I Nomi del Diavolo è l’ultimo progetto di Kid Yugi, pubblicato il 1 marzo 2024 per Universal Music Italia su tutte le piattaforme musicali. Forte del concept con il quale è stato scritto e studiato, l’album del giovane talento pugliese risulta ricco di collaborazioni importanti, come Sfera Ebbasta, Tedua, Noyz Narcos, Geolier o Ernia.
Ispirato al romanzo “Il Signore delle Mosche” il progetto presentato da Kid Yugi è un album maturo per il ragazzo della classe 2001 che, nonostante la giovane età, ha il talento per raccontare dinamiche complesse da un punto di visto originale, seppur cupo, splatter e violento.
La penna di Kid Yugi ha in serbo tante munizioni nella sua carabina: la grafia con cui scrive è una delle più grezze del panorama italiano. L’artista di Massafra è un cecchino, sa esattamente dove e quando colpire per far emozionare l’ascoltatore, tra metriche travolgenti ed una narrativa pessimistica. Ora però passiamo alla recensione di un progetto abbastanza intrigato, ricco di allegorie che mostrano le varie vesti del Diavolo.
Testi
L’Anticristo si apre con una citazione al film diretto da Taylor Hackford, basato sull’omonimo romanzo di Andrew Neiderman, L’avvocato del diavolo.
Il brano in questione – nonché intro dell’album – è stato pubblicato il 27 febbraio e anticipa il modus operandi del progetto: citazioni a libri e film condite da una proprietà di linguaggio fuori dal comune.
Ciò che rende L’Anticristo unico è proprio la dimestichezza nell’uso della parola: ogni barra viene chiusa ponendo l’accento sulla sillaba finale della parola, che in questo caso cade sempre sulla “i”, sfruttando al massimo il ventaglio di vocaboli a sua disposizione.
Come è giusto e normale che sia, quando Tedua è presente nel brano di un altro artista riesce sempre a tirare fuori il lato più introspettivo e
delicato. Eva racconta la storia di un amore tormentato, rapportato con il peccato originale commesso da Eva sotto il melo.
Nonostante il male che dimostra di provare Kid Yugi, sembra sia rimasto acceso in lui il lume della speranza, in fiducia del fatto che possa esserci uno spiraglio di luce nel buio, una via d’uscita dai gironi infernali che ci mostrano il Diavolo in tutte le sue forme.
Citando Ilva, notiamo come oltre, ai sentimenti più intimi, le dinamiche di vita sociale siano parte integrante della narrativa del giovane rapper. Il brano prende il nome dallo stabilimento industriale tarantino, origine di un vero e proprio disastro ambientale.
Ilva non è solo una denuncia sociale, qui si riprende anche il sample di Fume Scure di Fido Guido, artista pugliese che in passato aveva già denunciato la questione utilizzando la sua musica come mezzo. Ciò ci apre uno spunto di riflessione importante: è giusto che la musica sia parte integrante dell’intrattenimento, ma non dobbiamo dimenticarci del potenziale comunicativo che porta con sé.
Si vede da lontano una nuvola tossica
Un terra rossa e la mia gente che soffoca
Quaggiù la vita quanto costa? Voglio una risposta
Se tutto quello che ci uccide lo chiami risorsa
Kid Yugi in Ilva
Sfera è il Re Mida del rap italiano. Tutto ciò che tocca diventa oro. Ex Angelo prodotta da Shablo culla l’ascoltatore con un piano malinconico, sul quale si alternano le strofe di Sfera e Kid Yugi, entrambi alla ricerca di certezze da ciò che è caro a loro. La narrativa si sposta da argomenti come il successo musicale o la felicità che spesso viene vanamente cercata da tutti, come la verità, arrivando fino alla doppia faccia del denaro.
Strumentali
Servizio, inteso nel seno più materiale, è il lato ruvido della spugna: Kid Yugi racconta dinamiche e sensazioni dell’ambiente in cui “il servizio” si muove, alternandosi a Papa V che non ha peli sulla lingua, come Noyz Narcos. Il brano è stato costruito su un beat in stile Detroit, il che è non è una grossa novità per Yugi e Papa, al contrario però risulta interessante osservare l’approccio di Noyz al beat di Mothz.
Il beat Detroit di Servizio alterna linee di basso alle drums più vicine alla trap. Il beat cambia leggermente mood sulla strofa di Noyz, adattandosi meglio allo stile del romano, dando più spazio alla voce rispetto alla strofa alternata di Yugi e Papa.
Per rimanere nello stile Detroit, Il Signore delle Mosche prodotta da Sadturs e Kiid è la traccia da cui nasce il concept dell’album. Denotazione prese dall’omonimo romanzo, il nominativo “signore delle mosche” rappresenta la creatura dalla quale hanno origine i mali. Il beat è molto veloce e trasmette una visione cupa ed a tratti introspettiva, pur mantenendo la rabbia che voleva trasmettere l’artista.
