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Intervista

Quando il rap si manifesta attraverso Versi & Lettere

Cover

Tra i numerosi album di giovani emergenti che ci sono stati segnalati in redazione nel 2018, spicca Versi & Lettere. Si tratta di un progetto portato avanti da tre ragazzi del Ticino Project Mayhem, una delle realtà più fiorenti nella scena attuale. Abbiamo dunque contattato Dok, Caveman e Saymo via Skype, riuscendo a trarne fuori una chiacchierata al bar trans-Italia.

Benvenuti su lacasadelrap.com! Visto che il Ticino Project Mayhem comprende molti artisti, perché non ci parlate un po’ di voi tre? Tra Dok, Caveman e Saymo è iniziata come un rapporto prettamente artistico o si basa su un legame personale?

Saymo: Io e Fabio (Caveman), il producer del gruppo, ci siamo conosciuti durante il periodo delle scuole medie, più di dieci anni fa: fin da subito abbiamo iniziato a girare insieme nelle prime crew e ben presto anche a fare musica. Egli ha prodotto infatti la maggior parte delle strumentali delle mie canzoni nonché il 90% del mio ultimo disco. Con Marco (Dok) l’amicizia è invece più recente. Ci siamo conosciuti circa due anni fa durante qualche serata a Friburgo (CH), città in cui entrambi frequentiamo l’università.

Dok: Anche l’amicizia tra me e Caveman è abbastanza recente. Ci siamo conosciuti circa un anno fa. Gli stessi gusti musicali hanno rafforzato il nostro legame, sino ad arrivare alle prime collaborazioni. Di fatto, già prima della realizzazione di Versi e Lettere, ho collaborato con lui, e altri membri della nostra etichetta (ndr. Garage5records), alla realizzazione di ulteriori progetti musicali.

Da dove nasce il progetto Versi & Lettere e quanto tempo gli avete dedicato?

Saymo: Dopo alcune collaborazioni iniziali abbiamo deciso di consolidare il tutto in un disco. I primi pezzi fatti insieme ci piacevano e, una sera, Caveman ha lanciato l’idea di iniziare a lavorare ad un disco. Due sere dopo ci siamo trovati a casa sua per scovare tra le sue numerose produzioni i beats più adatti su cui scrivere. Dopodiché, abbiamo lavorato a questo progetto per circa un anno.

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La familiarità che avete, e che si è sviluppata dapprima con l’amicizia e successivamente con le collaborazioni in studio, vi ha aiutati nella stesura di questo progetto? Vi siete scontrati oppure siete riusciti a trovare un filo comune sul quale sviluppare Versi & Lettere?

Dok: Certamente. La nostra amicizia ha sicuramente influito positivamente sulla realizzazione del disco. Nonostante abbiamo caratteri e idee differenti siamo sempre riusciti a trovare un punto d’incontro. Questo ha funzionato sia per i testi scritti singolarmente che per quelli in comune.

Le basi sono spesso campionamenti di strumentali, come mai questa scelta stilistica che si discosta dalle attuali tendenze verso le quali si sta evolvendo il rap? Come trovi i campionamenti da utilizzare?

Caveman: Come un grande chef che custodisce la sua ricetta segreta, anche io lo faccio gelosamente con la mia. Gli ingredienti sempre freschi conferiscono alla portata un sapore classico, ma con differenti note di originalità apportate alla ricetta tradizionale. Trovo che, oltre ad essere il mio cavallo di battaglia, l’arte del campionamento è una passione: ritagliare porzioni di audio, mescolarle, manipolarle per creare una melodia ex-novo e condirle con delle batterie magistralmente suonate è un collage esteticamente vivido e longevo.
Per quanto concerne la ricerca di campioni consiglio di munirsi di molti vinili e scavarne fra i solchi.

Mi ha colpito particolarmente l’uso degli skit, ed essendo l’album introspettivo e personale, l’ho trovato un ottimo escamotage in grado di rendere l’ascolto più fluente e leggero. Soprattutto, a metà album si nota come l’uso dello skit permetta il passaggio ad un insieme di tracce più cupe. Qual era il vostro intento?

