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Intervista

Icy Subzero è molto più di uno dei tanti rapper esplosi su TikTok

Icy Subzero

Dietro agli occhiali da sole, due occhi vispi che sanno guardare il mondo con lucidità. E dietro il borsello un cuore sensibile che quel mondo sa bene come raccontarlo. Se non possono bastare queste poche parole per descrivere un artista nella sua totalità, nel caso di Icy Subzero, al secolo Matteo D’Alessio, riescono comunque a dare un’idea di quello che è molto di più di uno dei tanti rapper esplosi su TikTok nell’ultimo anno.

Per rendersene conto, basterebbe ascoltare anche solo il suo ultimo singolo 1 MESSAGGIO, pubblicato il 29 settembre per Columbia Records/Sony Music Italy, il cui racconto personale riesce a travolgere forse più che del coinvolgente beat urban latin. Per averne ulteriore conferma, invece, bisognerebbe leggere questa chiacchierata, in cui Icy Subzero si è raccontato e ci ha raccontato la sua musica con la genuinità tipica di un romano, la sincerità di un ragazzo di 24 anni, e una maturità e visione che non tutti gli artisti della sua età possono vantare di avere.

Ascolta 1 MESSAGGIO di Icy Subzero su Spotify!

A tu per tu con Icy Subzero

Ciao Matteo e benvenuto su lacasadelrap.com! Durante l’ultimo anno in tanti ti avranno conosciuto grazie al successo ottenuto su TikTok. Tuttavia, basta aprire il tuo canale YouTube per trovare brani risalenti a un po’ più di anni fa.

Un sacco di gente pensa che io sia uscito tipo da un uovo (ride, ndr). In realtà, anche prima di esplodere su TikTok, a Roma avevo il mio discreto pubblico. Poi giustamente chi, per esempio, sta a Milano, magari non presta attenzione ad un emergente romano la cui musica non ha ancora conosciuto l’escalation che poi è realmente arrivata. L’attenzione che ho ricevuto grazie a TikTok, quando la mia roba ha iniziato a performare, ha fatto in modo che il percepito a nord o al sud passasse da 0 a 100 in modo velocissimo.

Quando hai capito di trovarti di fronte ad un punto di svolta? Quando hai iniziato, insomma, a credere di poter davvero vivere di musica?

Ora ti racconto una cosa che non ho mai detto. Il primo pezzo del mio Ep Sottozero che è veramente esploso è stato EGO, a maggio, con milioni di ascolti. Prima di quel momento ero sempre intorno ai 300 mila o 500 mila ascolti, che non è di certo scontato per un emergente, ma comunque era un risultato che restava stabile attorno a quella cifra. Questo anche perché io non avevo mai fatto davvero qualcosa per arrivare alle persone, a parte qualche piccola sponsorizzazione su Instagram i primi tempi.

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Due mesi prima che EGO ricevesse tutta questa attenzione, quando ho pubblicato l’Ep, ero sotto casa con un mio amico e stavo guardando i dati del mio profilo Spotify Artist, riflettendo sul fatto che la mia musica avesse raggiunto 3 milioni di ascolti totali nel corso di circa 2 anni. Allora, ho guardato questo mio amico e gli ho detto: “so già quanti ascolti totalizzerò entro fine dell’anno: saranno 30 milioni”. Avevo davvero questa sensazione. Era come se lo sapessi. E, infatti, a dicembre ne ho addirittura fatti il doppio, 60 milioni. Quando EGO ha raggiunto quei risultati sentivo che fosse solo l’inizio e non solo una botta di fortuna.

Icy Subzero – EGO (Official Video)

TikTok o un modo per far arrivare la musica alle persone

Pensi che il fatto di essere emerso grazie ad una piattaforma come TikTok, che spesso viene criticata per il tipo di utilizzo della musica che propone, ti possa aver fatto vedere con sospetto?

All’inizio sicuramente sì, perché molti pensavano fossi uno dei tanti ad esplodere grazie alla piattaforma. Piattaforma che non credo sia giusto demonizzare, anzi rappresenta un aiuto consistente per chi, come me, vuole far arrivare la sua musica alle persone. Salvador Dalì è stato il primo a spingere i quadri o anche la sua persona tramite la televisione e, all’epoca, è stato molto criticato per questo nell’ambiente artistico. Il succo è che oggi ad essere demonizzato è TikTok, prima era Instagram, prima ancora Facebook e domani chissà cos’altro subirà lo stesso trattamento.

