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Intervista

Dal Festival di Sanremo Olly ci racconta la sua “Polvere”. L’ intervista

Olly

Il 7 febbraio 2023 si è svolta la serata d’apertura della 73esima edizione del Festival di Sanremo, in onda su Rai Uno.

Tra i 28 artisti in gara per la vittoria, presentati da Amdeus, Chiara Ferragni e Gianni Morandi, che calcheranno il palco del Teatro Ariston e tra le nuove proposte selezionate direttamente dall’ultimo Sanremo Giovani 2023, il giovane artista e talento genovese Federico Olivieri in arte Olly ha portato sul palco del festival della canzone italiana il suo brano inedito intitolato Polvere.

La redazione de lacasadelrap.com ha avuto il piacere di avere Olly ai suoi microfoni per porgli alcune domande e sapere qualcosa in più su di lui e su questa esperienza. Prima di proseguire, metti in play Il Mondo gira e lasciati trasportare dalla sua musica!

Ciao Federico! Benvenuto su lacasadelrap.com! Complimenti per performance di ieri, a me personalmente è piaciuta un sacco. Ieri la serata d’apertura che ti ha visto tra i nuovi talenti all’Ariston. Raccontaci: come è stato?

È stato un momento veramente figo. Ho poco da aggiungere perché direi che si vedeva il mio entusiasmo e la mia presa bene in quel momento e quella vale più di mille parole.

Io poi vengo dal rap e sono abituato ad un pubblico molto diverso da quello che c’è all’Ariston. Il fatto di essere riuscito a coinvolgere anche loro mi ha fatto ultra piacere.

L’inedito “Polvere” in gara al Festival ha lasciato trasparire molto di te. Un Olly che ha saputo trovare la sua consapevolezza sia artistica che personale. Com’è stato cantare sul palco dell’Ariston questo brano in particolare?

Di base anche se poi canto col sorriso, con la cassa dritta, sono una persona molto introspettiva e malinconica in qualche modo.

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La cosa che mi è piaciuta fare con Polvere, ma come con tutti gli altri brani che sto producendo in questo periodo, è stato mischiare il sound energico della strumentale con un testo che è molto intimo.

E ti parlo appunto della “mia polvere”, delle mie difficoltà, del mio processo di crescita e del fatto che io questa polvere non me la voglio togliere di dosso. Ce l’ho addosso e me la tengo stretta perché è parte di me e mi rende quello che sono.

Olly
Olly, Polvere (Cover)

Nasci all’interno di una delle realtà artistiche più importanti dell’attuale panorama musicale: la scuola Genovese. Con te anche altri come Tedua, Izi, Bresh. Ci racconti il tuo rapporto con Genova e con la sua tradizione musicale?

Partendo dalla generazione ancora prima, è giusto citare De Andrè, Tenco, Paoli che erano tutti artisti che tra l’altro si incontravano nella mia zona. C’è un bar lì, alla foce, che adesso ha cambiato nome e che era il bar degli artisti dove si incontravano per conoscersi e bere cose insieme. Diciamo che proprio l’aria del quartiere è un aria particolare, ma in generale della mia città.

Detto ciò per me sono state ancora più fonte di ispirazione immediata tutta l’ondata della Wild Bandana e annessi perché alcuni di loro non fanno parte della crew, ma è come se lo fossero e quindi anche a loro devo tanto: vedevo dei ragazzi un pò più grandi di me che si divertivano, che spaccavano e mi piacevano tantissimo. Il mio rapporto con loro è di rispetto, devozione e voglia di arrivare un giorno anche a collaborarci.

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Sono stati prima di tutto ispirazioni per te diciamo..

Si! Tutt’ora lo sono nel senso che se esce un disco di Izi, di Tedua lo ascolto molto volentieri. Ti dirò di più. Uno di quelli di cui sono più fiero ora è proprio Bresh, perché gli sta succedendo quello che si meritava da tempo.

Torniamo a Sanremo. Nella serata delle cover ti esibirai con Lorella Cuccarini, duettando in uno dei suoi cavalli di battaglia anni 80: “La notte vola”. Come stai vivendo questa cosa? C’è un po’ di ansia da prestazione?

Onestamente no. Per quanto riguarda il brano con Lorella sono solo gasato di andare a farlo. Ho riscritto il brano e abbiamo preparato tante belle cose durante l’esibizione, quindi non ho paura.

Sapere di essere sul palco con lei che mi da una serenità incredibile, perché è una vera e propria professionista e sarà un momento bellissimo da condividere.

Olly
Olly, ©️ Ufficio Stampa. PH. Mattia Guolo

Il post Sanremo. Dopo questa esperienza, quali sono i tuoi programmi, cosa bolle in pentola musicalmente parlando?

Il mio prossimo step sarà sicuramente andare a casa a rilassarmi due giorni, dalla mia famiglia dai miei amici tornare un attimo a Genova. Poi si torna a Milano e si inizia a lavorare subito con i live che abbiamo già annunciato e son già partiti.

Una data già è soldout; ce ne sarà un”altra il giorno prima, il 5 aprile, e successivamente il 16 a Roma. Spero se ne aggiunghino altre, a Genova come in tutta Italia.

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Olly, ©️ Ufficio Stampa. PH. Mattia Guolo

Parlando del tuo EP “Il Mondo Gira” e del tuo rapporto con il producer JVLI, com’è lavorare insieme e che ruolo ha giocato questo rapporto sul processo creativo?

Lavorare con JVLI, per me è stato un modo per scoprire me stesso. Mi ha fatto fare delle cose che a primo acchito non avrei mai fatto per pregiudizio, a livello proprio di scelte di sound. Lui però è stato più lungimirante di me nel capire quali sono le mie potenzialità e in cosa posso esprimermi meglio e mi sta permettendo di farlo.

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Fare sessione con lui è sempre un momento in cui so che è un momento importante mentre lo sto facendo, anche se non sta ancora uscendo magari il pezzo, so che uscirà.

Noi diciamo sempre questa frase quando c’è energia in studio che “Il pezzo non dobbiamo scriverlo perché è in studio da qualche parte, dobbiamo solo riuscire a prenderlo e buttarlo giù“.

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Olly, Il Mondo Gira (Cover)

Come descriverebbe Federico Olivieri Il Mondo Gira di Olly e conseguentemente “Gira, il Mondo Gira”?

Il Mondo Gira lo descriverebbe come la voglia di un artista di uscire di nuovo con un progetto dopo tanto tempo. A parer mio è il vero e proprio metro di misura per poi qualificare un artista e la sua espressività, perché uscire a singoli è un pò quello che richiede oggi il mercato.

Sicuramente è utile a livello discografico, ma a livello di soddisfazione personale è limitante. Riesce a far vedere solo un lato oppure se sei abile qualche lato di più ma in una traccia sola.

Gira, Il Mondo Gira invece è proprio la chiusura di un cerchio, l’apertura di un nuovo capitolo, quindi è l’estensione di quell’EP , non è più un capriccio espressivo ma è un manifesto ecco. Quindi diventa proprio il completare un atto a cui sto lavorando da tempo.

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