Segui le nostre dirette sul canale IGTV di @lacasadelrap

Intervista

Clementino: l’energia di un MC vulcanico

Clementino Album Vulcano

Giovedì 23 Marzo la nostra redazione è stata ospite degli uffici di Universal Music Italia per la presentazione del nuovo disco ufficiale di Clementino: Vulcano, progetto di inediti disponibile dal 24 Marzo in copia fisica e sulle principali piattaforme streaming. Assodato dall’estate 2015 il fatto che, l’International Federation of Phonographic Industry (IFPI) ha indicato il venerdì quale data per tutte le release discografiche, il giovedì è diventato piuttosto intenso per gli addetti ai lavori.

Puntualizzato questo, Clementino si presenta puntualissimo all’incontro accompagnato, tra gli altri, da Emi lo zio e Vincenzo da Via Anfossi. Prima che tutti gli addetti stampa affollino la stanza dell’incontro, veniamo raccolti di fronte ad un monitor perché Clementino ha preparato un paio di sorprese da presentare in esclusiva. La prima, che potete vedere anche voi sulla nostra pagina facebook e che presto uscirà anche sui social dell’mc campano, è un contributo dell’attore romano Elio Germano che ha recitato il testo del brano “Tutti scienziati”. La seconda invece è l’anteprima del videoclip ufficiale, in quel momento non ancora ultimato, proprio di “Tutti scienziati”, prossimo singolo estratto da “Vulcano”. Il video è un’autentica chicca cinematografica, ma non vi svelo nulla e vi rimando al nostro canale telegram dove abbiamo proposto un estratto: @lacasadelrap. Seguiteci!

lKzl4BP

A seguire, Clementino è a disposizione delle domande e racconta con molto entusiasmo quella che è stata la lavorazione di “Vulcano”, un progetto concentrato in 13 tracce che per la prima volta lo vedono sempre attore protagonista dietro ai testi e al microfono, se non per il contributo di Marracash alla stesura del brano “Ragazzi fuori”, presentato in gara al Festival di Sanremo, e per le produzioni musicali alle quali hanno collaborato Shablo, TY1, Zef, Deleterio, Swan, David Ice, Marz, Yung Snapp, Deliuan e Amadeus.

Ho deciso di chiamare il mio album Vulcano perché io stesso mi sento un po’ come un vulcano: tutto il fuoco che ho dentro è uscito fuori attraverso le rime.” – racconta Clementino – “Ho scritto i testi interamente e per la prima volta ho interpretato ogni canzone da solo, senza alcun featuring. In Vulcano ho messo al centro  me stesso, Clementino, sperimentando anche sonorità che non avevo usato prima”. L’album ha avuto la sua genesi tra Napoli ed Amsterdam, in un home-studio allestito con Shablo e il titolo, “Vulcano”, rispecchia letteralmente lo stato d’animo di Clementino: “Come il fuoco sotto forma di lava che esce dal vulcano, così sono nate le rime che hanno dato origine alle canzoni”.
Il riferimento è poi ovviamente rivolto alla mia città, Napoli e al Vesuvio. Non potevo permettere ad un altro artista in generale di chiamare il proprio album Vulcano. Lo dovevo fare io! Devo dire la verità, anche “Miracolo!”, all’inizio, nella cartella sul desktop del computer aveva già il titolo Vulcano con i pezzi dentro, ma poi trovammo “Miracolo!” che era più adatto a quel progetto. Adesso però è il momento di Vulcano, qui dentro esplode anche una certa lava anni ‘90.” – prosegue – “Non volevo fare il rapper che ora si porta la trap, no! Cambiamo le carte in tavola. Faccio quello che sono”.

