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Intervista

La romanità di Asp126 e Ugo Borghetti

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La prima cosa che ho imparato in redazione è che pregiudizio e musica non vanno per nulla di buon passo, quindi nei buoni propositi per questo 2020 ci sta anche quello di aprire la mente. Pertanto ho saggiamente deciso di andare a conoscere Asp126 e Ugo Borghetti pur non avendo mai ascoltato nulla di loro, per il gusto di fare quel passo in più verso i suddetti propositi. Nel pieno centro di Roma, nel fantastico quartiere di Trastevere, Asp126 e Ugo Borghetti mi hanno accolta come fossi un’amicona, portandomi nel loro posto preferito, Dar Bruschettaro, a farci una birra e due chiacchiere.

Il 29 novembre 2019 per Bomba Dischi questi due romanacci pubblicano Senza ghiaccio, un album di nove tracce registrato a casa del nonno di Asp, ed interamente prodotto da FTTNA, al cui interno troviamo anche Pretty Solero e Franco126

Sembri un ragazzo molto tranquillo, ma ti confronti con una realtà nella quale la street credibility e l’atteggiamento da duro sono parte predominante nella creazione di una figura artistica…

Ugo Borghetti: A me ‘sta cosa fa ridere, perché spesso chi parla di ferro in tasca non ne ha mai nemmeno preso uno in mano. Si tratta invece di non creare un personaggio ed essere noi stessi e mettersi a nudo nei testi, facendo anche molta autocritica. So’ ridicoli, perché poi invece senza telefono in mano, voglio vedè. Sti rapper so’ così, de risse e litigate nel rap italiano, vere, quante se ne possono raccontà? Zero? Forse mi sbaglio…

Quindi voi non fate rap per darvi un tono…

Asp126: Uno, alla fine, un po’ vuole raccontare le cose dal suo punto di vista, no? È chiaro che c’è pure gente che invece fa le canzoni ma non le pubblica e non le fa sentì mai a nessuno.

Ugo Borghetti: Noi abbiamo un amico, per esempio, che se potesse uscire sarebbe il rapper più forte del mondo, ma per vari motivi non lo fa. Ci sta pure chi per problemi legali non può raccontare quello che ha passato, tornando alla domanda di prima sull’atteggiamento. Chi davvero sta per strada o ha avuto problemi con le guardie, proprio per quei problemi non può far uscire la musica che fa, chi è criminale davvero, non fa musica.

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Asp126: Ci sta pure che per parlare di certe cose non devi essere per forza il più matto in assoluto. Anche perché chi è più real e prova a fare una musica da gangster è meno bravo, e sai perché? Perché magari a livello emotivo è più forte degli altri, ma non regge a livello sociale. Se sei uno che sta in mezzo agli impicci grossi, lì si creano situazioni in cui la gente si spara… e se te sei uno che appena ti guardano male sbrocchi e inizi a sparà, come puoi gestire tutte le critiche che vengono fuori nell’ambiente musicale? Ci stanno pure, ma è una cosa difficile da trovare.

A proposito di pezzi che non escono mai, tu hai fatto un intero album che non è stato pubblicato..

Asp126: Asso di guasconi… In realtà con Franchino all’epoca avevamo fatto un sacco di progetti insieme che poi non sono usciti. Sai che c’è, non saprei dirti un motivo particolare per il quale non è uscito… Era un album che avevamo tirato molto per le lunghe, registrato a casa e mixato da un amico nostro e quando alla fine era concluso, stavamo già con la testa su altre cose.

E poi Senza ghiaccio, che è la vostra prima grande collaborazione insieme. Come mai avete deciso di chiudervi in studio e lavorare insieme solo ora? Alla fine vi conoscete da un bel po’.

Sempre perché facciamo duemila cose, ma stavolta avevamo gente dietro che ci seguiva, perché se vuoi fare un disco a caso lo fai, che ci vuole; ma se deve essere qualcosa che porti in giro e che devi suonare, è tutta un’altra storia. Franchino e Bomba Dischi ci hanno dato quella disciplina di cui avevamo bisogno.
Ketama è uno di quegli artisti, per esempio, che fa un album senza dire niente a nessuno, complice il fatto che sa fare tutto da solo.

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Toglimi però una curiosità: cos’è questa UBC di cui ho sentito parlare?

