Fare della musica il proprio lavoro non è affatto semplice. Ci vuole dedizione, pazienza, risorse e soprattutto un’idea di fondo che possa sostenere l’intero progetto. Proprio per questo è difficile trasformare una passione in lavoro. In Italia però abbiamo diverse realtà che nel tempo si sono affermate e che sono riuscite ad ottenere un discreto successo – soprattutto nel mondo underground.
Tak Production di Ludovico Miani è una di queste. Capillarizzatasi soprattutto nell’underground romano, l’etichetta si è sviluppata sostenendo nel 2010 artisti come Rak e Marciano, fino ad arrivare nel 2018 alla pubblicazione di Adversus dei Colle Der Fomento.
In virtù di questi 10 anni di Tak Production, l’etichetta ha deciso di celebrare l’anniversario con un speciale showcase, in cui prenderanno parte tutti i suoi protagonisti: Colle der Fomento, Il Turco, Rak, The Old Skull, Mr. Phil, DJ Ceffo, ma anche i Romaunderground, Chef Ragoo e Suarez.
Proprio in virtu di questo anniversario, abbiamo deciso di offrire un racconto del lavoro svolto nell’arco degli anni da Tak Production. Lo abbiamo fatto nel modo più semplice e diretto possibile: interrogando -e discutendo- con il suo fondatore, Ludovico Miani, per scoprire retroscena, sensazioni e passioni che hanno caratterizzato i primi 10 anni di un’etichetta indipendente, divenuta simbolo dell’underground romano.
Ciao Ludovico! Benvenuto su lacasadelrap.com; tu sei riuscito in qualcosa a cui molti ambiscono: creare un’etichetta indipendente e capace di resistere nel tempo. Da quale esigenza è nata Tak Production nel 2010?
Ciao Ragazzi, innanzitutto grazie per lo spazio dedicato. All’epoca eravamo solo un gruppo di amici tra cui due MC molto validi che erano ai primi anni di carriera. Parliamo di Rak e Marciano e intravedevo in loro, e non solo io, un talento fuori del comune. Ho voluto creare un qualcosa che gli permettesse di avere una base su cui appoggiarsi e che gli facesse da rampa di lancio per la loro promettente carriera.
Da qui è nata l’idea di creare un’etichetta indipendente. Per quanto riguarda l’industria musicale penso che negli ultimi anni sia cambiata quasi del tutto, ovviamente parlo dal mio punto di vista indipendente.
Basta pensare che all’ epoca non esisteva Spotify, che al giorno d’oggi è diventato il motore portante della musica digitale mondiale. Anche per quanto riguarda il fisico è cambiato tutto: adesso se si compra un CD o un vinile è solo a scopo di puro collezionismo.
Anche la trap in Italia non esisteva, o perlomeno si era appena affacciata negli USA, mentre qui da noi il rap/hip hop era così diviso: mainstream e underground. Penso che così già basta per darci un’idea di quanto sia cambiato il panorama musicale nell’ultimo decennio.
So che il nome “Tak Production” vuole riprendere quello di una crew di writer romani. Immagino che il tuo legame con la cultura hip hop sia sempre stato piuttosto forte. Quando hai capito di voler lavorare nell’industria musicale?
Sinceramente era un mio sogno sin da bambino di creare un etichetta/produzione per pubblicare musica e anche capi di abbigliamento per i gruppi stessi. Ho sempre avuto una grande passione per la musica in generale, infatti da teenager ho ascoltato molto la musica punk, elettronica e hip hop statunitense. Solo in un secondo momento mi sono affacciato al rap italiano.
Per quanto riguarda i generi appunto, anche riprendendo il discorso di prima, la scelta del rap è nata in maniera naturale, trovandomi praticamente “in casa” gli artisti non potevo scegliere altrimenti.
Tra 2010 e 2013, TAK Production si dedicherà alla pubblicazione di una triade di Mixtape: “Barrecrude mixtape”: un caposaldo del rap underground romano. Cosa ha reso questo progetto così innovativo per l’epoca?
Penso che la novità dell’epoca era nello stile dei Barracruda (Rak e Marciano). Le rime taglienti di Marciano con botta e risposta stile “battle”, oppure l’extra beat super veloce e pulito di Rak, era un qualcosa di nuovo in Italia in quel momento. Tutto questo ha fatto sì che la scena romana desso subito credito al gruppo.
Infatti nonostante i Barracruda si fossero formati da poco sono stati tanti gli mc che hanno aderito al progetto e hanno contribuito a rendere la saga iconica.
Col senno di poi possiamo dire che siete stati anche dei precursori; tra il 2010 e il 2015 il mixtape è stato tra i formati più utilizzati. Pensi che il ritorno al mixtape a cui stiamo assistendo sia frutto di un lungo amarcord?
Ascoltando molto rap d’oltreoceano, dove i mixtape esistono da sempre, i Barracruda sono stati a mio avviso semplicemente più veloci e innovativi di altri a scegliere quel formato. E se adesso sta tornato di moda è semplicemente perché la “ruota girà” e prima o poi si torna sempre al punto di partenza. La stessa cosa vale per la trap: sono sicuro che tra un po’ si tornerà agli albori con l’old school.
