
Quando parliamo di rap in Italia, ci sono senza dubbio delle fasi importantissime che vanno considerate. Il 2016 è una di queste, anno in cui è esploso il fenomeno trap. Figlio di questo periodo è Cristian Margelia, rapper originario di Zurigio che muove i primi passi nel mondo della musica proprio nel 2017.
Il suo stile fortemente internazionale lo rendono uno degli emergenti più interessanti all’interno del panorama nazionale. Nel 2019 ha iniziato anche una proficua collaborazione con Neezyboy (producer del brano Neve di Ernia). Cristian Margelia ha da poco pubblicato il nuovo singolo Maybach: una ballad in salsa trap in grado di mostrare le tinte chiaroscure del sentimento amoroso. Abbiamo colto l’occasione per rivolgergli alcune domande, ma prima di proseguire premi play e ascolta Maybach.
Ciao Cristian. Benvenuto su lacasadelrap.com! La tua musica è figlia di tutto il filone artistico scoppiato nel 2016. Ricordi una particolare esperienza che ti ha spinto a lavorare nel mondo della musica?
Ciao a tutti! La musica nella mia vita ha avuto diverse fasi, da piccolo mi piazzavo davanti a MTV e rimanevo incantato da 50cent, Snoop Dogg e Eminem, poi mi mettevo davanti allo specchio e con un pennarello mi tatuavo un braccio facendo finta di rappare.
Mio zio aveva una discoteca a Zurigo e quindi sono cresciuto con questo immaginario di musica da club. In effetti ho iniziato ad ascoltare musica italiana e anche a provarla a fare dal 2014, proprio perché avevo iniziato a capire che anche con l’italiano potevo dare quelle vibes, grazie a Guè sopratutto.

Il 2017 è l’anno del “debutto” musicale di Cristian Margelia con “Soul in Trap Mixtape” e “Whvtsvpp Sadness” con relativo video. Come nasce quel progetto?
Ai tempi ero fissato con Partynextdoor, Bryson Tiller e Drake, la mia visione era appunto una trap che però fosse molto melodica, quasi triste e molto atmosferica, puntavo molto di più all’energia che al testo della canzone. Da lì il nome Trapsoul o Soul in Trap.
E per quanto riguarda il mercato musicale italiano, pensi sia più maturo rispetto al passato per questo tipo di sonorità?
Non lo so, credo di si, ma solo se sei nella cerchia dei big vieni veramente ascoltato. Ho come l’impressione che la musica sia un accessorio da sfoggiare per sentirsi parte di qualcosa piuttosto che uno stile di vita da vivere, almeno per quello che ho vissuto io.
Sinceramente non mi sento per niente attratto dalla vibe “maranza” anzi, mi fa ridere e storcere il naso allo stesso tempo.
Un ruolo importante all’interno del progetto “Cristian Margelia” è la collaborazione con Neezy: quanto è importante artisticamente lavorare con sempre lo stesso produttore?
L’ho conosciuto ai tempi di Thaurus, quando firmai con loro. Tra noi è scoppiata subito un’intesa artistica anche se non sempre siamo d’accordo su tutto. Credo che sia importante ma non necessariamente vitale.
L’importante è che ci sia comunque un filo conduttore che unisca il produttore e il cantante in modo da creare un suono originale e unico.

Arriviamo a dicembre 2022. Oggi 2 dicembre è stato pubblicato il brano Maybach. Lo hai definito un suono “ghettochic”. Spiegami cosa intendi? Ci sono dei riferimenti artistici? A me trasmette tante vibes alla 21 Questions di 50 cent..
Con “Ghettochic” voglio dire che non sto ne da parte di chi è nato con la camicia, e ne da parte di chi vive in strada. Prendo quella che è l’attitudine da strada ma ci do un tono più chic, per darti un riferimento, ecco, “the goodfellas“: quello per me è ghettochic. Oppure Rick Ross, Puff Daddy o lo stesso 50cent: loro hanno il carattere ghetto ma l’attitudine chic.
Per me “ghettochic” è chi viene da un vissuto negativo e ha svoltato la sua vita senza dimenticarsi da dove viente. Bisognerebbe fare un documentario per spiegarlo a dovere (ride, ndr).

“Tu sei bella e calma, io sembro Joe Pesci“. L’amore a volte può essere tossico, altre volte coinvolgente. Cambia le persone. Cosa rappresenta per te l’amore? Immagino sia anche più di un limite per fuggire da certe situazioni..
Vuol dire che l’amore può tenere a bada anche la testa più calda (Joe Pesci). A volte è un antidoto alla tossicità della vita, una medicina che ci fa tornare ad essere più umani e meno materialisti.
Per me l’amore significa casa, pace e serenità ma soprattutto crescita personale. A volte è proprio la salvezza per certe situazioni.
Scrivere una canzone d’amore che non risulti banale è difficile. Raccontaci qualche retroscena: è stato tutto piuttosto naturale o ha richiesto più tempo di quanto ti aspettassi?
L’amore non è mai banale, ma soprattutto non è il classico stereotipo alla disney, anzi quello mi fa alquanto innervosire (ride,ndr).
È stato un brano che mi è uscito di getto, senza doverci pensare: alcune cose non hanno bisogno di essere pensate ma solamente di uscirti dal petto, Maybach è una di quelle.

Momento Spoiler: cosa ci dobbiamo aspettare nel prossimo futuro? Stai lavorando all’album o ad un lavoro più corposo?
L’obiettivo è fare uscire tanta musica, un album è sempre la meta finale di un progetto che deve prima maturare.