Spero la vostra estate sia trascorsa piacevolmente. Io sono stata sulle Alpi e, oltre alle camminate, mi sono dedicata all’attività che amo di più: la lettura da brava booklover. Come saprete oltre ad essere un’avida lettrice, io adoro il Writing. Mentre ultimavo la lettura della monografia in lingua dedicata all’importante Writer francese Lady K, intitolato Lady K. Déesse de la lettre, scritto dalla giornalista francese Claire Champenois, Éditions du layeur, a Southend era in corso la Southend City Jam: una delle più grandi manifestazioni di Writing in Europa. Il tutto è durato tre giorni.
Con Lady K il writing diventa utopia scientifica
Lo scopo di questa jam annuale è sensibilizzare le generazioni più giovani all’arte, usando il writing come strumento di riqualificazione urbana. Di questo ne abbiamo parlato anche sul nostro profilo Instagram.
Il tema di sensibilizzare le giovani generazioni è focale anche del lavoro di Lady K. L’importanza del pensiero scientifico è al centro delle sue opere, come spiega Champenois. Il linguaggio scientifico matematico è presente attraverso l’inserimento attorno alle sue tag di formule matematiche , oppure un’aureola che diventa galassia. Per l’artista francese anche “au clair de la lune” è qualcosa di più che una canzone popolare.
Dai suoi pezzi emerge una visione ottimistica del mondo senza guerre e crimini violenti. Come dice durante un’intervista Lady K alla giornalista Claire Champenois:
«Può essere un ideale, un sogno, ma come artista non ho forse il diritto di essere utopica?» (p. 50 trad. mia).
Questa sua visione molto utopica si coglie benissimo tra le pagine di questo coloratissimo libro fotografico. In cui l’immediatezza delle tag si mescolano con le riflessioni in profondità.
Lady K e il manifesto artistico del Surpressionisme
La writer francese è infatti molto consapevole che la nostra società è attraversate da conflitti, da violenze e da criminalità; e con la sua arte aspira a creare una società non gerarchica, paritaria e pacifica. Questa volontà l’ha portata a creare anche un manifesto artistico chiamato “Surpressionisme”, o Overpressionism, in inglese. Attraverso questo manifesto l’artista cerca di rispondere alla domanda: “che cosa deve essere l’arte?” (p. 50 trad mia).
Innanzitutto l’arte per Lady K deve essere un aiuto alla vita e deve aiutare a nominare la vita per quello che è, senza rinunciare al divertimento e alla leggerezza. L’amore, la pace e il gioco sono infatti aspetti fondamentale per la writer.
Per sviluppare questo manifesto la writteuse francese ha attinto dal metodo dell’educazione cosmica di Maria Montessori, dal pensiero di Boris Cyrulnik per il concetto di resilienza, da Muriel Salmona per il suo impegno con la violenza fatta sulle donne e dalle riflessioni filosofiche di Gilles Deleux sull’abolizione della gerarchia ultra-violenta.
Non solo, durante gli anni Novanta anche i testi rap degli artisti afro-americani hanno scosso profondamente la coscienza bianca di Lady K. Queste canzoni denunciavano, infatti, le ingiustizie sociali, dando voce a persone diseredate e oppresse.
Il surpressionisme, ossia “al di sopra del pensiero” (p. 10 trad mia), non si riferisce solo alla forma della lettera tracciata, ma alla visione del mondo che traspare dal tag stesso, dall’opera d’arte stessa. Al centro di mondo di Lady K c’è l’infanzia, con tutte le sue sfumature, i contrasti e i suoi racconti.
Questo si vede molto bene nell’opera con la scacchiera.
La nascita della “Z” di Zorro di Lady K
Come ho già anticipato, l’arte di Lady K non affonda unicamente nella sua infanzia. Un ruolo centrale ha avuto la cultura afro-americana.
L’influenza della cultura afro-americana è stata tanto profonda da farle cambiare anche la sua stessa tag che per un certo periodo è stata White. Prima di arrivare alla tag Lady K, la writer aveva infatti adottato diversi nomi. Inizialmente si era firmata CH20. La tag rappresentava una molecola immaginaria composta da metano e acqua. Tuttavia, la sua prima vera fu SOL, che si riveriva all’ultima sillaba di aérosol (p.22, trad mia).
