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Digging in the web

Da albo ad album: ecco Papilloma Virus di Papilla Bronx

demone

Torna Diggin In The Web, con l’unico obiettivo di dare uno spazio ai nomi più interessanti dell’underground italiano. Stavolta con noi c’è Papilla Bronx, rapper di origine torinese all’attivo dal 2009, che il 25 novembre 2019 ha pubblicato Papilloma Virus. L’album, distribuito da Reload Music & Sony Music, è accompagnato dal video ufficiale del singolo A casa mia, e ci trasporta in un mondo completamente unico. Infatti, tutto il concept del progetto è inserito all’interno di un fumetto che ci racconta la storia particolare del suo protagonista, Papilla. Papilloma Virus è un viaggio all’interno delle sue visioni, unito a collaborazioni e produzioni firmate Shocca, Jack the Smoker e Cvlt Beat. I featuring vedono la prova di Lord Madness, Ice-One e gli scratch di DJ Lil Cut e DJ Flow.

Ciao Papilla Bronx, benvenuto su lacasadelrap.com! Parlaci un po’ di te in generale e di come nasce la tua passione per la musica!

Ciao, grazie ancora dell’invito e dell’occasione che mi state dando. La mia passione? Mi ero trasferito da poco a Torino, credo fosse il 2004, da San Severo in provincia di Foggia, avevo già ascoltato alcuni autori ma senza soffermarmici troppo, tipo Eminem o Wu Tang o Dr.Dre. L’approccio con la realtà torinese, dove si respirava di più l’influenza HH, fu folgorante; iniziai ad appassionarmi a tutto ciò che riguardava la cultura hip hop, la break dance, i baggy jeans, i pezzi sui muri ed ovviamente la scena rap italiana, partii dagli Spregiudicati, cosi a caso, me li passò un amico e il resto fu semplice, collaborazioni e featuring mi aiutarono a scovare altri rapper e così via, il gioco lo sai, digging estremo ( ride)! Ero molto fissato con il conoscere più che potevo, furono anni stupendi fatti di ascolti ossessivi dagli Usa fino a qui, dai Sangue Misto fino ai Dogo e ancora oltre.

Il nome però me lo devi spiegare… come mai lo hai scelto?

Bronx perché a San Severo c’è un quartiere che si chiama Bronx ed uno che si chiama Texas e mi chiamarono così degli amici di Torino poiché forestiero. Papilla me lo diede un altro amico, sta a significare “gustati il flow” cioè devi avere una buona Papilla per gustarci il flow di Bronx (ride).

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Ho visto che Negan è un singolo prodotto da Jack the Smoker. Come è nata questa collaborazione? Come ti sei trovato a lavorare con un big della scena musicale?

A parte essere stato uno dei primi che mi folgorò per lo stile, l’originalità vocale, e le punch, in realtà lo conobbi nel 2008 credo, non ricordo, ad una serata con Kuno ed un giovanissimo Emis Killa sedicenne, si parlò molto, si bevve molto (ride) e poi lo risentii dopo anni, anche perché mi sentivo pronto per poter collaborare e così da cosa nasce cosa. Ci siamo visti a Milano nel suo studio, si lavora bene, ti sa ascoltare e spacca forte in quello che fa.

Visto che L’Anima che suona parla della passione che c’è dietro il rap, come vedi la scena rap recentemente? Ci sono artisti che ti hanno formato o ai quali ti ispiri costantemente?

Be’, uno di questi mi ha prodotto il beat. Shocca a.k.a. Roc B….word Up B…Unlimited Struggle baby. Lui mi ispirò tantissimo per l’originalità del sound e per lavori come 60 HERZ o i più recenti con Stokka & Mad Buddy. La scena al giorno d’oggi spacca, tanta competizione, tanta quantità, magari non tutti riescono ad arrivare ad una qualità tale da innovare seriamente ma chi ci riesce ora, oltre a spaccare forte, sa che ha un bacino d’utenza più attento al genere nella sua complessità rispetto ad anni fa.

