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Intervista

Achille Lauro @ Raplike Festival

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Bentrovati tra le pagine de lacasadelrap.com. Quello che vi propongo oggi è il racconto della chiacchierata che ho fatto nel backstage del Raplike Festival, che si è tenuto a Lugano lo scorso 9 Aprile, con Achille Lauro, Boss Doms e Dj Pitch8.

Quando si parla della famosa “puntualità svizzera” non si tratta solo di uno stereotipo. Frutto di un ottimo lavoro dell’organizzazione, di cui ringrazio Michele Gatti di Horang Music, la giornata di live show si è svolta senza sbavature. Sul palco si sono alternati in ordine Limon Wills & No Words, Shiva, Mattak, Giaime, Lazza e Vegas Jones, fino alle esibizioni conclusive di Achille Lauro, MadMan e Gemitaz, che ha chiuso in grande stile con un medley di tracce, per lo più estratte dalla sua personalissima saga: Quello che Vi Consiglio.
Per il pubblico presente, per lo più composto da teenager ma con diverse eccezioni, la giornata è stata intensa e piuttosto impegnativa. Il tutto si è svolto dalle 15:00 alle 22:00 per più di 7 ore di musica dal vivo no stop, se non per le brevi pause tra un’esibizione e l’altra, fondamentali per poter allentare la pressione sulle balaustre a protezione del palco e per concedersi una boccata d’aria fresca e una birra veloce dato il caldo accumulatosi all’interno del Padiglione Conza, location definita per il festival.

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Tra le esibizioni più dense di energia della giornata c’è sicuramente quella del team NoFace. Si sta parlando parecchio in giro per il web e sui social del tour di Achille Lauro e devo proprio rimarcare che attualmente è uno degli show più fighi a cui si può assistere all’interno di quello che è il panorama rap italiano, soprattutto se si considera il fatto che alle spalle non c’è un budget strutturale come ad esempio quello che supporta le performance live di artisti come Salmo o Marracash & Guè Pequeno. Quello di Achille Lauro, Boss Doms e Dj Pitch8 è un’autentica scarica di adrenalina sotto forma di musica, dove tutto è amplificato al massimo tra l’utilizzo consapevole del distorsore vocale, drop carichi di kick ben marcati e breackdown legati da build-up densi di potenza per valorizzare al meglio lo stile punk rock dello show.
Sul palco c’è moltissimo movimento, Boss Doms e Dj Pitch8 gestiscono le loro macchine, ma questo non li limita nel saltare, arrampicarsi sulle casse e sul banco della consolle, correre ed interagire con il pubblico. Ad un certo punto del live ritrovo Boss Doms e il suo ciuffo rosa, direttamente tra le prime file del pubblico! Lui stesso, ridendoci sopra durante la nostra chiacchierata, definisce l’esperianza un “crowd swimming”.
Achille Lauro tiene al meglio il palco ed è impeccabile ad ogni traccia. La scaletta propone praticamente tutti gli estratti da “Ragazzi Madre” tra cui “Fuc”, “Maharaja”, “Profumo da donna”, “CCL” ed alterna hit come “A casa de Sandro”, prima di chiudere con le atmosfere più intime di “La Bella e la Bestia”. In tutto questo Achille Lauro interagisce con i suoi “bimbi”, coinvolgendoli a tal punto da dare il via ad un pogo sotto al palco.
La musica del team NoFace sembra essere stata concepita per scatenarsi ai massimi livelli.

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La performance dura più di 40 minuti e tra le prime file l’oggetto cult diventa la bandana dell’artista romano. Tutti la vogliono! Io lo incontro subito dopo l’esibizione. Nel backstage, trascorso qualche minuto di meritata pausa per l’inferno appena scatenato, lo raggiungo e lo trovo in compagnia di diversi artisti ed addetti ai lavori. Ci sono ovviamente Pitch8 e Boss Doms, ma anche Alepuntoebbasta (Alessandro Borgia si occupa del booking per Achille Lauro – n.d.r.) e Dj Harsh (manager dell’etichetta Tanta Roba – n.d.r.). Lauro si sta confrontando con Gemitaiz, l’argomento è il video di prossima uscita, che durante la chiacchierata scopro essere “Ulalala” brano che coinvolge entrambi gli artisti romani, una delle tracce più acclamate del disco “Ragazzi Madre”.
Tra le altre cose Lauro e Vagas Jones, che si è esibito prima di lui, si scambiano qualche battuta. Chi lo sa se questo incontro darà il via ad una collaborazione futura, diamo tempo al tempo…

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I primi commenti sull’esibizione sono quelli di Lauro: “Hai visto cosa vuol dire istigare alla violenza?”. “Era proprio quello che ci serviva per smuovere sta situazione, da lì in poi, il panico!”, ribatte Boss Doms.
Nel frattempo mi presento ai ragazzi, ma Achille Lauro mi fa capire subito che la loro musica è priva di stereotipi e troppo lontana dalle tradizionali distinzioni di genere: “Ma la casa del rap che c’entra con noi?” (si ride – n.d.r.).