La tag White voleva indicare la purezza dei suoi sogni, ma poteva far pensare anche alla supremazia bianca, in cui la bianchezza e la superiorità del bianco s’ impone a tutte le soggettività. L’arte di Lady K non voleva aver niente che fare con la White Supremacy, anzi era ed è orientata alla demolizione visiva, artistica, culturale e politica di tutte le gerarchie.
A proposito delle opere d’arte basate sul Writing, ma non solo Lady K afferma:
“Ho sempre pensato che un’opera d’arte debba essere una riflessione, una provocazione, un miglioramento, perché questa è umana e contribuisce al miglioramento dell’umanità. (p. 13 trad. mia)
Oltre alla cultura afro-americana si è lasciata ispirare da numerose Drag Queen incontrate a Parigi da ragazza. È per questo che indossa abiti colorati, non standardizzati, non scontati e molto eccentrici per l’estetica tradizionale di una persona che si dedica al writing.
Il writing come atto di emancipazione
Al centro delle opere di Lady K è una richiesta di giustizia. Quando ha iniziato a scrivere sui muri,è stato un modo, dichiara Lady K, “per chiedere la parità, affermare un’esistenza, per influenzare il mondo in modo positivo, per essere ascoltata come donna e non come un oggetto per il quale tutto è già stato deciso” (p.18, trad mia). L’arte dovrebbe offrire un’ideale, “al fine di modellare il nostro paesaggio socio-economico” (p. 13).
Il Writing diventa per Lady K un atto di emancipazione e di liberazione e un modo per rompere il domino maschile dello spazio pubblico e dell’arte. Un esempio iconico che mette in discussione il dominio maschile è l’artista afghana Shamsia Hassani.
Se Shamsia Hassani rappresenta i drammi una società contrassegnata da un totalitarismo patriarcale religioso e distrutta da una lunga guerra, la writteuse francese Lady K con il suo studio delle lettere, collegato all’ amore per la scienza, dipinge un mondo in cui questo non esiste più, tutto meno orbito e oscuro.
In modo molto diverso le opere di queste due ariste sono un atto politico forte e di resistenza all’esclusione nello spazio pubblico delle donne. Creare è resistere, dice Lady K (p. 83). Anche Lady K, come Shamsia Hassani, è consapevole che entrare nello spazio pubblico per una donna può essere pericoloso, perchè siamo immerse in una società estremamente violenta e patriarcale.
Al proposito dalla parità Lady K dichiara:
“Essa non predispone un genere a essere superiore all’altro, così come una generazione sopra un’altra, o una specie sopra all’altra.” (p.61).
Collegare writing, moda, foto e teatro
Richiamandosi all’estetica colorata e vivace delle Drag Queen, Lady K si pone in rottura anche con l’estetica cupa, enigmatica, illegale e notturna della pratica del writing.
Entrare in uno spazio declinato al maschile come la strada e come il writing, dice Lady, è rischioso (p. 91). Farlo con un’ estetica di rottura perché declinata al femminine, allegra, raffinata, sbarazzina e ricercata lo è ancora di più. Questa sua attitudine rompe gli stereotipi non solo di genere,anche della pratica del writing. L’artista non è più celata dall’anonimato, ma è presente accanto alla tag. L’opera è documenta e condivisa sui social. La ricerca non si ferma unicamente sullo studio della lettera, della formula matematica dipinta, ma si focalizza sulla moda quindi sui tessuti e gli accessori da utilizzare e anche sull’architettura su cui si dipinge.
Come spiega la giornalista Claire Champenois, Lady K si mette in scena come se il muro dipinto diventasse il palco del teatro (p. 101). Lady K nel fare questo si è lasciata ispirare dal noto writer Rasko. L’arista compare spesso vicino o accovacciato davanti alle sue opere. Lei si pone al centro nella foto, come sopra ad un palcoscenico.
L’opera diventa vivente. Diventa un mettere in scena non solo la propria femminilità, ma anche la propria eccentricità, in modo sempre inedito e potenzialmente infinito, audace e sorprendente: ma sempre effimero e a volte sospeso anche se documentato.
Lady K è una writteuse libera, coraggiosa e potente che vi consiglio di seguire se amate il writing: perché esprime apertura e originalità.