
È uscito “Solo“, il nuovo disco di EasyOne, in cooproduzione con l’associazione culturale teatrale “Scena Nuda”. Non è una semplice citazione legata all’immaginario della saga Star Wars (Han Solo – il protagonista del capolavoro di George Lucas), ma una metafora che racconta il suo stato attuale, come uomo e come artista, come lo stesso cantante calabrese dichiara:
“Questo non è un disco ma un diario di un ragazzo che in poco tempo è diventato uomo e papà e che oggi affronta temi attuali con una maturità diversa e soprattutto con gli occhi di chi ha più responsabilità e difficoltà rispetto al passato. Diciamo che questo è un disco più di Bruno che di EasyOne e questo mi rende orgoglioso. Han Solo nella saga – più precisamente in uno spin-off – uccide un suo pseudo maestro di vita che poi si rivela un traditore, ecco dopo tanto tempo mi sono accorto che è sempre meglio sbagliare da soli. Perché deresponsabilizzarsi e far prendere le scelte agli altri non ti fa crescere e soprattutto non ti aiuta a capire cosa è giusto e cos’è sbagliato. Meglio perdere da soli anziché dividere il fallimento per renderlo meno doloroso, per la vittoria succede la stessa cosa, quando vinci godi ancora di più”.
In esclusiva per La Casa del Rap, Nukleo ha fatto qualche domanda per saperne di più!

Il 31 Maggio è uscito il tuo nuovo album “Solo”, 9 pezzi in cui proprio “Solo” non sembri visto i numerosi feat. all’interno con artisti come Francesco Paura, Shakalab, Gioman, Gheesa, Dj Delta e tanti altri.
EasyOne, come mai queste scelte e come è stato il processo creativo e di scrittura in un periodo così incerto come quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni di pandemia?
Ti dirò la verità nient’altro che la verità e non ti nego che la cosa mi riesce abbastanza bene. Questo disco è stato mega travagliato, praticamente era pronto a gennaio del 2020, doveva uscire ad aprile dello stesso anno ma non potendolo reckare in giro ho preferito aspettare. Ho addirittura dovuto cambiare certi testi perché sostanzialmente sembravano atemporali e non figli di questo tempo e di questa realtà che ci circonda. Nell’underground più duro come nel resto della scena mainstream, dalla pandemia in poi sono cambiate molte cose. Per esempio, se ci fai caso sono quasi scomparsi i fatidici brani estivi, le cosiddette hit da una botta e via, perché secondo me considerate completamente fuori luogo in un epoca in cui l’aggregazione e la vita sociale tra coetanei è stata praticamente azzerata. Forse è un bene o forse no, ma avrei preferito 2 anni di hit a questo mini inferno, lo chiamo mini perché poi se lo paragoni a tutto ciò che sta succedendo in Ucraina forse lo è stato solo in parte.
Quale è l’esigenza che ti ha spinto a produrre questo nuovo disco e come mai tanto levare all’interno delle produzioni?
L’esigenza è quella di raccontare intimamente il mio stato d’animo e la maturazione che ho avuto nel corso di questi anni.
Solo è un disco maturo, che parla molto di Bruno e poco di Easy, un disco diretto, concreto e pur sembrando semplice in realtà è parecchio contorto. Questo disco lo considero come una goccia che piano piano riesce a scalfire la roccia. Beh, sulle produzioni in levare questa è una conseguenza legata al background e all’immaginario che hai masticato in questi anni.
Come hai lavorato alle produzioni e con chi hai scelto di lavorare per questo progetto?
Ho scelto di lavorare intanto con persone professionali e soprattutto con cui ho un buon rapporto umano. Gheesa è uno dei produttori più talentuosi italiani perché è davvero stra versatile, ha anche mixato e masterizzato il tutto con un risultato di cui sono molto soddisfatto. Low P. è uno stakanovista, molto cazzuto, ha esperienza da vendere ed è tanto skillato. Promo l’inverso è un super fratello, la cosa bella di questo ragazzo è che non si arrende mai e trova sempre la soluzione giusta al momento giusto. Bonni è giovane e talentuoso, è stato bravo a trovare la melodia vincente in un brano a me molto caro che è “Non preoccupati“, brano dedicato a mia mamma.
Come sarà il live e come pensi che si sia trasformato rispetto a prima della pandemia la promozione e il booking dei progetti più indipendenti ed underground?
Il live sarà un mischione di brani nuovi, inediti e grandi classici, perché questo è un disco da viaggio più intimo rispetto al passato diciamo più da ascoltare con le cuffie, il cappuccio old school e la pioggia che sfiora l’asfalto.
Nel booking è cambiato tutto dopo la pandemia, ma una cosa è diventata migliore rispetto al passato, il fatto che i movimenti real stanno ritornando in voga e questo aiuta la scena a crescere e crea tante connessioni prettamente musicali e artistiche.