
Cranio Randagio è stato un rapper italiano scomparso prematuramente il 12 novembre 2016. Nato a Milano ma cresciuto a Roma, città a cui resterà enormemente legato. A 15 anni lascia la capitale per trasferirsi con la famiglia a Brisbane, per poi rientrare in Italia e cominciare la sua carriera musicale.
La partecipazione ad X Factor 9 del 2015 lo ha reso noto al grande pubblico. Lo stile di Cranio era molto versatile: l’artista, oltre a variare molto i suoi contenuti, amava esibire la sua poetica anche attraverso un tratto più cantautorale. A 7 anni dalla tragica morte del rapper, vogliamo proporvi l’analisi del testo di Petrolio, suo brano più iconico e conosciuto.
Il peso del Petrolio
Prima di addentrarci nell’analisi delle strofe e del ritornello di Petrolio è fondamentale effettuare un excursus sul titolo dell’opera. Petrolio è anzitutto un tributo al romanzo incompiuto di Pier Paolo Pasolini e non a caso il brano fu rilasciato il giorno successivo all’anniversario della morte del poeta.
Per comprendere in che modo le due creazioni omonime sono intrecciate tra loro è estremamente importante effettuare una breve spiegazione di entrambe, partendo dal componimento originale da cui il rapper ha tratto spunto.

Il nero pece dei salotti borghesi
Protagonista del Petrolio di Pasolini è Carlo, ingegnere della borghesia torinese che farà carriera nell’ ENI, entrando così in contatto con l’ élite economica della città. Carlo vive una doppia vita: in una è Carlo di Polis, nell’altra svolge il ruolo del Carlo di Tetis.
Polis e Tetis sono termini tutt’altro che accidentali poiché nel primo caso, la maschera indossata da Carlo è quella dell’individuo strettamente interconnesso alla società e visibile “alla luce del sole” . Quella stessa luce che richiama al lavoro svolto da Carlo. Da qui, la scelta di Polis che nell’antica Grecia rappresentava la città.
Tetis è invece la parte perversa di Carlo, espressa in pulsioni sessuali al limite dell’accettabile. L’etimologia di Tetis è da ricercare ancora una volta nell’antica Grecia, stavolta scavando però nei meandri dell’immensa mitologia di questa nazione storica.
Tēthýs era infatti una dea greca legata al culto del mare. Tale divinità fu associata a Saturno da Giovanni Domenico Cassini, quando l’astronomo diede il nome di Teti ad un satellite naturale di questo pianeta.

Saturno è fondamentale per comprendere l’associazione di Pasolini nei confronti della parte oscura di Carlo poiché il pianeta è da sempre considerato come inospitale e scuro. In più, già dai tempi antichi, in suo onore si praticavano sacrifici umani ed orge propiziatorie (specie nei Saturnali) che rimandano direttamente alla sessualità perversa di Carlo.
Difatti, col passare del tempo all’interno del romanzo, il protagonista finirà per praticare rapporti incestuosi con la madre, la sorella e precipiterà in una spirale di ammucchiate a sfondo propiziatorio di cui finirà per rappresentare la parte passiva.
Risulta chiaro che in Petrolio, Pasolini abbia voluto raccontare il modus operandi di un certo tipo di potere. Inoltre, all’interno del romanzo, esistono aspre critiche nei confronti del capitalismo e del consumismo.
Cranio Randagio: le ali della libertà
A questo punto è lecito chiedersi quali siano i riferimenti a Pasolini nella canzone scritta dal rapper romano. In realtà, pochi e vaghi, concentrati soprattutto in alcune riflessioni riguardanti la fama e il potere che analizzeremo più avanti.
Va sottolineato che il titolo scelto dall’artista è molto significativo poiché il petrolio, simbolicamente, rappresenta un’energia sotterranea e dunque posta in antitesi col cielo che Cranio desidera esplorare. La voglia di elevarsi rispetto al basso astrale è un impulso che il rapper avverte direttamente dalle insondabili percezioni dell’anima.
Analisi del testo di Petrolio
Ho tolto i sassi dalle scarpe
E levigato i calli
Da Roma nord fino alle Ande
Diventando grandeHo fatto passi in queste lande
Degni dei giganti
Per ritrovarmi in ogni caso
A casa fra le carte
In questi primi versi di Petrolio, Cranio Randagio ci trasporta direttamente nel suo percorso di crescita e lo fa attraverso la metafora del viaggio. L’artista si è preso alcune rivincite e le identifica nei sassi che ha tolto dalle scarpe.
Emblematico il passaggio in cui Cranio cita Roma Nord e le Ande: la capitale italiana è la città che lo ha cresciuto e dove ha accumulato le maggiori esperienze mentre la cordigliera è strettamente correlata al gabbiano delle Ande, elemento centrale di Petrolio ed animale con cui l’artista si paragona nel ritornello.
La grandezza a cui si riferisce il rapper può essere interpretata come un richiamo ai giganti citati poco prima ma chiaramente è soprattutto una constatazione del protagonista nel descrivere i risultati raggiunti.
Nonostante abbia affrontato un pellegrinaggio, l’artista si ritrova “in ogni caso a casa fra le carte”, espressione che tende a convalidare la tesi per la quale lo stato mentale è un assioma inscindibile per l’essere umano: puoi andare dove vuoi, ma se i pensieri vagano altrove, resterai comunque nello stesso posto.