Leggi anche:  Davide è il terzo progetto discografico ufficiale di Gemitaiz

Clementino parla della sua musica definendola “Black Pulcinella”: “Credo di essere il primo esponente di questo genere in Italia. Il Black Pulcinella è l’Hip Hop italiano figlio di Pino Daniele e dell’American Power. Black perché c’è un’impronta afro-americana, io ho sempre ascoltato l’Hip Hop americano da Snoop Dog a Tupac. Poi c’è il Pulcinella tradizionale napoletano. Fondendo questi due elementi ci sono io, con il Black Pulcinella”.Parlando delle produzioni: “Shablo è il fedelissimo, con lui lavoro bene da sempre. A parte TY1, che è mio fratello e suona con me dal vivo in ogni occasione, io mi fido molto di Shablo e lui mi porta cartelle di beat di tutti. A me non interessa chi ha prodotto la base, mi interessa che il beat mi dia qualcosa, tant’è vero che abbiamo lavorato con tanti ragazzi giovani in questa occasione. Mi hanno prodotto Deliuan, Divid Ice, Marz (dalla factory Avantguardia di Shablo – n.d.r. ) che sono tutti ragazzi giovani. Ho coinvolto sia nomi storici come Shablo e Deleterio, fino a Yung Snapp (Dogizzilla Empire Beats – n.d.r.) che ha 19 anni a ha prodotto “Joint”.” – prosegue – “C’è anche una produzione di Amadeus, che non è il conduttore, ma un producer americano e si sente”.
In merito al suono: “Ho deciso di proporre quello che mi piaceva, senza l’esigenza di proporre quello che piace alle persone per accontentarle. Forse ho accontentato troppo per tanto tempo, tutti. Qualsiasi rapper che mi ha chiesto una collaborazione, io l’ho fatta, adesso basta. Questo sono io”.

In generale: “Il disco scorre, non è lungo come il precedente e non ho nemmeno scartato tanti pezzi, se non 2 o 3 che però, probabilmente, riproporrò nella deluxe edition”.

Capitolo Sanremo inevitabile: “Basta, più in là magari, ma non adesso. Probabilmente potevo dare io di più, però sono arrivato comunque in finale e quello era importante. Mi dispiace non aver cantato “Svalutation”, la cover di Celentano, perché, visto anche il risultato della cover dell’anno precedente, avevo coinvolto tutta l’orchestra ed era uscita una bomba, ma siamo usciti. Sono contento di esserci stato per due anni consecutivi, ma forse bastava il primo. Detto questo, in quel contesto sono riuscito a pubblicizzare l’album, promuoverlo e a fare interviste ovunque tra giornali e tv. Mi è servito per supportare “Vulcano”.
Comunque credo di non riuscire più ad essere partecipante/concorrente di qualcosa. Piacere per forza a qualcuno, mi sono scocciato di accontentare qualcuno. Certo! Se vincevo, bella Sanremo! (ride – n.d.r.)”.

Leggi anche:  Frenetik & Orang3 e Coez raccontano Roma in Migliore di me

Clementino, sul Festival, ha condiviso le stesse parole che potete leggere nel libro della sua manager Paola Zukar: “Rap – Una storia italiana”QUI trovate la nostra intervista a Paola, con la quale abbiamo parlato anche di questo aspetto.Quando gli viene chiesto se in futuro si vedrebbe bene su più fronti, magari in quello cinematografico, oltre a quello musicale, Clementino risponde così: “Non lo so, se riesco a gestire bene tutta la mia vita, forse sì. Io ho fatto l’animatore turistico per tredici anni nei villaggi, sono partito dal mini-club dove mi vestivo da pokémon e i bambini mi picchiavano (ride – n.d.r.), fino ad arrivare al ruolo di capo-villaggio. Successivamente mi sono iscritto all’università dello spettacolo e in tre anni ho fatto delle cose assurde come “Il canto del cigno” di Čechov o “Cime tempestose” di Emily Brontë, una palla tanta! (ride – n.d.r.). Volevo fare l’attore, ma la strada del rapper si apriva sempre di più, ma quasi per gioco, per le gare di freestyle e mi sono ritrovato sul palco a rappare. Ovviamente porto con me le mie esperienze recitative. L’animazione mi ha insegnato la comunicazione, il rap la presenza scenica e le ho messe sul palco. Queste sono anche le caratteristiche che mi rendono unico nel mio genere. Io mi considero un rapper molto ironico, quasi alla Eminem, teatrale, ecco. Non sono uno cattivo o che fa brutto, perché non fa parte della mia quotidianità, anche se nel disco ci sono episodi come “Spartanapoli” dove aggredisco il microfono, lo faccio perché lo so fare venendo dal freestyle, dalle punchline”.
Il pezzo “A capa sotto” (prodotto da Swan – n.d.r.) è un altro esempio di competizione. Il rap è come lo sport e vuole una sana competizione. È giusto proporre anche pezzi con rime pesanti rivolte a tutti, senza per forza dover dissare qualcuno nello specifico. È competizione ed intrattenimento”.
Clementino, scherzosamente, ci tiene a precisare: “Con chi hai collaborato? Nessuno! Chi hai dissato? Tutti!” – prosegue –  “Di pezzi così ce ne sono 3 o 4. Tra questi, “Keep calm” che rappresenta l’egocentrismo del rapper, quindi: “Keep calm e sientete a Clementino”, ovvero siamo nel 2017 e io sono ancora qui”.
In merito a questo pezzo, se già avete ascoltato il disco, non vi sarà sfuggito lo skit finale tutto in auto-tune. Clementino me lo ha contestualizzato così: “Quello è un mio amico che si chiama Pasquale (nei crediti del disco è riportato Poomba – n.d.r.) che con un’applicazione simile a Vocoder per il telefono ha improvvisato questa cosa con mente cle, giro con mente cle, e siccome mi piaceva l’abbiamo inserita alla fine di questo pezzo”.

