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Digging in the web

Diggin In The Web puntata #338

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Ciao a tutti e benvenuti ad una nuova pubblicazione di Diggin In The Web. Con il caldo aumenta leggermente il delay tra una puntata e l’altra, ma ci siamo sempre con roba che spacca sempre di più.
Vediamo cosa ha selezionato per noi Stephaz.

Questo sabato vi parlo di “0602 – Crescere”, ultima fatica di Cranio Randagio, progetto disponibile in free download da circa metà maggio e scaricabile cliccando sulla cover che segue.
Leggendo un articolo di Ida Bozzi uscito su Il club de La Lettura de Il Corriere della Sera (se volete potete leggerlo cliccando QUI) riguardo l’evoluzione dei romanzi di formazione, ho pensato che quanto scritto sia in parte accostabile proprio all’album di Randagio. Il disco è a metà strada fra un lavoro di formazione e una storia di edificazione. Formazione perché in effetti quello che si verifica è una crescita dell’autore che in questo caso coincide con il protagonista del disco, è la sua storia: l’esperienza che compie lo trasforma, lo matura, lo rende più forte ma soprattutto si percepisce che da questa esperienza, e la sua narrazione, a trarne vantaggio è prima di tutto Randagio stesso. Allo stesso tempo il disco è un disco di edificazione perché chiaramente il rapper romano non è uno sprovveduto alle prime esperienze di vita, ha già il suo bagaglio, sa già come affrontare certe situazioni, o perlomeno possiede un’idea sul come fare, e queste capacità acquisite Randagio vuole metterle a disposizione di tutti, a chi come lui ha fatto un’esperienza simile o a chi dovrà o vorrà farla.
La storia, in breve, è quella di un ragazzo che per vari motivi (studio, lavoro, passioni) si trasferisce da Roma (06) a Milano (02) e racconta di tutti i tipici problemi che un cambiamento di città di solito comporta: nuovo ambiente, nuova gente, nuove abitudini, pregi, difetti, ricordi, affetti lontani, speranze, frustrazioni, ma appunto anche tanta voglia di crescere. Interessante come in tutto il disco non si ha mai la sensazione che la scelta di trasferirsi sia stata una scelta sbagliata, anzi è sicuramente stata una scelta giusta che almeno non andrà a riempire quel Danubio di rimpianti e che rende Cranio Randagio più consapevole delle sue forze e delle sue aspettative, perché nonostante le mille difficoltà e un futuro ancora incerto “crescere non è rinunciare alla magia ma è saper renderla semplice anche quando è un’utopia”. Questo è il messaggio fondamentale che il rapper desidera trasmettere all’ascoltatore, e per questo motivo il disco è anche un disco di edificazione, perché con la sua esperienza (e quindi partendo da delle basi e delle conoscenze) Randagio costruisce qualcosa anche per chi lo ascolta, per un’altra persona e non solo per un tornaconto personale.
Parlando di rap, e lo faccio in due righe perché mi accorgo di aver scritto anche troppo, CR ha tutte le carte in regola per emergere alla grande: personalità, rime, punchline, incastri, tecnica, coraggio. Questa del coraggio la sottolineo perché alcune scelte in questo disco sono coraggiose: i ritornelli cantati in un certo modo, gli skit che ormai sono passati di moda (purtroppo), lo stare lontano (per il 90% dei casi) dalle mode del momento, sia in quanto a flow che dal punto di vista delle strumentali scelte. Non aggiungo altro, scaricate il disco e fatevi un’opinione vostra.

Chiudiamo con la selezione di Raffaele Lauretti.

Salve ragazzi, iniziamo.
Oggi parto con Jake Blues: Jekesa, insieme al socio Rubber Soul confezionano un prodotto dal suono interessante. La Do Your Thang, crew di appartanenza del duo, è ormai famosa a Roma per l’attitudine puramente Hip Hop e la ricerca nello Stile. Il rap, nel 2015, senza i suonini elettronici che tanto piace a chi “cerca l’innovazione” qui non trova spazio e, anzi, il disco in questione suona davvero classico ponendo il giovanissimo beatmaker tra le promesse del genere. Jekesa, da parte sua, dopo anni di dancehall è capace di regalare un flow -a tratti reggaeggiante- liquido tra metriche fitte. Niente da dire, questo collettivo si conferma ancora una volta tra i più interessanti dello stivale.

Continuo e concludo con Snok Brown. Il suo Change EP -presentato, per l’occasione durante il concerto di Apollo Brown, Ras Kass e Big Pooh- conta di 5 tracce interamente prodotte da Thias, altra piacevole sorpresa di Vicenza. Poche collaborazioni, ottimi screcci freshi e belle strofe. Check it! Clicca sulla cover per scaricare.
 

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Rapper, cantante, speaker radiofonico, sneakerhead e streetwear addicted, detentore della verità assoluta. Il tuo idolo vorrebbe essere me.
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