Sì, è la prima volta che mi esibisco fuori dall’Italia, – mi racconta Lauro – mentre per quanto riguarda la situazione del festival ti devo dire che me ne sono fatti tanti in passato anche con Marracash. Con Marra ho fatto proprio un tour estivo dove abbiamo suonato solo nelle piazze e in alcune di queste situazioni c’erano anche le madri con i bambini che mi guardavano come fossi un alieno. Le nonne con i nipoti in braccio che gli tappavano le orecchie. Poi la piazza italiana, è la piazza italiana (risate – n.d.r.)”.
Parlando di situazioni dal vivo gli chiedo se si sente pronto per un tour europeo, visto che ultimamente la cosa è stata sdoganata anche da alcuni suoi colleghi come Salmo, Sfera Ebbasta e a maggio partirà anche quello di Clementino. “Al di là del tour europeo in se, che lascia un po’ il tempo che trova, perchè alla fine per chiudere queste 7/8 date, basta chiamare il promoter e organizzare, tralasciando i  numeri; a me piacerebbe proprio avere un pubblico fuori dall’Italia che si ascolta la mia musica. Questa cosa per me è diversa.
Anche “Ragazzi Madre” è entrato in qualche classifica di vendita iTunes di paesi europei, tra questi c’è la Spagna, ma personalmente, di andare fuori a fare il pagliaccio non mi interessa, alla fine, dove vado vado e posso benissimo suonare restando in Italia.

Sarebbe figo poter uscire davvero dall’Italia, ma la lingua comunque ci penalizza.
Restando in Italia il mio obiettivo è quello di riuscire a fare una data a San Siro, fatto quello allora faremo lo stadio all’estero.

La svolta giusta che ha avuto Sfera in questa cosa, è stata quella di riuscire a collaborare con i ragazzi francesi. Quella può davvero essere una bella connection, solo che noi, al momento, stiamo cercando di fare una cosa talmente particolare, che di collaborare, sì, ci interessa, perché è sempre un motivo di ispirazione, però siamo solo focalizzati su una cosa totalmente nostra e nuova che in questo momento non c’è spazio.
Non per questo, non posso dirti che sto in fissa con i PNL”.

Il richiamo alla lingua francese torna spesso nei testi dei brani di Achille Lauro, che conclude questa parentesi sulla sua musica, dicendomi che: “Abbiamo in tasca una roba nuova, un genere che in Italia e al mondo non esiste, che appena lo facciamo uscire ce lo copieranno tutti. Saranno gli altri a chiedermi il featuring, non perché me la voglio tirare, ma perché sarà una cosa così nuova e particolare che saranno gli altri a dover seguire questo suono”.

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Non posso che tornare che sull’esibizione, visto che siamo in un post live dove l’energia è stata tanta. “I pischelli si devono divertire. – prosegue Lauro – Solo in Italia ci sono queste situazioni, perché ad un concerto fuori la gente si ammazza, saltano, ballano, si arrampicano come fa Boss Doms sul palco. Noi stiamo portando questa cosa agli show. Io e mio fratello (riferendosi a suo fratello maggiore, che fa parte del collettivo romano Quarto Blocco – n.d.r.) abbiamo un backgruond legato al punk, e io voglio portare questa mia esperienza di musica quando suono dal vivo”.
Boss Doms aggiunge: “Noi questa cosa la importiamo anche dall’estero. Salire sulla consolle, ai festival, lo fanno tutti i dj, capito”.
Indicando Boss Doms, Lauro ci scherza sopra: “In realtà lui vuole diventare Dj Snake (nome d’arte di William Grigahcine dj e produttore discografico francese – n.d.r.), non vuole essere come Dr. Dre”.
Al di la di questo – riprende Boss Doms – noi prendiamo spunto da fuori. L’Italia la guardiamo soltanto per conoscenza, per essere al corrente, il nostro obiettivo è anticipare le cose che arriveranno in Italia”.
L’Italia procede a fasi e noi le abbiamo sempre anticipate. – ribadisce Lauro – La roba con The Night Skinny, come può essere “Benedetti Stronzi”, è la roba che va adesso. Noi l’abbiamo già fatta.
Dico questo senza parlare di me in prima persona, mi riferisco ad un team di lavoro, ad una serie di persone che si sono messe al lavoro e hanno tirato fuori un qualcosa di avanguardista.
Anche solo parlando del look, pensa agli “Occhiali da donna”. Ecco, questi sono tutti figli nostri”.

