
Burkina Fuzz è il titolo del nuovo album di Mole, artista poliedrico della classe ’82, da sempre impegnato nella ricerca di uno stile unico che fonde sonorità dub con jazz, beat electro, bassi sincopati e chitarre funk.
Da martedì 21 giugno 2022 è disponibile il nuovo disco Burkina Fuzz in tutte le piattaforme digitali e in vinile pubblicato da Aldebaran Records.
L’album è accompagnato dal videoclip Sig. Riva diretto da Giampaolo Rossi, con protagonista una ballerina, che con la sua performance, accompagna note e parole del playback di Mole. Un’atmosfera sospesa fuori dallo spazio e dal tempo fonde le immagini tra luci e ombre con una scenografia minimale che mette in risalto tutte le coreografie della danza arrogandosi il diritto di perfetto biglietto da visita di un disco completo e raffinato.
Per l’occassione sono state fatte alcune domande all’artista che si è definito, a ragione, una sorta di “giornalista della musica”.
Burkina Fuzz è il nome del tuo nuovo disco. Immagino che la scelta, in parte, sia dovuta a Burkina Faso, lo stato indipendente di cui spesso vediamo la bandiera nei tuoi post sui social. Si potrebbe pensare che non sei di Belluno …
Sono nato e cresciuto a Belluno nel 1982 in una città nascosta tra le montagne dove nell’era pre-web trovare spunti su quello che ascoltavamo era un’impresa titanica. Questo ha sicuramente contribuito a farmi sviluppare una forte curiosità, un senso di originalità più sviluppato e una ‘cazzimm invidiabile rispetto ad altri. E la stessa cosa vale per tutti gli altri “colleghi” musicisti della zona.
Burkina Fuzz è un gioco di parole che parte dal mio amore per i ritmi e la cultura Africana in generale (Burkina Faso, Mali e Nigeria in particolare) che in questi anni ho approfondito. Il tutto è miscelato a uno dei miei effetti preferiti che in questo caso rappresenta un po’ la cattiveria che ci devi mettere per raggiungere dei risultati in un mondo sempre più saturo di presunti geni e fenomeni. ( N.d.r.: Con il termine fuzz ci si riferisce a un particolare tipo di distorsione, generalmente usata in musica su chitarra e basso elettrici – Wikipedia).
Che tipo di contenuti troviamo in Burkina Fuzz?
È un disco molto intimo, scritto per la maggior parte durante questi anni di pandemia, dove un po’ tutti ci siamo dovuti fermare. Io ho cercato solamente di dare dei punti di vista, i miei ovviamente, sulla fragilità, le contraddizioni e la bellezza dell’essere umano.
Mi sono sempre considerato una specie di giornalista della musica, uno di quelli vecchia scuola con Bic e taccuino, amo osservare i comportamenti e le manie dell’uomo e tentare di metterle in musica. Poi ci sono una serie di omaggi più o meno dichiarati come a Kobe o Socrates ovvero sportivi che in qualche modo sono andati oltre lo sport. La morte del Mamba per me è stata molto significativa.
Mi sono sempre considerato una specie di giornalista della musica, uno di quelli vecchia scuola con Bic e taccuino, amo osservare i comportamenti e le manie dell’uomo e tentare di metterle in musica.
E questa bellissima copertina?
La bellissima cover di Burkina Fuzz l’ha disegnata Marina Benetti, già curatrice delle copertine di Higuita Doom, persona incredibile per disponibilità e soprattutto per come riesce a mettere nero su bianco quello che un artista ha in testa. Semplicemente ha sviluppato degli spunti minimali che le avevo dato e rappresenta un pò il mio mondo, dove per assurdo la senape è diventata molto più di una semplice spezia, ma la portata principale.

Nel brano Autobiografia in Burkina Fuzz menzioni le cose sacre. Cos’è per te Sacro?
Io sono abbastanza convinto che la sacralità sia una condizione che ognuno trova (o non trova) alla sua maniera, individualmente. Quello che per me è sacro ed intoccabile a un altro può essere tranquillamente indifferente e la cosa non dovrebbe stupire, anzi. Altra cosa è la fede, ma qui entriamo in dei campi troppo complessi per essere sviluppati in quattro righe.
Sig. Riva è il primo video estratto dal disco. Quando sei Sig. Riva e quando sei Mole?
Non c’è mai stata differenza. Da quando ho iniziato a fare musica abbastanza seriamente me la sono vissuta 24/7 così come deve essere. Ovvio che a casa con tuo figlio non sei la stessa persona che salta su un palco, ma l’attitudine e l’ossessione per tentare di sorprendermi ad ogni disco che faccio c’è sempre stata. In realtà sono molto attratto dal concetto di dualismo, tema che ho già trattato in MNLT dei Maci’s Mobil.
Cosa rappresenta nel video simbolicamente la ballerina e la bottiglia di liquore?
Volevo un video minimale e con pochi elementi dove la ballerina rappresentava un po’ il mio alter ego e la bottiglia di rum il tramite tra le due personalità

Il disco ha influenze afro-elettroncihe. Dove trovi nuova musica che ispira i tuoi progetti musicali?
In realtà in questo periodo sto ascoltando veramente poca musica, ma generalmente sono abbastanza onnivoro, cosa che non significa “ascoltare un po’ di tutto”.
Cerco di approfondire periodicamente vari generi, dalla musica marocchina al free jazz passando per certe cose pop che trovo assolutamente geniali (vedi Stromae). Uno dei dischi che ultimamente mi ha più influenzato probabilmente è Yuseef Kamal. È un peccato che si stia perdendo l’idea di album inteso come concept e non come accozzaglia di singoli senza una linea comune, d’altronde i dischi raccontano spezzoni di vita.
Ci fai una piccola carrellata di tutti gli altri dischi che hai fatto, in che anno, per quale etichetta e di che influenze avevano?
Atlantide 4et nel 2002 per VibraRecords (Alt HipHop), Nero Viaggiatore per Reddarmy nel 2008 (HipHop/Jazz), poi i dischi coi Maci’s Mobile (reggae/dub): L’Antidoto nel 2009, Pugni in Tasca nel 2012 e L’hobby del parlare di niente nel 2015 per Reddarmy.
Due Ep in cassetta con Higuita Doom (elettronica/doom/downtempo) nel 2016 e 2020, due Ep strumentali ovvero Sicksenses nel 2009 e Helix Nebula nel 2013 ed infine due dischi col Mole Monwalktet (Funk-Jazz, Hiphop) nel 2010 e 2015 ovvero Visionauta e Manuale per Funamboli sempre per Reddarmy che ringrazio per avermi supportato sempre e comunque dal giorno zero.