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Intervista

Secco, Bag Boy nasce da un errore durante una session – Intervista

Secco

Secco è un giovane rapper classe ’90 di Milano. Nel 2015 entra a far parte della Microfili Crew, composta da Nerone, Biggie Paul, Pepito Rella, Remmy e Mrb. Successivamente comincia a farsi notare con la pubblicazione di Ep e mixtape, fino ad arrivare nel 2023 a pubblicare per la Chandelier Music, quello che lui stesso definisce il suo primo disco ufficiale, Bag Boy.

In questa intervista con lui abbiamo cercato di scavare più a fondo sulla percezione che secco ha nei confronti del disco, su come lo ha realizzato e con quali presupposti sono state fatte molte delle scelte artistiche. Una breve chiacchierata che però è utile a capire di più del progetto.

COVER BAG BOY Secco
Copertina di Bag Boy, il nuovo disco di Secco

Secco, hai pubblicato il tuo primo Ep nel 2016 e successivamente Sec’s Tape e Sec’s Tape vol 1. Da poco, invece, è fuori Bag Boy. Consideri questo come il tuo primo disco ufficiale?

Si, questo direi che posso definirlo il mio primo disco ufficiale. Inizialmente doveva essere anche questo un EP, poi però, ha cominciato a prendere una forma più concreta e di conseguenza abbiamo deciso di presentarlo come album. Lo considero un progetto più maturo rispetto ai miei lavori precedenti ed in cui, sia nella scrittura e sia nella ricerca del sound è stata messa maggior cura. In Bag Boy ho messo a fuoco diversi aspetti che convivono in me mettendo insieme brani dalle sonorità spesso eterogenee. Il filo conduttore è che tutti i brani, ognuno sotto una differente prospettiva, raccontano di me tracciando il mio profilo.

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Guardando invece a te come persona, pensando al tuo lato umano e all’evoluzione personale chi è il Secco di Bag Boy e chi è il Secco degli altri progetti?

In realtà il Secco di Bag Boy è lo stesso degli altri progetti e di sempre. Ho semplicemente qualche esperienza in più ma mi sento il solito ragazzo incazzato con la vita che esorcizza la propria rabbia grazie alla musica. Ciò che continua a spingermi a produrre nuova musica è la mia esigenza di evadere dalla routine ed avere, così, la mia valvola di sfogo. In questo album, come nei miei lavori precedenti, la costante è rimasta questa: dare voce ai miei pensieri, giusti o sbagliati che siano, non pretendo di avere ragione. Scrivo spesso brani in cui giudico qualcuno, ma si tratta sempre di chi commette delle ingiustizie, che siano di stato o che sia di strada, che siano commesse da chi sta da una parte o da chi sta dall’altra.

Come mai il titolo Bag Boy?

Il titolo nasce da un errore durante una session in fase di registrazione: avrei dovuto pronunciare un verso che chiudeva con – I’m back boy – e venne fuori – I’m a bag boy-. Da quel momento, mi è stato appioppato quel soprannome e, successivamente, questa espressione è anche diventata il titolo della traccia che apre l’album, prodotta da Keyoshin.

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Nel disco ci sono tantissimi produttori, come hai scelto queste collaborazioni?

Le collaborazioni che faccio nascono sempre dall’affinità e dall’amicizia con persone che conosco e che rispetto. Oltre al supporto di Chandelier Music, la label con cui ho pubblicato l’album, ho voluto coinvolgere, Biggie Paul, il producer insieme al quale ho cominciato il mio percorso musicale e altri produttori che conosco e che stimo come Bella Espo e Shak3.

Secco BAGBOY1
Secco

Mi ha colpito molto il brano Nessuno è Onesto?

Il brano è principalmente una presa di posizione, un modo per dichiararmi disallineato rispetto ad una mentalità che si fonda sui clichè e sulla rincorsa dei trend del momento. Volevo mettere in chiaro che io non faccio musica per apparire ma per necessità. Inoltre, il brano cerca di restituire una fotografia veritiera della realtà cinica che ci circonda e delle dubbia integrità morale di chi, in questo contesto, si proclama onesto.

Pensando ai temi e al concept del disco, che ruolo gioca la copertina?

La copertina è stata realizzata da Intynite ed è la rappresentazione grafica del facile gioco di parole che si ottiene dal termine “Bag Boy”. Il significato è piuttosto esplicito e l’intento è provocatorio.

Quali sono i brani che rappresentano di più il disco?

Oltre a Nessuno È Onesto, a mio parere sono, Me Stesso, che rappresenta un quadro del periodo più caotico della mia vita e la traccia conclusiva, Outro, che lascia emergere il mio istinto anarchico e che dà sfogo alla mia intolleranza nei confronti degli schemi imposti dalla società.

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