E cantami il tuo nuovo pezzo
Mi diceva mamma
Mentre singhiozzava nella stanza
Mi chiedeva di portarle il testo
Che non mi capiva poverina
Aveva testa altrove
Affitto e la benzina
Questo è un passaggio estremamente fondamentale che possiamo comprendere solo scavando nei meandri della vita di Vittorio, vero nome di Cranio Randagio. Il padre del rapper è scomparso prematuramente quando Cranio era solo un adolescente e la madre ha dovuto crescere tre figli in un contesto difficilissimo sia dal punto di vista economico che emotivo.

Io che mi detesto perché ho perso anche le tracce di me stesso
Faccio tracce su me stesso non vedendo mai una lira
L’artista effettua un eccellente gioco di parole con il termine “tracce” che dapprima assume il significato di segno, impronta e poi quello di brano, canzone. Cranio ci sta qui descrivendo il suo senso di smarrimento, motivo per cui egli stesso si detesta. In più, per lui, il rap è una passione che non lascia intravedere ingenti benefit economici e tutto ciò gli causa enorme stress.
Ci litigavo ma è normale
Lei mi vuole ai talent
Dice che il talento vale doppio quando è in copertinaNon ci arriva che mi dovrei ricoprire di mantelli come Harry fino a scomparire
Cranio e la madre litigavano dato che quest’ultima voleva vedere suo figlio ai talent (desiderio che si è poi esaudito nel momento in cui Vittorio ha partecipato ad X Factor). La pressione esercitata nei confronti del rapper deriva dalla convinzione che le copertine e le prime pagine favoriscono una rapida fruizione del prodotto di un artista ed è per questo che in tal caso “il talento vale doppio.”
Cranio Randagio è però consapevole del fatto che una volta entrati in un talent e dunque nel mondo dello spettacolo, bisogna inevitabilmente scendere a compromessi e creare un personaggio adatto al pubblico, il quale spesso offusca la vera individualità dell’ artista. Da qui, il parallelismo con Harry Potter e il mantello dell’invisibilità

Qua la fama è fieno nel fienile
E se il fattore arriva infilza col forcone fotte tutte le tue aspettative
È facile perire
Metafora imponente di Cranio che paragona gli artisti a degli animali affamati, bramosi di fama. Il mercato musicale è il fienile dove ognuno lotta per la propria fetta di fieno, finché arriva il fattore(il business) che ne infilza dosi a piacimento, fregando le aspettative di molti animali, rendendoli ancora più affamati.
Nel fienile del mercato musicale è molto facile perire a causa dello stress dovuto al raggiungimento di determinati risultati.
Io volerò, io volerò via (volerò via)
Come un gabbiano pure se il petrolio mi pesa sul dorso smorzando la scia
Io volerò via, io volerò via
Perché nel cielo c’è molto di più
Che in questa terra sbranata da gru
Che in questo oceano sempre meno blu
Nel ritornello Cranio si paragona ad un gabbiano, custode del mare e di coloro che vi sono morti. Da sempre simbolo di libertà e coraggio, questo uccello sorvola il cielo trasmettendo un senso di indipendenza in chi lo osserva.
L’artista vuole volare via da questo contesto societario che inquina mari, menti e cuori. Il petrolio che gli pesa sul dorso è quella macchia di sporco che ti rimane appiccicata addosso quando sei circondato dalle impurità.
Dammi un motivo per restare
Per mollare l’ancora
Qui dove è tutto un detestare
Ciò che l’altro faCi hanno oppressi per testare quanto è forte l’anima
Per quanto a pezzi possa amare
Un giorno spirerà
Il rapper vorrebbe trovare un motivo per rimanere nel posto in cui tutti odiano ciò che fanno gli altri, perché in verità pochi apprezzano davvero se stessi. Chi domina sulla scacchiera societaria sa che il mondo è energia allo stato puro e l’oppressione sociale è un modo per ingabbiare l’anima e tenerla relegata al ruolo di serva del materialismo sfrenato e insensato.

