Dopo la riproposizione dei primi (importantissimi) dischi, è stato pubblicato il nuovo lavoro di Mondo Marcio intitolato Magico. Un progetto potente ed energico, nel quale una delle icone della “vecchia guardia” dell’hip hop italiano, ritorna all’essenziale, prendendo le distanze da ogni tipo di condizionamento esterno, discostandosi dai trend e delle mode del momento.
Magico è un album dal carattere introspettivo e personale, con un Marcio più maturo e consapevole di sé stesso e di tutto quello che lo circonda. Nelle sue 13 canzoni (della versione digital) – con un linguaggio pungente e diretto, zeppo di vari riferimenti alla cultura pop – racconta di realtà, trasmettendo i valori “sacri” di vita vissuta, e non disdegnando di denunciare nel contempo le ingiustizie della società contemporanea.
Il nuovo Magico di Mondo Marcio è arricchito da diversi featuring d’eccellenza: Gemitaiz per la Open/titletrack, Arisa per Fiori e Fango – singolo estratto di anticipazione della release – Caffellatte in Desideri e Nyv in Giorni Migliori, senza contare l’eccezionale partecipazione di Saturnino.
Abbiamo rivolto a Marcio alcune domande, così da capire che Magico non è solo un album ma anche una fotografia (importantissima) sulla carriera di Mondo Marcio. Prima di proseguire, schiaccia play e lascia scorre in sottofondo l’ultimo progetto firmato Mondo Marcio.
Ciao Marcio! È un piacere riaverti ancora ai microfoni de lacasadelrap.com! Recentemente hai riproposto i tuoi primissimi lavori (Fuori di qua!, Mondo Marcio). Magico è il tuo tredicesimo album. Ben 20 anni all’attivo e tanta esperienza in più: quanto di quel primo Mondo Marcio è rimasto in Magico?
Sono rimasti sicuramente la curiosità e l’amore per quello che faccio. Non puoi avere 20 anni all’attivo senza amare quello che fai, è l’amore per la musica la forza trainante che mi spinge a continuare, prima ancora dei soldi, della fama e dei riconoscimenti. Poi sono rimasti anche l’entusiasmo e la fame del Gian Marco sedicenne, nonostante sia cresciuto sono sempre gli stessi.
Hai mai pensato che, per chi ascolta, la tua musica possa essere terapeutica? E, viceversa, la musica rappresenta per te ancora una valvola di sfogo?
In realtà più volte mi hanno detto che la mia musica è terapeutica, anche se non è nata per essere tale. È una cosa che mi inorgoglisce, sono contento se le mie canzoni possono aiutare le persone. E assolutamente sì, la musica è da sempre una terapia, una valvola di sfogo che mi fa sentire a posto nel mondo.
Magico è un album concreto, semplice nella sua complessità. Trasporta l’ascoltatore in una visione adulta della tua musica. Ti andrebbe di raccontarci il processo creativo che ha portato alla realizzazione di Magico?
Non sono partito da un concept ben preciso, la visione del progetto si è formata man mano, parlo di 3 anni di vita vissuta a pieni polmoni, il turbinio emozionale non è stato indifferente. Quando ho scritto il pezzo Magico ho capito che tutto l’album andava verso quella direzione, e di conseguenza ho scelto di chiamarlo allo stesso modo.
E per quanto riguarda la cover: l’essere in questa stanza significa che ti senti ancora “dentro la scatola”? O ne sei uscito?
La cover non ha un collegamento diretto a “Dentro la scatola”, il ragazzino sul letto sono io che voglio far entrare luce per illuminare la mia vita, che spesso, come quella di tutti, è fatta di momenti bui, che mettono alla prova come fossero dei test.
Il modo per superare questi ostacoli io l’ho trovato grazie al mio alter ego Mondo Marcio, il cui poster è appunto appeso al muro. Allo stesso tempo, il ragazzino può essere qualsiasi persona che utilizza la propria magia e aspirazione personale per illuminare la propria vita.
Nella tracklist sono tante le collaborazioni tra novità e amici di vecchia data. Com’è stato collaborare con questi artisti della nuova scena musicale?
Non faccio differenze tra vecchia e nuova generazione, il bello dell’arte è che senza tempo. L’importante è che l’artista abbia qualcosa da dire a livello creativo, è ciò che mi ha spinto a collaborare con tutti i feat. del disco.
Il brano Mezzanotte ha tutta l’aria di diventare una hit. La sento un pò più “vicina” di altri a Gian Marco Marcello. Ha forse un valore speciale per te all’interno della tracklist?
Il brano ha un valore speciale, il titolo ovviamente non è casuale. L’ho scritto in un momento che è appunto quello della mezzanotte, che segna il passaggio tra un giorno e l’altro e rappresenta quindi una sorta di transizione tra lo stato cosciente e quello incosciente. È uno dei pezzi a cui sono più affezionato.
La notizia ufficiale della pubblicazione del tuo nuovo disco, sin dalle prime ore ha creato intorno a sé un altissimo livello di hype tra il tuo fandom e su tutta la scena rap nazionale. Cosa dobbiamo aspettarci ora che è uscito? Magari un tour nazionale?
Sì esatto, sicuramente il tour, che toccherà le principali città italiane, come Roma, Milano e Torino, rispettivamente il 1°, il 2 e il 3 febbraio 2023. Non vedo l’ora di portare l’album in giro per l’Italia, è la conclusione migliore che possa desiderare dopo tre anni di lavoro.
Pensando al futuro di Gian Marco Marcello senti di voler proseguire unicamente sulla strada della musica o vuoi approfondire anche altre forme d’arte? Ad esempio so che hai sviluppato una line di NFT..
Indipendentemente dallo strumento che utilizzerò in futuro, la cosa importante è raccontare la mia storia, facendolo anche da un’altra prospettiva come faccio in Magico. I temi, infatti, sono gli stessi di quando avevo 16 anni, ma è interessante notare il modo diverso in cui ne parlo, con una maturità inevitabilmente maggiore e una nuova consapevolezza. Che sia su IG o con gli NFT, raccontare quello che sono con la mia musica rimane il punto focale.