

Uccalamma è il quarto progetto dei fratelli Ture Most e R-Most, il termine proviene dal siciliano arcaico e viene utilizzato per intendere la “Bocca dell’anima” (o bocca dello stomaco, epigastrio), la parte più fragile ed intima dell’essere umano e i suoni e le parole di questo album dei fratelli siciliani, sembrano uscire proprio da questa bocca.
Ture Most e la sua capacità di trasmettere l’anima attraverso i testi
I testi molto introspettivi, scavano a fondo nella sensibilità di chi ascolta, vengono modulati in melodie che restano impresse fin dal primo ascolto tanto che ti sembrerà di averle già sentite in chissà quale vita precedente.
La musica è l’anima elettronica del progetto e si esprime attraverso dei suoni pitchati e un po’ picciusi (termine che, per chi non è siciliano, indica i lamenti). Tutto ciò senza rinunciare a fare venire voglia per chi ascolta di muoversi e ballare.
Nei testi dei brani, troviamo diverse tematiche, dai discorsi introspettivi, alle preghiere, alla lotta all’omofobia, e persino il racconto di una storia d’amore servendosi dei giorni della settimana.
Sono presenti anche tre pezzi “Speciali” (Sulu, Sula e Suli), brani definiti dal duo come un esperimento di “electro poetry”, cioè dei brani che hanno la caratteristica di essere poesie ripetute più volte all’interno del brano, su una base elettronica che tende ad aumentare d’intensità ad ogni ripetizione , trascinando l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio, un viaggio che per quanto nuovo ti sembrerà familiare.


L’ultimo album di Ture Most risale al 2020 Libra mentre nel 2021 ci ha regalato i mini EP Pop Cola, Gazzusa e Sanguigna sempre con la produzione del fratello R-Most. L’album Mostalgia invece risale al 2019.