Introno a me – prosegue Lauro – ho notato che l’interessa da parte di chi parla di musica, non solo rap ma musica in generale, è cresciuto, è cambiato (in senso positivo – n.d.r.). Se in precedenza ancora qualcuno mi vedeva come lo scemo coatto che vendeva la coca sotto casa, adesso tutti si stanno accorgendo che noi spacchiamo i culi. Chi parla di me e di questa musica deve dire che spacca, punto.
Non voglio assolutamente che mi si metta in confronto con Bello Figo, il fenomeno da baraccone, no!
”.

Attualmente Achille Lauro e il suo team si sono un po’ lasciati alle spalle il contesto romano per approdare a Milano, che è il naturale accentratore per chi vuole lavorare sulla musica con sempre maggiore professionalità. Io gli faccio osservare che a Milano le cose che escono in questo momento si assomigliano un po’ tutte, mente da Roma provengono le influenze musicali più interessanti, proprio come è stato per il suo lavoro “Ragazzi Madre”. Lo trovo d’accordo. “Io li ho beccati prima di quello che sta succedendo adesso (stiamo parlando del collettivo Soldy Music e in particolare di Carl Brave e Franco126 – n.d.r.). A noi piacciono, e ci sono altre realtà che ci piacciono ancora di più come Calcutta e lo stesso Coez.
Questi sono i nomi degli artisti che devono ripulire il pop italiano, questi sono il nuovo pop”.
A proposito di questi nomi, chiedo anche del progetto NO FACE Radio: “NO WEED FOR LAURO” curato da DJ Pitch8.
Abbiamo messo tutte le nostre cose. – mi spiega Lauro – Abbiamo contaminato la musica straniera che ascoltiamo con quella italiana, ma con un respiro europeo, che più ci piace (tra questi ci sono Carl Brave e Franco126 – n.d.r.). Questo è un modo per far vedere che noi facciamo il nostro”.
È anche un modo per diffondere la nostra cultura musicale verso chi ci ascolta. Far capire da cosa attingiamo, cosa ascoltiamo, etc. Questo è l’episodio uno e porteremo avanti questa selezione musicale curata da Dj Pitch8” – precisa Boss Doms.

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A questo punto parlo della prospettiva di “Ragazzi Madre” e chiedo a Lauro a cosa è dovuto questo cambio di punto di osservazione nella scrittura dei pezzi. Lui me lo spiega così: “In passato, nei miei precedenti lavori, avevo già detto tanto di me e della mia vita. Arriverà poi in futuro il momento che rimetterò in piazza i cazzi miei, ma in quel momento volevo fare una cosa cumulativa. Parlare dei “miei bambini”, etc.
“Ragazzi Madre” nasce da un concetto bello profondo e che spacca. Nasce dalla realtà che accumuna molti ragazzi che crescono in strada da soli e che hanno come modello di riferimento solo i ragazzi più grandi, che in qualche modo li crescono a loro volta.
Il concept di “Ragazzi Madre” è fortissimo, anche per l’immagine che siamo riusciti a dare al lavoro attraverso l’artwork del disco.
Al di la di tutto, comunque, ci tengo a sottolineare come per noi la cosa principale resta la musica. L’obiettivo era fare un disco che potesse durare vent’anni. La mia musica, il mio suono, sono in costante evoluzione. Al primo posto per me e il mio team c’è la ricerca dell’originalità”.
Come dar torto a queste parole, quando poi ti trovi ad ascoltare su “Ragazzi Madre” un pezzo come “Barabba pt.II” che è la conseguenza di un percorso di crescita partito dalla pubblicazione del suo primo vero progetto, ovvero “Barabba Mixtape” uscito nel 2012.

Io voglio essere percepito come un artista di rottura. Noi cerchiamo sempre di fare qualcosa di diverso, ad esempio all’uscita del mixtape “Barabba” andava di moda il rap un po’ gangsta, il mio lavoro invece era introspettivo, un mio urlo di salvezza e poi all’interno ci sono proprio i miei primi pezzi come “Santana”, che adesso è un cult.
“Ragazzi Madre” è ovviamente un progetto più maturo sotto tutti i punti di vista, ma è frutto di un’evoluzione, la stessa crescita che poi ho avuto in studio anche con lui (indicando Boss Doms – n.d.r.) che conosco da tantissimo. “Ragazzi Madre” è il frutto di tanto sacrificio!”.
“Tra di noi (durante la lavorazione del disco – n.d.r.) ci chiamavamo guardie giurate, perchè praticamente, in studio, facevamo i loro stessi turni di lavoro” – mi confessa in conclusione Boss Doms.

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La nostra chiacchierata termina qui. Io saluto Achille Lauro e Boss Doms prima di tornare sotto al palco per assistere all’esibizione finale di Gemitaiz.
Mi rendo conto solo adesso, mentre stendo il testo, di aver conosciuto delle persone davvero umili, nonostante le apparenze e con una grande passione verso la musica. Il loro approccio è professionale, deriva da stimoli reali e mira alla ricerca costante dell’originalità attraverso la rottura dei canoni imposti dalla moda di oggi per poter dettare quella di domani.

 

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