
“Red Bull è un’istituzione e bisogna esserci dentro“. Così conclude Guido Cagiva l’episodio Red Bull Posse. Ed è proprio così. Per chiunque voglia lavorare nella musica – e ancor più nel rap – Red Bull è un passaggio fondamentale. Negli anni ci ha abituato a format innovativi, divertenti e musicalmente potentissimi. Solo da poco è nato questo nuovo progetto: Red Bull Posse. Protagonisti di questa puntata sono Deriansky, Alda e Guido Cagiva – tre artisti molto differenti, ma accomunati dalla medesima etichetta Asian Fake.
Red Bull Posse è il nuovissimo e innovativo format di Red Bull Italia, disponibile sul canale YouTube Red Bull Droppa. Nato in giappone col nome di Red Bull Rasen ed importato anche in Francia come Spinner, in Italia il format richiama il movimento delle Posse degli anni ’80 e ’90 e consiste nel lanciare una sfida creativa corale, riunendo artisti diversi chiamati a collaborare nella scrittura di un brano alternandosi ogni 16/32 barre. Ogni traccia prodotta dalle Posse riunite da Red Bull racconta una storia partendo da un argomento che sta a cuore agli artisti, che hanno massima libertà di espressione all’interno della traccia.
– Questa intervista segna anche l’inizio di una collaborazione tra lacasadelrap.com e Red Bull Italia. Vi offriremo nelle prossime settimane contenuti in esclusiva realizzati in collaborazione con Red Bull Droppa. La seguente intervista è stata interamente sviluppata da Red Bull Italia. –
La tua estetica è molto lontana da quella “stereotipata” da rapper. Quando non è al microfono, o con la penna in mano a scrivere, che tipo è Deriansky?
Deriansky: Quando non sono in studio, quando non faccio musica, sono una persona timida a cui piace curiosare in giro per il mondo e per la mia città. Passo molto tempo in giro; sono un po’ timido e non parlo tanto. Forse è per questo che mi sfogo così tanto quando scrivo e propongo questo immaginario.
Alda definirti una rapper sarebbe indubbiamente limitante: come descriveresti la tua musica? Da dove arrivano le tue influenze?
Alda: Sicuramente le mie influenze derivano dal rap: mi sono approcciata le prime volte ad artisti come gli Onyx, il Wu-Tang Clan, Eminem, 50 Cent. Poi intorno ai 12 anni ho iniziato ad ascoltare il rap italiano: un artista che mi ha influenzato molto è Kaos One. Mi sento una rapper, e il mio modo di scrivere e le sonorità variano anche in base alle emozioni che dobbiamo tirare fuori.

Le ultime uscite di Guido Cagiva si caratterizzando per una ricerca sonora che si allontana dai trend del momento e fa un po’ quello che gli pare: quanto ti piace farti coinvolgere nella fase di produzione dei tuoi brani? Che rapporto hai con i tuoi producer?
Guido Cagiva: il rapporto con i miei producer è bellissimo. Sono una persona che ha bisogno di stare con gente che lo conosce. Sto sempre e solo con persone che è sempre stata con me. Lavoro solo con gente che sa come prendermi. Visto che ci capiamo dal punto di vista umano, risuciamo a capirci anche molto dal punto di vista musicale. Quello aiuta tantissimo secondo me in un processo creativo.
Guido a 24 anni sei il più “anziano” del terzetto di ospiti di questo format Red Bull, ma in realtà sei giovanissimo anche tu: dove vorresti arrivare con la tua musica nei prossimi 5 anni?
Guido Cagiva: andrò sempre più su; cerco sempre di migliorarmi e di fare qualcosa che non ho fatto. Superare i limiti personali è l’obbiettivo primario. Si tende sempre all’infinito.
Siete tre artisti dalla label Asian Fake, ma molto diversi. C’è una skill che rubereste ai vostri colleghi di Posse?
Alda: Io vorrei saper fare i beat di Derio.
Guido Cagiva: io uguale. Vogliamo tutti i beat di Deriansky – ride.
Deriansky: io vorrei essere spensierato come mi sembra essere Guido. Vorrei essere più spensierato come Guido quando approccia la musica; sembra che su di lui la musica abbia un effetto più positivo, mentre a me prosciuga. E di Alda vorrei avere la mitragliatrice che ha in bocca. Spara barre ed è una che scriva (e rappa) duro. È un MC e mi gasa tantissimo.

Per Alda e Cagiva: vi è piaciuto subito il beat di Deriansky? Lo avete rilavorato dopo averlo ascoltato?
Alda: Derio ci ha inviato tantissimi beat. Abbiamo scelto questo alla fine e tutto è stato molto veloce. Il processo è stato velocissimo
Guido Cagiva: eravamo tutti d’accordo su quel beat li. Anche perché era un beat su cui tutti e tre potevamo fare bene.
Com’è stato partecipare a questo nuovo format di Red Bull?
Deriansky: È stata un’esperienza nuova. Lo dicevo prima: nessuno ha mai fatto questo per un mio brano. Sicuramente è un punto d’arrivo, ma anche un punto di inizio. Spero di aver dato un po’ a tutti voi (chi sta guardando, ndr). Bellissima esperienza.
Alda: anche io sono molto contenta perché la condivisione è una cosa che spesso mi manca, essendo una persona molto chiusa. Il fatto che ci possano essere dell’esperienza che mi possano aprire soprattutto nell’ambito musicale, per me vale tutto.
Guido Cagiva: come diceva Derio, una situazione del genere è già di per se figa. Nessuno ha mai fatto qualcosa del genere per noi. Bomba tutto! D’altronde Red Bull è un’istituzione e bisogna esserci dentro.