Le collaborazioni con Tony Effe, Yung Snap e Lele Blade pensi abbiano giocato a tuo favore rispetto alla percezione del pubblico, colleghi e addetti ai lavori verso la tua musica?

Sicuramente sì. Tra l’altro, la collaborazione con Tony è stata una sorta di riconoscimento per me, essendo anche io romano. Ed è stato davvero gratificante, anche perché a 16-17 anni io, come tutti a Roma, ascoltavo molto la DPG.

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Icy Subzero e Tony Effe

Sonorità latine e testi introspettivi: questo è Icy Subzero

In questo periodo il mondo urban italiano è particolarmente influenzato da quello francese e inglese, che hanno in comune una forte connotazione street. Tu ti collochi in una corrente latina, che si nutre non solo di altri suoni, ma proprio di un altro immaginario.

C’è stato un momento in cui l’immaginario drill era così pervasivo che fare una cosa diversa mi ha portato quasi a chiedermi se stessi facendo una cavolata ad andare in un’altra direzione. Ma io non ho mai davvero ascoltato quella roba e non sono mai stato quella roba. E anche per questo ci sarebbe stato per forza qualcuno che l’avrebbe fatta meglio di me. Io sono un’altra cosa e voglio essere un’altra cosa. Voglio rispecchiare un altro immaginario che qui non è neanche realmente conosciuto, forse anche per mancanza di reale interesse di andare a fondo alle cose.

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Tra l’altro, i pochi casi che ci son stati son comunque diversi da ciò che punto a fare io con la mia musica. Pensiamo a Bad Bunny che su un pezzo jersey drill come Where she goes non canta jersey drill e quindi non suona tale. Lui fa Bad Bunny su un beat diverso, ma comunque legato ai suoi suoni. E io vorrei fare questo. Non voglio fare reggaeton. Voglio fare roba influenzata dalle sonorità latine, il che vuol dire anche fare un pezzo jersey drill, ma con determinati suoni. È la stessa struttura, ma con altre sonorità, che dà un’altra vibe. La differenza la fa avere un’identità che è ciò a cui io punto sempre.

In Italia il sound latineggiante viene spesso associato a testi superficiali e frivoli. Nel tuo caso, invece, si percepisce che si intrecci ad una sorta di tumulto interiore. Come se questo ritmo incalzante rifletta una continua ricerca, di te stesso come o del tuo posto nel mondo.

Penso che la gente associ quelle sonorità a quei temi, perché non c’è la volontà di andarsi ad informare. Ci si ferma al tormentone che giunge fino a noi ogni estate e che, come i tormentoni italiani, tratta argomenti più leggeri, come è normale che sia. Non è normale, invece, giudicare un’intera corrente a partire da questo.

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Per il resto, tanti pensano che anche io scriva testi leggeri, perché magari per seguire una linea melodica forte ho necessità di fare determinati incastri che possono far sembrare alcuni testi più semplici.

Nonostante la mia matrice sia rap, mi piaccia il rap e lo ascolti da una vita, farlo come lo fanno altre mille persone, distinguendomi solamente per una barra incastrata in un certo modo, non mi interessa ora come ora. Preferisco essere riconosciuto per il mio stile, il mio timbro. Chi si affeziona a me, si affeziona anche perché dico cose semplici, ma se ha sensibilità e non ha pregiudizio, riesce a guardare oltre e ricevere un’emozione anche solo per come dico qualcosa. Io dico una frase che chi mi ascolta può vedere in mille modi.

Icy Subzero
Icy Subzero

Ed è anche questo il bello della musica.

Esattamente. Una volta Dylan, ex Pyrex, un artista che stimo tantissimo soprattutto a livello di scrittura, mi ha fatto un grandissimo complimento, dicendomi che il mio modo di scrivere fosse cinematografico. E credo fosse una considerazione azzeccata. Quando in EGO dico “vengo a pareggiare i conti e poi 30 anni me li faccio” non intendo di certo letteralmente quello, sto esorcizzando una mia sensazione, è un’immagine.

Nel tuo nuovo singolo, 1 MESSAGGIO, sembri proprio voler dare voce alla tua interiorità. Hai intenzione di perseguire di più questa strada in futuro?

Credo che il mio punto di forza siano sempre stati brani del genere. Ciò che il mio piccolo pubblico degli inizi aspettava è sempre stato il pezzo introspettivo. Questo brano non è un nuovo me, son sempre io e son contento che possano scoprire di più questo mio lato anche i nuovi ascoltatori.

Icy Subzero
Icy Subzero – 1 MESSAGGIO (Official cover)
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