L’album è stato lavorato anche ad Amsterdam, due brani della tracklist ripropongono quello scenario e sono rispettivamente “Coffèshop”: “Qui non c’è nessun riferimento alla legalizzazione. Parlo di me e lo faccio in modo molto conscius” e “Joint”: “Fa parte della famosa saga che parte dall’album “I.E.N.A.” dove c’è “Toxico” e prosegue con “Amsterdam”, fino a “Fumo” in “Miracolo!””.

Leggi anche:  Uapp è il video del duo Red Family

Clementino ha anche risposto a qualche imput di carattere politico, premettendo comunque di non essere la persona più adatta a parlarne. Partendo da Napoli e della sua esperienza: “Io vengo dai centri sociali, dal Leoncavallo a Milano, dall’Officina99 a Napoli e dallo Strike di Roma, dove il sabato presentavo gli eventi. L’Hip Hop italiano viene da lì e ho collaborato più volte con realtà come quella dei 99 Posse o degli Almamegretta. Queste sono realtà che politicamente cantano tanto, io non amo la politica”.
Il sindaco de Magistras tante cose buone le ha fatte per Napoli, ma allo stesso tempo non posso dare torto a Saviano quando dice che non si possono nascondere le tante cose che invece ancora non funzionano. A casa mia, a Nola, in piene terra dei fuochi, ci sono ancora anziani che muoiono di tumore e chili e chili di immondizia.” – prosegue Clementino – “Io da buon cantante posso denunciare alcune dinamiche, ma poi risolvere i problemi non spetta a me. Con la mia musica e le mie canzoni posso offrire, ad esempio ad un ragazzo, la possibilità di non fare cazzate perché impegnato ad ascoltarmi”.
Io sono molto impegnato sul sociale. Ho una scuola calcio che si chiama IENA Soccer Accademy e organizziamo tornei nella provincia di Napoli. Con il ricavato acquistiamo defibrillatori ed altre attrezzature. Abbiamo collaborato anche con la Fondazione Cannavaro Ferrara Onlus per un’asta di beneficienza per l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù. Mi muovo tanto con iniziative di questo tipo, per quanto riguarda il sociale”.

In chiusura, per quanto riguarda i live, Clementino ha svelato che dal mese di Maggio partirà con un tour europeo che toccherà città come Stoccarda, Colonia, Londra, Amsterdam, ecc., mentre da Giugno il “Vulcano Tour” toccherà tutte le principali città d’Italia. “In Europa farò allenamento per il tuor italiano. TY1 sarà con me e il progetto è quello di fare qualcosa in grande con la scenografia. Non dico di montare un vulcano vero, però… Io sono innamorato del videoclip “Gravel Pit” del Wu-Tang Clan, ed è un’atmosfera che mi piacerebbe riproporre”.
Dopo l’estate con TY1, per l’inverno prossimo, dal vivo vorrei portare sul palco gli strumenti. Io sono un ex chitarrista da falò e mi piacerebbe esibirmi con un chitarrista, un bassista ed un batterista. Secondo me si possono fare più cose in una situazione di questo tipo e si può lasciare spazio all’improvvisazione e io sono un MC nel vero senso della parola. Chiamandomi Maccaro Clemente io l’MC c’è l’ho come iniziali. L’impronta che vorrei dare con gli strumenti sarà reggae, vado pazzo per il levare”.

Conosci meglio

Superstite del forum, qui scrivo ancora con la passione di un utente. Con un focus sul panorama italiano, più che scrivere di rap lo ascolto e lascio spazio ai suoi protagonisti.
Ti potrebbe interessare
News

BUS – Bollettino Uscite Settimanali del 15 marzo 2024

News

BUS – Bollettino Uscite Settimanali del 19 gennaio 2024

News

BUS – Bollettino Uscite Settimanali del 15 dicembre 2023

News

BUS – Bollettino Uscite Settimanali del 10 novembre 2023

Iscriviti alla nostra Newsletter

Lascia un commento