
Se le Timberland Boots di Egreen potessero parlare ci confermerebbero quanto siano radicate al suolo. Egreen vola con la testa ma resta con i piedi per terra tornando, dopo un anno, con Bellissimo, il suo nuovo disco pubblicato venerdì 3 marzo 2023, da indipendente, su tutte le piattaforme digitali.
Dopo aver rilasciato il disco “Nicolás” a febbraio 2022, l’artista italo-colombiano distoglie gli occhi dalla sua intimità, con la quale ci aveva lasciato, per elogiare un suo caro collega e fonte d’ispirazione: Kaos.
L’idea del titolo “Bellissimo” fa riferimento ad un’intervista rilasciata da Don Kaos dove affermava con chiarezza: “siamo riusciti a fare un po’ di dischi, alcuni belli, alcuni bellissimi“. In questo modo l’italo-colombiano cataloga come “Bellissimo” il suo nuovo disco, facendo sì che possa far parte della raccolta di dischi “bellissimi” citata da Kaos.
La citazione dell’intervista, rilasciata dal collega, è stata inserita infatti in alcune intro di pezzi come Rumore e l’omonima traccia Bellissimo. Prima di proseguire nella recensione, schiaccia play e ascolta il nuovo disco di Egreen.
Testi
avete scambiato l’attitudine per un atteggiamento
La penna di Fantini è salda nel suo pugno, come i valori che reclama nei suoi testi, aprendo così, un vero confronto tra chi, come lui, pone davanti a tutto la passione per il rap e chi, come gran parte della scena, osanna la figura del rapper ricco e vincente a discapito dei fondamenti morali.
All’interno di pezzi come Black on black il rapper comunica quanto sia indispensabile per lui “svuotare il petto” attraverso la scrittura dei suoi testi, definendo la necessità di espressione al di là del mero significato delle barre.

Nell’era del business discografico l’underground italiano è spesso lasciato in disparte per principio, come se non meritasse considerazioni. È proprio all’interno di Per Principio che Egreen rivendica l’importanza del “rap non commerciabile” e del rispetto che meriti. Il presenzialismo odierno è troppo frivolo per far parte del rapper di origini colombiane, è infatti l’appartenenza al mondo delle barre che distingue la sfumatura dell’inchiostro di Egreen.
“Non è che sono più sveglio di te fratello, è solo che c’è differenza tra pittore e pennello”, scrive il rapper in Rumore. Vuole sottolineare quanto sia importante riconoscere la propria integrità personale, a discapito della realtà concreta intrisa di sensazionalismo e superficialità.

Strumentali
La cura delle strumentali è stata interamente seguita dal giovane Sick Budd, che attraverso batterie riverberate ci riporta alla memoria il boom bap. La tonalità grezza delle strumentali accompagna l’intero album che pur essendo uscito nel 2023, permette di gustare i sapori classici dell’underground italiano. La varietà di genere musicale non è specifica per quest’album, ma non per questo le strumentali non vengono promosse, anzi, la “classicità”, donata dalle produzione, accompagna perfettamente tono e flow di Egreen.
Stile
Ancor prima di intraprendere l’ascolto dei brani del disco, lo stile che ci aspetta è già chiaro dalla sua cover. Prendendolo come punto d’inizio per l’analisi, notiamo subito la contrapposizione di ciò che è raffigurato rispetto a ciò che è scritto. Il filo spinato risulta in primo piano, quasi ad indicare quanto sia limitata la libertà artistica per comunicare alla collettività. In secondo piano troviamo invece il titolo dell’album “Bellissimo”; anche qui non bisogna trascurare i dettagli. Da notare il carattere basic con cui è realizzata la scritta -e soprattutto la grandezza della parola rispetto al formato dell’immagine: tanta bellezza sembra quasi sia condannata a passare inosservata a causa delle superficialità, che ci attanaglia come filo spinato.

Lo stile del disco è allineato alla sua cover, rigorosamnte in bianco e nero, come un testo su un foglio di carta, che indica quanto sia superlua l’apparenza rispetto al contenuto. La dedica a Kaos rende il disco “incontaminato”, fedele alle radici e alle figure che hanno reso possibile la realizzazione di progetti come questo.
Affine con l’artista e privo di condizionamenti esterni, possiamo affermare che “Bellissimo” sia un progetto ambizioso e svolto a rigore, soprattutto se ricordiamo che è stato pubblicato da un artista indipendente.
Articolo a cura di Matteo Balbiano