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Visions of Dennis Brown è il protagonista di Reggae Vibes

Dennis Brown Reggae Vibes

Premessa

The Crown Prince of Reggae”.
 Il Principe incoronato: non uno semplice, ma direttamente investito dall’unico indiscusso re, Bob Marley, nonché suo fan numero uno.
 Stiamo parlando di Dennis Brown.
Trent’anni di carriera, oltre ottanta album prodotti da più di quaranta etichette discografiche (comprese le sue) e svariate comparsate nella Top 10 inglese.
 Questi sono i numeri di una delle più belle voci del panorama Reggae e della storia della musica in generale, destinata a rimanere nella memoria collettiva, non solo per ovvi motivi di qualità artistiche, ma soprattutto per la incommensurabile quantità di materiale che ci ha lasciato in eredità a causa della sua prematura scomparsa (all’età di 42 anni, nel 1999).
La carriera della star caraibica comincia prematuramente all’età di 9 anni, quando per riuscire a essere visibile al pubblico dai palchi dei club notturni in cui si esibiva, era costretto a salire sulle casse di birra e passare lì tutto il concerto.

 Dopo vari singoli stampati con diverse etichette locali, il successo arriva nel 1969 con “No Man Is An Island”, super-hit dell’ormai dodicenne singer prodotta dalla Studio One Records, la Motown jamaicana. 
Segue subito una sessione intensiva di due giorni presso lo studio di Coxsone Dodd che danno vita a due fantastici album: “No Man Is An Island”, appunto, e “If I Follow My Heart”.Una voce ancora adolescenziale, ma la carica emotiva è la stessa di un artista al massimo della sua maturità creativa. Non si tratta ancora di puro Reggae, ma di romantiche ballate in chiave Rocksteady che fanno venire in mente i classici di Sam CookeFrank Sinatra, Nat King Cole e Dean Martin.

 Queste esperienze portano il giovane singer a crescere e a maturare, di pari passo con l’ascesa qualitativa della musica jamaicana.
 Nel 1972, quando il Reggae è ormai consolidato e la sua carriera procede a gonfie vele, comincia la fruttuosa collaborazione con il grande produttore Joe Gibbs, noto per aver stravolto le regole del gioco con sperimentazioni estreme e suoni completamente nuovi. 
Da questo sodalizio nasce “Money In My Pocket”, una hit dal sapore internazionale, che lo porta persino tra i primi 10 nelle vendite inglesi.
Siamo nei pieni anni Settanta, nel periodo più fertile e prolifico della Roots Reggae Music e Dennis Brown è al massimo della sua carica espressiva. 
Singoli su singoli, hit su hit, concerti dopo concerti, il suo ruolo all’interno del music business si fa sempre più solido, stringendo rapporti con svariate etichette importanti, ma soprattutto producendo lui in primis cantanti del calibro di Junior Delgado e Black Uhuru.

 Nel 1978 torna con Joe Gibbs e insieme sfornano un album monumentale: “Visions”
.

La recensione

Questo disco presenta un Dennis Brown fortemente legato alle sue radici musicali con un chiaro potenziale internazionale.
 La voce smooth arricchita da un range tonale ampissimo, fanno di lui un cantante completo e aperto, orientato verso un qualsiasi approccio vocale.

 Il suono dell’intero progetto compone pezzo dopo pezzo un unicum stilistico mai monotono, ma al contrario pieno, denso e creativo, con ritmiche prettamente Roots, puntellate continuamente da interventi jazz-oriented di fiati suonati da musicisti di altissimo profilo come Bobby Ellis (tromba), Vin Gordon (trombone) e Tommy McCook (sassofono). 

La completezza stilistica sta anche nella vasta gamma dei temi trattati: dal blues straziante di “Oh Mother”, ai concetti base e sempre utili del movimento Rastafari di “Deliverance Will Come”, “Concrete Castle King” e “Jah Can Do It”, passando per gli sdolcinati ma mai banali pezzi puramente lovers come “Love Me Always” (liberamente tratta da “This Little Girl of Mine” di Ray Charles) e “Stay at Home“.
 “Malcolm X” è, invece, una riuscitissima cover del contemporaneo (troppo spesso sottovalutato) Earl16, un intenso inno al principale difensore degli Afro-Americani, dalla tragica storia.

 Mezz’ora di Reggae fatto a regola d’arte, per un’ascolto che non coinvolge solo l’orecchio, ma soprattutto i sentimenti, rievocando quelli che sono i bisogni primari di ognuno di noi, in qualsiasi ambito.

 Stiamo pur sempre parlando del Crown Prince Of Reggae.

Approfondimento a cura di Emiliano Rubebwoy Nonna

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