Nel 2016 TAK Production inizia la collaborazione con Il Turco, dopo l’esperienza dei Flaminio Maphia e con il collettivo Gente De Borgata. Come siete entrati in contatto?
Con Pietro (Il turco) ci siamo conosciuti all’epoca del primo capitolo del Barrecrude mixtape nel 2010 collaborando insieme con uno dei pezzi più importanti dei Barracruda L’Accattone. Da lì è nata una stima reciproca che poi ci ha portato a lavorare insieme nel 2016 con l’uscita di Rap’Autore e Lontano nel 2019.
Ci tengo a precisare che per me lavorare con lui è stata un enorme soddisfazione personale e crescita per la mia carriera da “discografico”. È un onore per me collaborare tutt’ora con uno dei caposaldi del rap capitolino. Vorrei anche citare altri due artisti che sono per me molto importanti e che anche loro hanno contribuito a far crescere l’etichetta in questi anni.
Sto parlando di Suarez con cui ho avuto il piacere di lavorare al progetto di Essi vivono nel 2012 e Mr. Phil con Niente X nessuno nel 2014. Con entrambi ho instaurato un ottimo rapporto professionale ma soprattutto di amicizia che ci lega tutt’oggi.
Poi c’è stata anche Doll Kill che nel 2017 ha pubblicato l’EP Oh My Doll. Lei è stata una delle grandi promesse del roster di TAK Production. Sei soddisfatto nell’aver lanciato un’artista come lei?
Per quanto riguarda Giulia (Doll Kill) posso solo dire che è stata una bella avventura. Con lei ho voluto sperimentare “l’ebrezza” di lavorare con un giovane talento della nuova scuola.
Nonostante fosse molto brava nello stile classico con lei mi sono affacciato per la prima volta nel mondo della trap. Una delle collaborazioni che senza dubbio le ha fatto da trampolino di lancio e di cui ne vado molto fiero è stata la traccia Metempsicosi con Sick Luke.
Che poi abbia preso un’altra strada e sia stata reclutata nel team di Machete, mi può solo che far piacere in quanto ha dato un senso e un seguito al mio lavoro. Perché questo è proprio il motivo per cui ho voluto fondare un’etichetta, cioè dare più visibilità possibile agli artisti con cui collaboro.
È il 2018. TAK Production viene contattata da Colle Der Fomento; proprio questo collegamento porterà alla pubblicazione di Adversus, quarto album del collettivo romano. Immagino sia stata una grandissia soddisfazione..
Bhè vi posso confermare che è stata un enorme soddisfazione, pochi anni prima la sognavo solo una cosa del genere. Diciamo che è stato il punto di svolta della mia carriera discografica. Mi sono sentito molto gratificato perché tale passo ha dato un senso maggiore a tutto quello che avevo fatto fino a quel momento, era la prova che il mio lavoro veniva molto apprezzato anche dall’ esterno. Inoltre con i Colle der Fomento è nata una bellissima amicizia e stima reciproca che ci porta a collaborare tutt’oggi. E non è detto che non escano altri progetti insieme – e mi fermo qui (ride, ndr).
E infine The Old Skull con il loro Fantasmi, Ruggine E Rumore, dal gusto Nu Metal. Quanto è importante nella filosofia di TAK Production essere avanguardia musicale?
È importantissimo per me affacciarmi anche ad altri generi musicali perché fino a questo momento il mio lavoro era stato prevalentemente con l’hip hop.
Aver sperimentato un genere più strumentale ma con sempre attitudini rap come il crossover/nu metal è stata una bellissima sfida, anche perché ha riacceso le mi vecchie passioni per la musica punk hardcore. Un piccolo aneddoto: è stato Danno stesso a segnalarmi il gruppo, e non nascondo che anche questo a contribuito a dare subito una forte credibilità al progetto.
Averlo sentito per la prima vota su un altro genere come nel brano Vecchio Teschio è stato sorprendente e sbalorditivo e mi ha convinto subito a buttarmi in questa nuova avventura.
TAK Production però non è solo etichetta discografica, ma anche organizzazione di eventi. Voglio provocarti: quale pensi sia stato il concerto meno capito (o apprezzato) dalle persone?
Il Più bello per quanto mi riguarda è stato quello dei Dilated Peoples con i Colle der Fomento nell’estate del 2016. Senza tralasciare la bellissima serata con Sean Price (RIP). Il meno capito, mi riferisco in quanto a presenze, è stato AZ che comunque nonostante le sue hit con Nas e molti altri, è pure sempre per un pubblico di nicchia.
E nel prossimo futuro.. Come pensi possa evolversi il brand TAK Production? So che avete anche iniziato a produrre del merchandising..
Si è una cosa che mi è sempre piaciuto fare sin dai primi tempi, creare ad hoc per ogni artista un logo per poi sviluppare una linea di vestiti e accessori.
Negli ultimi anni mi sono ancora più specializzato nelle produzioni di vario tipo con differenti tecniche di stampa fino al ricamo, e tutto ciò va molto vicino a un brand vero e propri come nel caso della linea Adversus dei Colle der Fomento.
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