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Intervista

ElDoMino: “Anima Explicit”. L’intervista

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In Anima, prima traccia del disco (di cui trovate qui il nostro numero di Cover & Tracklist), ad un certo punto parli di come tuo padre ti abbia spesso consigliato di abbandonare la strada della musica; oggi, a 18 anni dall’inizio di questa avventura chiamata rap, è cambiato il punto di vista della tua famiglia? Hanno mai accettato il fatto che per te la musica è anima?
Lo hanno sempre saputo, sotto sotto. Ma quello del genitore è il ruolo più difficile del mondo e ora a 33 anni capisco perché mi han sempre consigliato di lasciar perdere, o meglio, di non sognare troppo. Tutti vorrebbero che i propri figli non corrano rischi, prendano una strada sicura, “tradizionale”, con un lavoro normale e tutte queste cose qua. Oggi mio padre se suono in città viene a vedermi, so che è orgoglioso di me. Ma non oso immaginare cosa possa succedere se un giorno gli dicessi “Lascio il lavoro, voglio vivere di musica!” ahahah fortunatamente non succederà.

Credici e Maschera, rispettivamente quinto e ottavo brano del tuo ultimo lavoro, analizzano il rapporto tra uomo e artista, binomio che spesso e volentieri vede una parte soccombere sotto l’altra. Tu affermi di non essere un personaggio creato su misura, di essere genuinamente te stesso. Quello che voglio chiederti è: Flavio canterebbe senza ElDomino? Quanto di Flavio vi è in ElDomino e quanto di ElDomino in Flavio?
Potrei racchiudere il tutto nel termine “dualismo”. Sì…e comunque no, neanche “dualismo” rende bene. Da sempre ho voluto scindere il cantante dalla persona, per dei motivi ovviamente intimi e personali. Mi son sempre trovato a disagio spiegare chi sia ElDoMino a gente che di rap non ne sa granchè, e viceversa instaurare un rapporto più stretto con “fans” che seguono il rapper e non conoscono Flavio. L’ho sempre vissuta male questa cosa… alla fine è molto chiaro e semplice: cos’è ElDoMino se non l’Anima di Flavio Explicit-ata in musica? E ora se guardi la copertina sarà tutto più chiaro, nessuno dei due può fare a meno dell’altro.

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Meteora è una traccia molto intensa, che va ad analizzare quello che è l’amore. Vorrei esaminare con te una delle frasi che ritengo fondamentali per la visione di quella che è l’attuale situazione musicale in Italia: “Maledico ogni canzone d’amore per ogni autore mediocre che l’ha riempita di banalità”. Che rapporto hai con l’amore? Con la musica che tratta questo tema? Qual è per te la canzone che meglio ha trattato questo argomento?
Hai canzoni d’amore ovunque, è l’argomento che attira di più. Perché interessa e coinvolge tutti, perché è il “sentimento” per eccellenza. Il punto fondamentale è che ogni genere musicale si “ridimensiona” al suo rispettivo pubblico. Nella dialettica, nella scelta delle rime, nelle melodie. E questo proprio non mi scende, l’Amore ci tormenta, ci rende uomini, ci scava dentro…e non posso limitarmi alle solite frasi fatte, tanto per sciogliere qualche ragazzina in più. Soprattutto nel rap che dovrebbero essere “in teoria” lo strumento di sfogo per eccellenza, più genuino. E invece si cade spesso nella melenza. Per me questo è stuprare l’arte. L’amore merita rispetto e a me piace descriverlo per come lo vivo, intimamente, anche a costo di non farmi capire. Ora non so se Meteora l’abbiano capita tutti, ma paradossalmente è il pezzo più ascoltato.

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Stendhal è una traccia che potremmo definire ermetica, che lascia tanto spazio all’immaginazione e contemporaneamente trasmette tanto. La traccia prende spunto dalla sindrome di Stendhal, una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza. Puoi spiegarci cosa ha dato origine a questo testo e, nel caso tu abbia vissuto un’esperienza del genere, cosa l’ha causata?
Ahimè non ho vissuto un’esperienza tale. Per fortuna o sfortuna, non so. Ma mi ha sempre incuriosito e allo stesso modo affascinato il fenomeno in se. L’ho fatto mio. A un primo ascolto può sembrare che io mi riferisca ad una donna, ma è davvero di libera interpretazione. Un’opera d’arte può essere una tela, una statua, una composizione nata dalle mani di un artigiano, può essere una pietra, un oggetto di inestimabile valore…e se provassi a impersonificare tutto ciò, il passo è breve. T’innamori, reagisci come mai avresti immaginato e non ti riprendi più. In fin dei conti in un museo ci sono opere e persone.

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Dal precedente lavoro sono ormai passati due anni, periodo durante il quale hai lavorato a quest’album. Tu stesso definisci questo il tuo album migliore e quello a cui sei più legato. Puoi raccontarci i retroscena, o almeno i principali, che stanno alla base di questo lavoro?
Ti correggo, son passati più di due anni. Ero a lavoro a questo disco già dal 2014, ma ho avuto da subito le idee chiare sul voler tanti musicisti nel progetto e si sa che coordinare tante teste porta via del tempo. Poi è arrivato come un lampo a ciel sereno “Favoloso EP” che mi ha travolto e ho dovuto sospendere per quasi un anno la scrittura del disco. Al cuor non si comanda, era giusto così. Anzi ti dirò, questa parentesi mi ha aiutato molto, ho migliorato l’approccio su certe strumentali, sull’esposizione dei testi, sulla poetica. “Stendhal” ed “Explicit” sono figli di Favoloso Ep, per come son strutturati, il primo per la poetica, il secondo per l’atmosfera. Il resto dei pezzi hanno subito variazioni più o meno importanti lungo questi 2/3 anni, i testi son stati tutti rivisti e migliorati negli ultimi due mesi dall’uscita, in fase di registrazione. Idem per alcuni ritornelli che volutamente non volevo “invecchiassero” e son stati riscritti e ricantati. Questo perché sapevo che questo disco sarebbe stato il più importante e l’ho curato nei minimi dettagli, lo aspetto da tanto, è il progetto a cui tengo di più, quello più maturo e speravo con tutto me stesso riuscisse a venire fuori in questo preciso momento. Sento di aver raggiunto un livello di maturità tale da poter dire la mia senza nessuna paura, consapevole di offrire un prodotto ben fatto a livello musicale e di scrittura. Ad oggi, sono sincero, non saprei fare meglio.

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L’intero lavoro è privo di collaborazioni, se non con dj o scratcher. Puoi spiegarci questa scelta?
Beh non ti nascondo che un featuring era previsto nel disco, non mi va di fare nomi, ma per me era veramente importante. Poi le cose non sono andate come speravo, gli impegni non ci hanno permesso di chiudere il pezzo in tempi ragionevoli e ho dovuto rinunciare. Non voglio essere ipocrita, Anima Explicit è un disco a cui non manca nulla e sono strasoddisfatto della tracklist odierna…però mi è dispiaciuto, sarebbe stata la ciliegina sulla torta.

Ho ancora un po’ di spazio? ;) Ho solo una raccomandazione, da fare a chi sta leggendo, fidatevi delle vostre sensazioni e ascoltate solo buona musica. Fate tutto ciò che vi renda sereni, io ho raggiunto la mia felicità dopo aver chiuso “Anima Explicit”, mi son sentito leggero, soddisfatto e orgoglioso. Dedicatevi un po’ di tempo, ascoltatelo e fatemi sapere.

“Anima Explicit” è disponibile in copia fisica e digitale oppure disponibile in streaming su Spotify.

A cura di Davide Buda.

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