Ma come nel romanzo di William Golding la creatura non è una figura concreta, bensì il male in sé, presente in tutti gli uomini che inciampando come Simon (personaggio del romanzo) nella sua natura ne riconoscono gli effetti, senza però riuscire a fuggire.
Probabilmente il vero asso nella manica dei produttori che hanno lavorato a questo progetto è stata la scelta dei suoni da utilizzare: pur scegliendo suoni futuristici derivanti dalla trap moderna, i beat risultano semplici da cavalcare per il flow di Kid Yugi, che dimostra di essere fortemente legato ad un approccio più hardcore rispetto alla trap moderna.
Lilith fa riferimento al mito di una donna, diffuso nella religione mesopotamica e nei primi culti di quella ebraica. Composto ancora una volta dal produttore Junior K in collaborazione con Depha Beat, il brano trasmette quel senso di malinconia, dato dalle chitarre, mescolato a quello della rabbia di Kid Yugi. In Nemico con Ernia, Yugi spezza l’approccio travolgente dei beat sentiti fino ad ora: le trombe si incastrano bene con le note di piano, mentre le batterie trap scandisco il tempo. Il brano risulta introspettivo ed ascoltandolo sembra possano arrivare le nuvole a rendere grigio il cielo, sotto al quale, ci troviamo all’ascolto.
Se parliamo di strumentali relative a questo progetto, va fatta una nota di merito a Junior K, presente nella maggior parte del disco come produttore. Riuscire a contestualizzare la narrativa creepy del giovane artista di Massafra non è stato semplice, ma il producer è riuscito a far risaltare bene il tutto, dando nuova luce al progetto del suo compagno di roster.
Stile
Capra a tre Teste con Tony Boy e Artie 5ive è una collaborazione che non ci è per nulla nuova. Con il brano DEM, presente in The Globe, si erano già fatti notare. Sono quasi sicuramente i nomi più in hype dell’ultima stagione musicale ed una collaborazione fra loro non può passare inosservata.
La capra assume un significato allegorico nel momento in cui viene associata al diavolo; i traduttori della Bibbia utilizzavano questo termine per descriverne l’aspetto, catalogandolo come “abitante del deserto, bestia selvatica”. La Capra a tre Teste, simboleggia metaforicamente un corpo unico, dal quale partono tre teste con le stesse sembianze, che in questo caso vengono individuate nelle figure dei tre rapper.
Il Signore delle Mosche rappresenta probabilmente l’origine del processo creativo di Kid Yugi. Denotazione presa dall’omonimo romanzo, in cui veniva rappresentato dalla testa tagliata di un maiale circondata da mosche, il signore delle mosche rappresenta la creatura dalla quale hanno origine tutti i mali, come se l’uomo avesse bisogno di individuare un colpevole.
Purtroppo però, come all’interno del romanzo, l’uomo scopre che l’origine di tutti i mali non si trova al di fuori; il male infatti si trova all’interno di ognuno di noi. Il concetto viene ben sintetizzato da Golding con una citazione, attraverso la quale sembra intendere il male come qualcosa di profondamente intrinseco con l’individuo, che lo produce come fosse parte della sua natura.
L’uomo produce il male come le api producono il miele.
William Golding
Il concept alla base del progetto risulta quindi molto significativo: il Diavolo esiste ed ha mille sfumature, ma non possiamo individuarlo come un’entità concreta situata nel profondo della terra, bensì lo troviamo dentro ogni uomo. C’è un brano però che non sembra pienamente coerente con il titolo dell’album, pur essendo molto attuale, probabilmente inserito in un contesto differente avrebbe avuto un’attenzione adeguata.
Stiamo parlando di Terr1 è un brano che esce nel momento storico più adatto, in collaborazione con l’artista più pertinente. Geolier infatti è stato al centro di tante critiche. Ma per fortuna, ancora una volta è stata la musica a parlare, lasciando così da parte ogni tipo di dichiarazione sulla quale si potesse speculare. Il brano è una forma di rivalsa nei confronti di chi ha spesso utilizzato il termine “terrone” in senso dispregiativo e discriminatorio. Non è la prima volta che Kid Yugi fa riferimento alla sua terra di origine per elogiarla, come in Anticristo, dimostrando un vero e proprio attaccamento alle sue origini.
Terroni rappano meglio dei big
Kid Yugi in Anticristo
Diventeranno grandi, poi saranno re
Lucifero è il brano che chiude il progetto, l’ultimo nome con cui viene inteso il Diavolo, forse quello di uso più comune. Sembra che la discesa negli inferi sia terminata per il giovane rapper, che trovandosi davanti al diavolo sputa le ultime rime condite da un senso di sincerità assoluta.
Il male si trova dentro lo specchio e sembra che per Kid Yugi l’unica cura possibile, l’unico vero antidoto contro il male, sia spogliarlo delle sue certezze mettendo in luce la verità dei fatti, romanzandola come nelle migliori cinematografie.