In questa stanza sono tutti il nuovo Ed Sheeran
La bella voce, la chitarra, la faccia pulita
Io che stavo ribaltato fino al giorno prima
Triturato sopra un marciapiede a rifiutar la vita
La seconda strofa comincia con la descrizione del provino di un talent show: nella stanza dove si svolgono le prove sembrano tutti “il nuovo Ed Sheeran“: gente che apparentemente presenta una bella voce e la faccia pulita. Al contrario di questi soggetti plastificati, Cranio è arrivato al provino in stato confusionale e direttamente da un marciapiede, sintomo del background underground dell’artista.
Guarda mamma, sono in TV come molti divi
Fra chi sta senza obbiettivi tranne il flash di un obbiettivo
Chi va in tv sta solo cercando notorietà perché vuole essere famoso. Chi partecipa a un talent si lascia attrarre molto più dal contenitore rispetto al contenuto..
Ma tra ‘sti morti vivi c’ho trovato qualche amico
Adesso suona insieme a me
Accompagnato da buon vinoEd ho fatto buon viso a cattivo gioco
Riso del maremoto che mi limitava l’aria
Cranio ha trovato anche qualche amico tra “i morti vivi”, così descritti perché probabilmente assuefatti dalle logiche dello spettacolo. L’artista afferma di aver fatto buon viso a cattivo gioco, lasciando dunque intendere che la sua partecipazione ad X Factor non era nient’altro che un bluff.
E intanto fra, cinquantamila
Sto tra i primi ventiquattro
Ma non sarà certo X Factor
A dirvi quanto valgo
L’artista è riuscito ad arrivare tra i 24 del programma televisivo, superando la concorrenza di migliaia di aspiranti ma è cosciente che questo risultato non lascia minimamente trasparire la misura del suo talento poiché estremamente fuorviante.
La gente si dimentica
Si scorda in un secondo
Anche soltanto che tu possa stare al mondo
Ma come disse un sommo dall’alto del suo intelletto
Non puoi fermare il vento
Solo fargli perder tempo
Il sommo a cui si riferisce Cranio è Fabrizio De André. La frase citata appartiene alla sua Canzone Del Maggio
Dammi un motivo per regnare
Mica una corona
Il rapper sta cercando un significato che vada oltre la mera apparenza. È inutile portare una corona sul capo se non si ha un valido movente per regnare.
Dai, spalancami le porte
Parlo con te, il vero sovrano di sta roba
Quello che ascolta e diffonde
Io ho qualcosa di importante
Da dovervi raccontare
Nessun “non ce la farai”
Vale quanto un “non mollare
Chi è “il vero sovrano di sta roba”? A primo impatto si potrebbe pensare che l’artista si riferisca solo ad un membro delle élite discografiche ma in verità “quello che ascolta e diffonde” è anche il pubblico ed ognuno di noi è responsabile di ciò assimila e divulga. Spesso gli artisti vengono criticati per la pochezza di contenuti ma è pur vero che se il pubblico ingurgita e approva un certo tipo di musica effimera, sarà poi quella a spopolare.
Le nostre scelte possono senz’altro essere condizionate da algoritmi, mode e tendenze ma in ultima analisi se l’individuo decide consapevolmente di supportare o meno un prodotto, nessuno potrà fargli cambiare idea. Questo è il bello dell’era moderna, dove la musica è estremamente accessibile.