
Dopo il successo di Piano B e Piove ancora che hanno superato i 160 milioni di ascolti, il 31 Marzo viene pubblicato in fisico e digitale Habitat cielo, nuovo disco d’inediti che marca il ritorno di Silent Bob, una delle penne più promettenti della nuova scena urban italiana. L’album, in uscita su etichetta Bullz Records, licenza esclusiva Believe Artist Services è prodotto interamente da Sick Budd, apprezzato producer che insieme al rapper ha saputo costruire un’identità musicale solida e riconoscibile.
I due artisti dal 31 Marzo incontrano i fan durante l’Habitat cielo instore tour che fa tappa prima a Milano, sabato 1 aprile a Bologna, lunedì 3 aprile a Roma, martedì 4 aprile a Napoli e mercoledì 5 aprile a Torino. In primavera inoltrata, invece, torneranno nella dimensione da loro prediletta, quella dei live, con due concerti evento: uno all’Orion di Roma il 12 maggio e l’altro 19 al Fabrique di Milano il 19 maggio.
Ascolta “Habitat Cielo” di Silent Bob & Sick Budd!
Abbiamo avuto l’occasione di assistere alla presentazione del disco, tenutasi al Prime Time Loft di Milano, proprio la sera prima della pubblicazione. Durante l’incontro, Silent Bob e Sick Budd hanno raccontato il nuovo album e allo stesso tempo si sono raccontati, ovviamente sotto il comun denominatore della musica.
“La musica è una corda a cui vorrei rimanere più aggrappato possibile” ha confessato Silent Bob. E questo rapporto musicale viscerale, quasi necessario emerge con forza lungo i 12 brani che – è proprio il caso di dire – costellano questo nuovo progetto. La sua genesi, in linea con ogni legame vissuto tanto intensamente, non è stata semplice, ma comunque naturale, dando spontaneamente lo spunto per il titolo, così come ha raccontato il rapper:
La creazione del disco è stato un processo difficile: c’è stato un blocco iniziale, perché ci trovavamo d’accordo su alcune cose e altre non funzionavano come volevamo. Poi siamo riusciti a capire quale fossero i giusti spunti, abbiamo iniziato a fare le prime tre tracce e tutte e tre avevano dei riferimenti al cielo, quasi casuali

E sotto il cielo di una provincia sapientemente tratteggiata da una penna autentica, Silent Bob non ha paura di gridare tutto ciò che prova, perché sa che non lo renderà più fragile, ma semplicemente più umano.
Trovarmi da solo in situazioni in cui magari mi rinchiudevo più in me stesso mi ha fatto capire dove volessi andare (..) È un po’ un cammino che facciamo tutti, di crescita
ha detto Silent Bob.
Ansie e incertezze vengono raccontate con quella genuinità che il rapper di Garlasco si augura di conservare nella sua musica e che è alla base del rapporto col suo pubblico. Non a caso, chi ascolta Silent Bob può avere non tanto l’impressione di parlare con un amico – come spesso si è soliti dire quando si cerca di descrivere la scrittura di un artista- quanto di sentire a voce alta pensieri che in prima persona non si è stati mai capaci di esternare.
E di pensieri, soprattutto intimi, in Habitat Cielo ce ne sono tanti e diversi, ognuno a descrivere una differente sfumatura celeste, ma tutti accomunati dallo sposarsi perfettamente a un suono sporco al punto giusto: il lo-fi. Nel disco, infatti, questo genere ben si mischia a suoni con i quali i due artisti si son fatti conoscere e apprezzare, in un connubio che è sì nuovo, ma non fa scordare da dove si è partiti.
Questo è un disco che abbiamo fatto forse in maniera ancora più libera: ci siamo sentiti di fare quello che volevamo. Tanti, secondo me, si trovano di fronte alla scelta di autoimporsi di continuare su una certa strada, mentre noi abbiamo deciso di provare qualcosa di diverso, senza snaturarci troppo. E questo credo sia il senso di questo disco
ha spiegato Sick Budd.

Habitat cielo che, come ha ben riassunto Silent Bob, “è più vivere di sensazioni che si cose terrene” sembra avere le carte in regola per far in modo che il rapper a quella corda che è la musica non ci si aggrappi e basta, ma la stringa per arrampicarsi sempre più in alto. Il tutto sempre a fianco del suo fedele produttore, perché, come ha raccontato lo stesso rapper
Trovare il proprio produttore nel rap è un po’ come trovare la band giusta: se il frontman della band la abbandona viene meno la possibilità anche per il cantante di avere il sound che aveva prima. Per me con Sick Budd è ancora così.