha colpito: il ritorno di MadBuddy in un brano che omaggia velatamente anche un pezzo noto del gruppo composto insieme a Stokka. Senti un po’ di nostalgia per il rap di un certo periodo?
Una volta ero più nostalgici, adesso mi piace la varietà a cui siamo arrivati, ci sono un sacco di artisti validi. Essere nostalgici non aiuta a ad accettare e metabolizzare il cambiamento. Sicuramente sono cresciuto con un certo tipo di musica e mi piace darle valore. MadBuddy è stato super disponibile e ci conoscevamo già da un po’, gli sono molto grato per la collaborazione e per ciò che ha fatto in passato per questa musica.
Cosa ti aspetti dall’uscita di questo album? Ci saranno dei live nei prossimi mesi?
Farsi aspettative significa farsi del male, vivrò questo disco giorno per giorno. Sicuramente ci saranno tanti live e saranno memorabili.