Saymo: Le skit presenti nell’album sono spezzoni di film o cartoni animati che esprimono e riassumono, in qualche modo, il significato della traccia. Esse servono anche ad evitare introduzioni ridondanti e permettere all’ascoltatore di allontanarsi per un istante dalle nostre voci. Diversa è invece la natura della skit più lunga del disco, alla quale abbiamo dedicato una traccia intera: essa si trova esattamente a metà CD e funge da spartiacque tra testi più esplosivi da altri più cupi e freddi, quasi crepuscolari.
Caveman: La skit di Viva il Corpo è un connubio particolare tra della musica greca e una marcia militare. Cozza come pochi, ma ci piaceva così…

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Cosa significa per voi V&L? È una valvola di sfogo o piuttosto un modo per mettervi alla prova?

Dok: Per noi V&L è come una fotografia, è un momento delle nostre vite che abbiamo voluto immortalare, prima di dedicarci ad altro. Da un lato, abbiamo dato sfogo al nostro bisogno di esprimerci, come se questi testi rappresentassero per noi una sorta di diario personale. Essi sono infatti tutti molto introspettivi; a prescindere dal mood della base e delle sue sonorità.
Dall’altro l’album è un tuffo nel passato; un flashback, un ritorno alle origini in un mercato musicale saturo di singoli in cui la maggior parte degli artisti punta ad utilizzare la propria musica come un mezzo per ottenere notorietà e visibilità. V&L, rappresenta un prodotto che potremmo definire “fine a noi stessi”.

La cover è un artwork interessante. Come è stato realizzato?

Saymo: L’artwork del disco è stata interamente disegnata a mano da Mosé Schwarz alias B612, amico e giovane writer ticinese. Per la realizzazione di un disegno gli abbiamo chiesto di prendere spunto dalla tracklist: all’interno della copertina si possono notare diversi riferimenti e spunti riconducibili alle canzoni. Siamo molto soddisfatti e, con grande probabilità, non ci fermeremo a quest’unica collaborazione.

Il Ticino è una realtà relativamente piccola. Da cosa siete stati maggiormente influenzati e al livello musicale e culturale?

Dok: Il Ticino è piccolo ma estremamente attivo a livello musicale, basta guardare le recenti uscite sul web. Dal canto nostro volevamo fare un disco che trasmettesse agli altri le stesse emozioni che a nostra volta abbiamo provato ascoltando i dischi, sia ticinesi che della vicina Penisola, che ci hanno maggiormente influenzati. Tra questi potremmo citare: Il Male degli Havana Clab, Il Codice da B’Zone di Sisma (Linea 23), L’Alba dei La Créme e molti altri. Non a caso nel ritornello di Tradizione citiamo alcuni titoli di dischi di rap ticinese che ascoltavamo quando eravamo ragazzi.

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L’anno nuovo è iniziato da pochissimo, avremo modo di vedervi live, anche in giro per l’Italia?

Caveman: Il nostro primo live della serie c’è stato il 2 febbraio a Mendrisio, dove tuttavia non abbiamo presentato il nostro disco ma ci siamo esibiti insieme agli altri membri del Ticino Project Mayhem. L’evento ha visto la partecipazione di artisti di spessore nazionale quali Cor Veleno, Jack The Smoker e DJ FastCut con alcuni membri dei Dead Poets. In seguito, per i mesi successivi abbiamo qualche richiesta che, tuttavia, deve ancora essere confermata. In ogni caso, se qualcun altro fosse interessato a contattarci, saremo ben contenti di portare in live Versi & Lettere anche in Italia.

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Il mio primo incarico fu quello di costruire le navi che portarono gli Achei a Troia, ma con la crisi che c'è, ho preso a farne solo di carta e di dimensioni microscopiche. Assidua mangiatrice di lasagne e libri. Probabilmente sono l'anima gemella di Hannibal Lecter. Dite Mellon ed entrate.
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