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Intervista

L’inesorabile scorrere del tempo: Luvaq, l’intervista

Luvaq orizzontale web

Si intitola Anni Dieci il primo estratto video da Wabi Sabi, il disco d’esordio di questa nuova formazione pugliese – che abbiamo recensito qui – e che risponde al nome di LUVAQ, composta dal produttore Manu PHL (Emanuele Flandoli), non proprio nuovo nel mondo della musica, in quanto ha già all’attivo diversi progetti come solista, e il chitarrista Naima (Emanuele Perrone), affiancati dal bassista Anoir Ben Hadj Amara.

Wabi Sabi è stato pubblicato per l’etichetta indipendente La Grande Onda lo scorso 11 ottobre. Esattamente un mese dopo, il primo video ci accoglie con tutte le sensazioni che speravamo, a sintetizzare forte il significato del titolo. 

Wabi Sabi, infatti, nella cultura giapponese indica la bellezza insita nella transitorietà delle cose: i momenti musicali del disco sono scritti nell’intimità di una chitarra e un quaderno. Abbiamo voluto fare qualche domanda alla formazione, ecco la nostra intervista!

Per chi non vi conosce… Raccontateci il progetto Luvaq!

Luvaq nasce dalla precedente esperienza del mio progetto Manu PHL, e ne mantiene la matrice rap/urban, ma la sposta verso un territorio più “adulto”, cantautoriale (o itpop, o indie, questione di etichette…). È la ricerca di un punto di equilibrio fra poesia e autotune, fra chitarre acustiche e drum machine.

Wabi Sabi… perché questo titolo? Qual è l’idea dietro al disco?

Mentre stavamo lavorando alle canzoni, ho scoperto l’espressione giapponese Wabi Sabi, che indica la bellezza insita nell’impermanenza delle cose. È una malinconica accettazione del fatto che il tempo non si ferma mai, e consuma cose, luoghi, persone e relazioni. Mi sembrava che riassumesse perfettamente il mood generale dell’album, c’è molta riflessione sull’inesorabilità del tempo in questi brani. Sarà forse ansia da trentenni millenial?

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Dallo scenario che dipingete nelle canzoni (penso ad Anni Dieci, Bicchiere mezzo pieno, Sessanta Metri Quadri) si evince un mood decisamente “dark”, direi anzi punk: quali sono le vostre influenze artistiche, musicali, letterarie ecc ecc? 

Grande, mi fa piacere che tu abbia notato la componente punk! Personalmente sono cresciuto a stretto contatto con la cultura punk e HC, e molti dei miei gruppi preferiti sono di matrice punk (penso a Clash, CCCP, ma anche artisti hip-hop come Sangue Misto o Colle der Fomento, che provenivano dallo stesso magma culturale). Anche in ambito artistico, amo molto i movimenti che hanno una matrice controculturale (penso a Bansky e alla street art in generale, o ad autori come Palahniuk o Vonnegut). Credo fermamente nel valore della controcultura, un’opposizione alla morale e ai valori dominanti che passi per l’arte e la cultura, è l’unico riparo dal materialismo che ci circonda.

Una domanda ve la devo proprio fare: in questa società vi sentite “come giapponesi a Pisa senza macchina fotografica?”

Assolutamente sì! Ho sempre osservato con curiosità i turisti orientali con le loro super macchine fotografiche, intenti a fotografare qualsiasi cosa, una vera propria mission, che per noi sembra nonsense. Per me l’arte è sempre stata la stessa cosa, una missione che magari era incomprensibile per amici e parenti, ma che dava senso a tutto. Se mi togli quella, non respiro.

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Per quanto riguarda i live? Avete date in programma?

Sì, abbiamo una serie di date in Puglia (la nostra base è Lecce) con cui inizieremo a far conoscere il nostro progetto anche dal vivo. Stiamo cercando di portare anche sui palchi lo stesso feeling ibrido fra elettronico e acustico, non è la tipica rock band! Le prossime due date sono il 14 al Jungle Parco Raho di Nardò e il 19 alle Officine Cantelmo di Lecce.

State già pensando a un nuovo progetto? Che direzione prenderete?

Be’, per ora cerchiamo di concentrarci sul disco appena uscito! Vorremmo far uscire almeno due video tratti da Wabi Sabi, per far conoscere un progetto che è appena nato ed ha quindi bisogno di un po’ di tempo per crescere. Nel frattempo, ho già scritto un po’ di nuovi pezzi, la creatività non si ferma mai… l’idea è di proseguire la ricerca su questo sound acutico/elettronico, vedremo!

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