Ugo Borghetti: Prima scrivevamo sui muri, writer è un parolone eh, eravamo un po’ di amici e scrivevamo sui muri, sempre ‘sto UBC che stava per Ugo Borghetti Crew. Il giorno in cui sono andato ad incidere la prima traccia mi hanno chiesto “come ti vuoi chiamare?”… e sono diventato Ugo Borghetti 126. Io sono l’ultimo arrivato nella 126, il mio ingresso più o meno è coinciso con quest’altra crew che si separava. Prima dentro ci stavano Pyrex, Side, eravamo una banda di amici, e poi ognuno ha preso strade diverse.

Asp, tu invece conosci Ketama da quando siete bambini e, siccome chi sta dal lato mio vede sempre e solo l’artista, com’è invece al di fuori del personaggio?

Lo conosco da talmente tanto che non saprei dirti, mi vengono in mente quelle cavolate che si fanno da bambini tipo le pozioni o che ne so gli occhiali con gli occhi a molla, o quando faceva il casco col cartone del pandoro. Le solite cose che fanno tutti i bambini.

E voi invece, al di là della facciata da artisti, come ve la vivete la quotidianità?

Ugo Borghetti: male (ride, ndr), mi vivo male pure le cose più piccole, i problemi di poco conto. La paranoia è quella cosa che allo stesso tempo mi manda avanti e che me sta a distrugge.

Asp126: Io invece preferisco tenere su la facciata, si sanno già troppe cose su Asp126 che ora far conoscere pure la persona dietro non mi interessa…

Ugo Borghetti:: Da parte mia non c’è differenza, Ugo Borghetti è Bebbo e Bebbo è Ugo Borghetti. Io sono la stessa identica persona qua con te come sul palco, come mi sono presentato a te così faccio col fan, non cammino a un metro da terra.

Quindi vedete il rap come un “lavoro” anche per il futuro?

Ugo Borghetti: Io mo’ che ci sono riuscito, spero di campare di musica. È bello fare il lavoro che ti piace, non mi sono mai immaginato come rapper a dire la verità, anzi, li prendevo in giro gli amici miei che si sentivano il rap. Mai avrei immaginato che sarebbe stata una cosa che mi avrebbe salvato la vita, ormai è uno sfogo. Non la vedevo come una cosa che mi avrebbe portato soldi, come un lavoro; però ad un certo punto pensi che piuttosto che fare come mio padre che si sveglia alle 4 di mattina, posso fare quello che mi piace. Vuoi mette, sta in giro con i tuoi amici su un furgone, oggi te svegli a Bologna domani a Parma, poi in Calabria, piuttosto che andare in cantiere?

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Asp126: A me piace farlo, soprattutto ora che con Bebbo stiamo facendo i concerti in giro, sicuramente sono cose che spero di poter rifare e portare avanti. Anche perché nella vita, ok divertirsi, ma bisogna anche mangiare. O ne ricavi qualcosa oppure la vita ti costringe a non farlo più, o comunque a non dargli lo spazio che vorresti. Se ci potessi vivere senza dover fare altri lavori lo farei a tempo pieno, poi alla lunga può essere anche che mi stufo e smetto, tutto può essere.

Com’è andata quindi questa nuova esperienza del tour?

Asp126: Il tour è andato molto bene, la gente si è divertita. Poi sai, fare il concerto a Roma, alla fine stai a casa, sai che le prime file so’ di chi ti conosce, di chi per strada ti ferma e ti saluta, alla fine noi stiamo sempre qua. Vedere che a Pisa c’è gente che non hai mai visto e che è venuta e resta perché gli piaci, è proprio una cosa incredibile.

Ugo Borghetti: Io tipo ora rifarei Roma, perché nonostante sia andato tutto bene non mi sento di aver fatto il fuoco, per assurdo a Milano mi sono mangiato il palco, quindi non vedo l’ora di risuonare a Roma. Comunque, prossima data a Padova! Quindi ragazzi di Padova che seguite lacasadelrap.com calate e veniteci a sentire.

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Il mio primo incarico fu quello di costruire le navi che portarono gli Achei a Troia, ma con la crisi che c'è, ho preso a farne solo di carta e di dimensioni microscopiche. Assidua mangiatrice di lasagne e libri. Probabilmente sono l'anima gemella di Hannibal Lecter. Dite Mellon ed entrate.
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