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RewindRecensione

C’è l’hip hop, il rap ed il… G Funk!

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Rewind è una rap-retrospettiva a cura de lacasadelrap.com. Un tuffo nel passato attraverso il quale potrete riscoprire album, provenienti dal panorama Hip Hop sia italiano che internazionale, ormai caduti nel dimenticatoio. Simile ad una macchina del tempo itinerante, i vari episodi che andranno a comporre la rubrica avranno il compito di riportare alla luce quei dischi seppelliti nei meandri della memoria, o perché no, farvene scoprire di nuovi.

C’è l’hip hop, il rap ed il… G Funk!

Oltre al suono di protesta e di rilancio sociale, gli anni ‘90 vengono ricordati per il rimbalzare di teste molleggianti al ritmo dei beat sontuosi e caldi della West Coast. E mentre i fratellastri della East si nascondono sotto al cappuccio delle loro felpe tripla XL, ad Ovest ci si rilassa con il suono very slow del Doggystyle di Snoop, affiancato dal Funk marchiato “G” di Warren Griffin. E proprio il singolo Regulate dà una scossa alla scena dell’epoca, spingendo in cima alle superclassifiche di tutto il globo l’LP Regulate… G Funk Era. Un’apripista in cui le strofe morbide di Warren G (tra l’altro producer dello splendido beat) si alternano, in una sorta di botta e risposta, con la voce cupa e soave del compianto Nate Dogg.

Un suono nuovo…

Quelli sono anche gli anni dello sdoganamento dell’hip hop da semplice genere musicale plug&play, dove l’MC, un microfono ed un giradischi fanno tutto, sicuramente tanto, ma in molti si accorgono che si potrebbe fare di più. Ai tempi ricordo di una session live di Warren G a Roma, Horus Club il posto, in cui il piatto rappresentò solo uno dei tanti strumenti sul palco. Il concerto venne interamente suonato dal vivo da una band pazzesca, composta da strumenti a fiato (la tromba su tutti!), basso, batteria, chitarra, per un suono in rassegna totalmente black che riempì locale e padiglioni auricolari. Le rime di Do You See, il riff di This DJ ed il ritornello di And Ya Don’t Stop assunsero un sapore tutto particolare, soprattutto per una platea (quella italiana) che inaspettatamente si trovava davanti ad uno spettacolo rap completamente vissuto e suonato.

Funk da import/export

A dimostrazione di quale fenomeno fosse anche in Europa il Warren G di quel momento, c’è la macchina del funk che ci riporta addirittura ad una sua partecipazione al Sanremo del ‘97, dove il successo di G Funk Era proseguì con l’album Take a Look Over Your Shoulder, fatto però più da pseudo cover che da pezzi spessi e intrisi di funkedelico G. Se la connessione Long Beach-Festival della Canzone Italiana sembrerebbe quasi fuori luogo, al pari della sperimentazione lirica e quasi aulica del pezzo Prince Igor,  le successive collaborazioni in patria con il fratellastro Dr Dre e l’infinito Snoop, lo riportarono decisamente alle origini del suo suono.

Che fine hanno fatto?

Warren G: nato come rapper all’interno dei 213 (prefisso di Long Beach, suo luogo di nascita) insieme a Nate Dogg e Snoop, raggiunge il successo da solista, per poi riplanare verso la sua crew originaria, con cui nel 2004 incide addirittura un album, The Hard Way. Non gli mancano partecipazioni nel cinema (The Show, Il Mago di Oz), né nuove produzioni musicali (The G Files del 2009).

Nate Dogg: Nathaniel Dawayne Hale rappresentava il flow per eccellenza, in una sorta di rappata melodica che ne fa un indelebile marchio di fabbrica. Ospite speciale in tante hit rap, pubblicò anche un paio di album interessanti come Music & Me e Nate Dogg. Ex militare della Marina Americana (si arruolò all’età di sedici anni), nel 2008 fu colpito da un ictus che purtroppo ne condizionò l’esistenza, fino al decesso, avvenuto nel 2011.

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