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Anche qui troviamo un grande nome della musica, Ice One. Come è nata la decisione di chiedergli di collaborare con te?

Ice-One oltre ad essere fonte d’ispirazione per chi i suoi lavori, dai beat sui Colle passando per Quelli che ben pensano fino ad ora con i suoi beatz futuristici e anche fonte d’ispirazione per i consigli che da. Lo conobbi quando vinsi una gara di testi anni fa a Torino dove fece il giudice. Già sai il resto (ride)!

In Street Fighter, nel quale è presente oltre a Jack the Smoker anche Lord Madness, ci parli di rap come di una sfida. Come ti poni verso le rap battle? Preferisci stare in studio o sei più un artista di “strada”?

Prima di tutto saluto Maddy, ti vedo pazzo! Ha spaccato tutto in quella strofa. Comunque tornando al discorso, son cresciuto facendo rap per strada, tra i parchetti ed i parcheggi, le jam, davanti ad una birra o una canna. Per me la sana competizione, il voler salire sul palco con la fame, la fame di chi vuole spaccare e dimostrare a se stesso che è diverso al mondo, è il concetto di rap battle, a parte le gare che facevo anni fa. Lo studio è fondamentale per capire le tue potenzialità e come lavorare sulla voce, sugli effetti e su tutto quello che concerne la bella musica.

Cosa ritieni fondamentale debba avere un emergente ad oggi per riuscire ad emergere dalla folla?

Ad oggi? Tanti fattori. Contano l’idea, l’atmosfera che crei con la tua musica oltre che ad uno studio rigoroso ma anche l’outifit ed una buona strategia marketing è fondamentale. Gli investimenti per un emergente sono costi davvero elevati, raccomando sempre bene di pensare dove si vuole arrivare prima di iniziare, per il resto la musica fa bene all’anima perciò allenati, racconta cosa hai dentro e trasporta tutti nel tuo mondo!

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Mi hai detto che tutto l’album ha come cardine un fumetto. Chi lo ha realizzato? Di cosa parla?

Vuoi che ti trasporti nel mio, di mondo? L’idea è venuta sotto la doccia, il mio tempio spirituale. Volevo creare un’atmosfera attorno al disco, dalle copertine fino al sound, dalle rime fino al fumetto. Qui nasce Papilla, i videoclip realizzati con Avaxo e Dima (che saluto), sono visioni create da una maschera che Papilla ha mentre lo studiano in un laboratorio, nel fumetto spiego la storia di questo Papilla, un ragazzo con un potere che dovrà cercare di difendere chi ama e capire chi è, prima di scontrarsi con una realtà fatta di demoni, soggiogatori e parenti serpenti. La maschera, di cui trovate il singolo su Spotify e su IG, spiega bene il concetto, il visore serve a tenere a bada il demone che Papilla ha dentro di sé. Parlerei ore del mio fumetto… comunque è una bella storia, seguitela perché unisce musica, rap, poteri soprannaturali ed un botto di slang che fanatici di Hip Hop come me capiranno subito. Ringrazio Matteo Galasso per i disegni sul primo volume ma anche Andrea Martina per la copertina del fumetto, Matteo Vecchi con cui sto lavorando ai seguenti numeri e Nanà Dalla Porta per la copertina dell’album.

Stamperai delle copie fisiche di questo progetto?

Ahahah, mannaggia a me. Qui conto su di voi, se il disco gira vorrei stampare un vinile colorato con le 4 tracce dell’Ep e le strumentali sull’altro lato, con l’aggiunta del primo volume cartaceo del fumetto più qualche altra sorpresina che sto progettando, perciò conto davvero su di voi, scrivetemi in tanti e ve lo regalo per Natale.

 

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Il mio primo incarico fu quello di costruire le navi che portarono gli Achei a Troia, ma con la crisi che c'è, ho preso a farne solo di carta e di dimensioni microscopiche. Assidua mangiatrice di lasagne e libri. Probabilmente sono l'anima gemella di Hannibal Lecter. Dite Mellon ed entrate.
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