
La storica crew Do Your Thang pubblica il disco Gang Theory disponibile su tutte le piattaforme digitali e su Spotify distribuito dalla Do Your Thang Records.
Il collettivo Do Your Thang, dopo svariati progetti solisti dei suoi membri, si riunisce in questo nuovo lavoro che prevede la presenza di tutti gli undici componenti del collettivo: Pacman XII, Penny, Panz, William Pascal, White Boy, Jekesa, il cantante SWED, i produttori Alan Beez, Rubber Soul, Benjamin Ventura e Dj Dibba.
Il disco è costellato da tecnicismi, incastri e racconti di vita impreziositi da influenze latine e atmosfere più classiche. Un mix che contraddistingue da sempre il sound della crew.
L’album è stato anticipato dall’uscita del singolo Mass Effect con la collaborazione di Ensi uscito lo scorso 29 Aprile. Tra le collaborazioni vediamo anche la presenza dei Colle Del Formento nel brano Alma Libre
Per l’occasione ho fatto quattro chiacchiere con loro. Prima di leggere la trascrizione dell’intervista vi consiglio l’ascolto del disco.
Benvenuti su lacasadelrap.com. Da quando stavate lavorando a “Gang Theory”? Come avete deciso che era il momento di pubblicare un disco?
Panz: Abbiamo iniziato a lavorare al disco intorno a Novembre 2019, appena iniziato il format di serate It’s The Joint! che ci hanno tenuto uniti fino all’arrivo della pandemia. Era il momento giusto per lavorare al disco dopo la pubblicazione dei progetti solisti di ognuno di noi nel corso del tempo. Come se avessimo chiuso il primo universo Marvel ed ora “tutti insieme con una bomba atomica!”. Io me la sono vissuta in questo modo. Abbiamo aspettato il momento giusto per portare il disco sui palchi, attendendo periodi più tranquilli per quanto riguarda l’aggregazione e il divertimento, suonare live è la cosa che più ci fa impazzire ed ora non vediamo l’ora di fare il fuoco vero alle serate!
Nel singolo “Mass Effect” che ha anticipato l’uscita del progetto vediamo la presenza di Ensi. Quali fattori hanno influenzato le scelte che sono state fatte per i featuring?
William Pascal: Con tutti gli ospiti del progetto c’è alla base forte stima e rispetto reciproco. In passato abbiamo aperto i live di Ensi, Willie Peyote e Colle der Fomento e soprattutto con gli ultimi due abbiamo avuto occasione di passare diverse serate insieme. Per noi è un onore averli nel disco.
I temi affrontati sono molto profondi. Qual è l’esigenza che avete avuto e cosa vi ha spinto a volere affrontare proprio questi temi nella realizzazione questo lavoro ?
Pacman XII: La necessità era realizzare un disco che potesse durare nel tempo e nella nostra esperienza abbiamo capito che le tematiche che fanno vibrare all’unisono noi e chi ci ascolta sono ovviamente le esperienze personali. Per questo motivo i brani più introspettivi e conscious hanno preso forma solo in questo momento di maturazione personale ed emotiva.
C’è qualche artista con il quale non avete ancora collaborato e che invece avreste voluto nel progetto ?
DJ Dibba : Essendo il nostro primo album di gruppo, abbiamo preferito non esagerare con il numero di ospiti per focalizzare l’attenzione su tutti i membri del roster. Ci avrebbe fatto piacere coinvolgere altri artisti con cui siamo entrati in confidenza come ad esempio Johnny Marsiglia e Ditonellapiaga ed altri con cui invece non abbiamo un rapporto personale ma ci piacerebbe coinvolgere come Frah Quintale e Coez.
Il vostro collettivo è formato da tante personalità diverse. È stato difficile trovare un equilibrio tra di voi?
Rubber Soul: Assolutamente. Abbiamo tutti personalità diverse e per un collettivo come il nostro, in cui il live è il fulcro della nostra esperienza e un’occasione per connetterci l’un l’altro, attraversare un periodo di blocco della musica dal vivo ha seriamente minato l’equilibrio del gruppo. Alla fine però, nonostante siamo tutti “Disaster Artist”, grazie anche alla resilienza dei nostri produttori la gang ha ritrovato la sua armonia.

A distanza di tanto tempo cosa ne pensate della situazione musicale attuale nello specifico a Roma e in generale della scena Hip Hop in Italia?
William Pascal: C’è del movimento e qualcosa che ci piace, tuttavia ci sentiamo ancora un po’ degli out-sider per la direzione che ha preso la scena e il mercato. Diciamo che ci sentiamo a tutti gli effetti un’alternativa, ancora di più oggi rispetto a quando abbiamo iniziato.
Quali aspettative avete per questo progetto? Quali credete che saranno i feedback del pubblico?
William Pascal: Siamo abbastanza convinti che il nostro pubblico apprezzerà molto il progetto Gang Theory, ma il nostro obiettivo è anche catturare l’attenzione e l’interesse di chi ancora non ci ha mai sentito. È difficile parlare di aspettative perché è il nostro primo progetto corale e al momento siamo semplicemente orgogliosi di aver chiuso un cerchio importante.
State preparando qualcosa per il futuro? Potete spoilerare qualcosa?
Penny: Stiamo per annunciare una data estiva di presentazione dell’album a Roma e stiamo organizzando un tour per portarlo live in tutta Italia.