
Dopo Oceano Paradiso, Chiello è tornato per far girare nuovamente il suo nome nella scena rap italiana con Mela marcia, pubblicato da Universal Music Italia. In questo nuovo progetto il rapper ha raggruppato i suoi pensieri e le cicatrici delle esperienze passate, che lo hanno portato ad essere il Chiello che è diventato, maturando una concezione pessimistica dell’esistenza.
Il rapper ha scelto un titolo d’impatto per il suo progetto. La mela, elemento della natura, dovrebbe rappresentare la pienezza della vita, data la sua succosità e il suo colore brillante; al contrario, l’artista vede il frutto ormai non più commestibile, marcio per l’appunto. Questa metafora riassume il filo conduttore di Mela Marcia, ovvero il deterioramento della persona, che avviene in modo graduale e porta alla morte, a cui è impossibile scampare.
Rocco Modello (vero nome di Chiello) scopre la sua anima, confidando i suoi dolori più profondi, in 13 brani, senza la presenza di alcun featuring; l’unica voce che parla è quella del rapper e questo ci fa capire quanto questo disco sia introspettivo.
Testi
Chiello introduce Mela Marcia con Tutti quanti dormono, un brano di nemmeno 1 minuto che racchiude l’intero concept dell’album: gli unici a poter mirare agli occhi i demoni che ci tormentano siamo noi stessi, e spesso questi demoni corrispondono alla stessa persona.

Il rapper condivide il suo rapporto conflittuale con le droghe e l’alcol in La mattina dopo, sfogando la sua sofferenza e dolore per l‘impossibilità di uscire da questo limbo infernale. Il tema dell’uso di stupefacenti non è l’unico trattato; lungo tutta la tracklisf, infatti, l’artista parla anche del tormento che si prova per la rottura di una relazione amorosa. Chiello indossa le vesti del tipico poeta del Romanticismo, afflitto da questo dolore impossibile da colmare, che cerca la sua amata perduta tra le righe delle sue opere.
Nonostante la negatività che la vita può portare, c’è sempre un barlume di speranza; Chiello sa che la luce in fondo al tunnel esiste e non esita a voler uscire da questa condizione autodistruttiva. Il rapper ce ne parla in Benzo 2.
Volevo dirti che ho deciso di stare meglio, anche a costo di perderti.
Benzo 2, Chiello
Strumentali
L’arte poliedrica di Chiello emerge sempre di più in Mela Marcia: le note della chitarra e le sonorità elettroniche creano un connubio unico nel suo genere, che differenzia il rapper dagli altri suoi colleghi.
Le sonorità presenti nel disco accompagnano le tematiche delle canzoni, accentuandone il significato e le emozioni che l’artista vuole trasmetterci; Greg Willen e Mr. Monkey hanno curato l’intero sound, comprendendo appieno il concept che Chiello ha voluto trasmettere nel suo disco.
L’unicità del progetto è data anche da una chicca interessante: sono presenti due canzoni identiche nei testi, ma differenti nel beat. Benzo 1 e Benzo 2 rappresentano due facce della stessa medaglia: Chiello ci mostra come lo stesso concetto possa cambiare drasticamente solo modificando il sottofondo delle parole espressive di queste canzoni; in Benzo 1 il tema del cambiamento è affrontato in maniera più docile e sofferente, mentre in Benzo 2 si nota una maggiore aggressività.
Stile
Non ci sono dubbi: Chiello dimostra che, volendo, riuscirebbe a far emergere il suo nome anche nel genere pop punk. In Mela Marcia il rapper padroneggia due generi contrapposti tra di loro, a volte anche simultaneamente, riuscendo a creare una fusione vincente che caratterizza tutto l’album.

Il cantante, grazie al suo stile, riesce a creare una profonda connessione tra lui e il suo ascoltatore, creando un’atmosfera di profonda; raccontare i propri dolori rafforza sicuramente questo legame, difficile da solidificare.
Questo concetto è maturato nel corso di questi due anni di assenza, lasso di tempo in cui Chiello ha vissuto sulla propria pelle le esperienze che narra nelle sue canzoni, conferendo un maggior senso di veridicità ad ogni parola.